GRAMSCI PRIVATO : L'ALTRO CARCERE di Giuseppe Fiori

GRAMSCI PRIVATO : L'ALTRO CARCERE GRAMSCI PRIVATO : L'ALTRO CARCERE IL PRIGIONIERO Aurelio Lepre Laterza pp. 274 L. 30.000 L titolo sintetizza perfettamente i contenuti della nuova biografia di Antonio Gramsci, pubblicata dallo storico Aurelio Lepre, dell'Università di Napoli, trentadue anni dopo la famosa Vita di Antonio Gramsci del giornalista Giuseppe Fiori (sempre da Laterza). Alla luce dei documenti scoperti nel frattempo, Lepre dipinge la psicologia d'un uomo completamente diverso da quello di Fiori, che si sente rinchiuso non solo fra le mura del carcere fascista ma anche fra le costrizioni dell'esistenza privata. Tale impostazione è dichiarata sin dalla prima pagina, che riporta il brano d'una lettera di Gramsci alla cognata Tatiana, in cui ricordava come da fanciullo avesse visto un giovane handicappato costretto in un porcile con una catena alla cintola. Quella immagine, spiega Lepre, gli tornò alla mente nel gennaio 1933, nel carcere di Turi: secondo il biografo, era l'episodio della sua infanzia che rievocava con maggiore nitidezza e gli appariva più significativo, come premonizione di ciò che sarebbe accaduto. E' stato Aldo Natoli nel suo Antigone e il prigioniero (Editori Riuniti, 1990) il primo a usare in questa chiave l'immagine di Gramsci, come vittima di un «altro carcere», oltre a quello inflittogli dal fascismo fra l'è novembre 1926 e il 29 ottobre 1934. La nuova biografia scava originalmente in questo solco: l'intellettuale sardo, fondatore del Pei, morto nel 1937 all'età di 46 anni, vi appare come un carcerato a vita, soprattutto perché incapace di sciogliere l'intricato intreccio fra pubblico e privato in cui è avvolto. Non è un caso che il libro sia parco di dettagli sull'attività politica, in particolare gli anni dell'Ordine Nuovo e lo stesso contributo alla fondazione del Pei. Le quaranta pagine del primo capitolo, dalla nascita di Gramsci fino al 1922, quando partecipa al IV congresso dell'Internazionale comunista, occupano il posto d'una grande introduzione. La vera storia comincia dall'incontro con Giulia Schucht, futura moglie. E' allora che Gramsci mette alla prova la possibilità d'essere l'uomo nuovo, forgiato dal comunismo. La sua pretesa è riuscire a collocare in un ordine razionale, dove tutto si tiene, in nome d'uno stesso fine, i rapporti col partito, la lotta al fascismo, l'affetto per Giulia, i sentimenti per Tania, mostrando che cosa sia un comunista. E' in questo intreccio che la vita si presenta a Gramsci, secondo l'interpretazione di Lepre, come una prigione, nella quale le sue concezioni e aspirazioni si scontrano con le barriere dell'impegno pubblico. Fin dall'inizio, il rapporto con Giulia, a causa dei rispettivi obblighi di partito, gli appare circondato da «un'immensa muraglia di spazio e di tempo». Una volta in carcere, sceglie l'isolamento come una difesa: coloro che cercavano di aprire un varco «gli sembrava che volessero fargli del male». Centrale diventa, in queste pagine, il complesso rapporto che Gramsci intrattiene con Giulia lontana e Tania vicina. Da un lato Lepre mette in luce come Gramsci, per ragioni ideologiche, si vietasse di guardare con realismo a questo duplice rapporto: «Non voleva separarsi dal suo mondo ideologico per pensare soltanto a quello affettivo». Dall'altro mostra come la prigionia ideologica originasse una nevrosi affettiva. Invece di accettare il distacco di Giulia e la confidènza di Tania come vicende di natura sentimentale, Antonio le leggeva in termini politici: temeva che la moglie lo disprezzasse perché disposto a compromessi in favore della libertà e vedeva nella cognata, che si adoperava per lui, una minaccia alla sua purezza comunista. Naturalmente la biografia dà conto anche dei nodi politici. Tra l'altro Lepre è convinto, contro le tesi di Fiori, che non ci fosse stata alcuna rottura fra Gramsci e Togliatti. A proposit o degli ispiratori dela famosa lettera di Ruggero Grieco, considerata in pratica una pugnalata alla schiena, «non intendeva certo - scrive Lepre - alludere a Togliatti». Inoltre un capitolo analizza e riassume ciò che per Gramsci significava il comunismo, offrendo al lettore un'efficace sintesi dei Quaderni del carcere. Tuttavia non c'è dubbio che l'originalità della nuova biografia è di mettere a nudo la fragilità di Gramsci: «Sperimentò nella sua carne l'impossibilità di conciliare pubblico e privato, individuo e partito, sentimento e ragione». Questa è la vera sconfitta, che lo attualizza oltre il mito. Alberto Papuzzi PRIGIONIERO Aurelio Lepre Laterza pp. 274 L. 30.000

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