LA PAURA CREO' LA MANTIDE di Augusto Romano

LA PAURA CREO' LA MANTIDE LA PAURA CREO' LA MANTIDE 77 mito secondo Caillois IL MITO E L'UOMO Roger Caillois Rollati Boringhieri pp. 126 L. 38.000 ISULTA che Walter Benjamin, nel raccogliere i materiali per la stesura (mai pienamente realizzata) del suo grande libro su Parigi, abbia consultato il saggio di Roger Caillois su Paris, raythe moderne, che si può leggere ora tradotto nel volume Il mito e l'uomo. Il confronto tra le due concezioni mitiche è istruttivo. Caillois, nel ricostruire il mito ottocentesco di Parigi, sottolinea il carattere epico della modernità. Parigi diventa una città inquietante «fantomatica, notturna, imprendibile». Questa Parigi misteriosa è lo scenario grandioso in cui viene riattivato il mito iniziatico di conquista: l'eroe (per esempio, il Rastignac di l) i d lifri riattivato il mito iniziatico di conqudi Balzac), animato da una luciferina esigenza di autoaffermazione, la percorre per prenderne possesso. All'eroe Benjamin sostituisce il flàneur, creatura del crepuscolo, essenzialmente nostalgica, cui la città - tempio delle merci, che addormenta i suoi abitanti seducendoli - appare definitivamente sinistra e irredimibile. Unica via di salvezza resta l'utopia. Il bel saggio su Parigi non è la sola attrattiva del libro di Caillois. Sebbene di lui siano stati tradotti disordinatamente svariati volumi, il saggista francese non ha ricevuto ancora in Italia l'attenzione che merita (per esempio, è stato mai ristampato lo splendido I giochi e gli uomini pubblicato anni fa da Bompiani?). E'un peccato, perché pochi saggisti di questo secolo hanno mostrato come lui una tale varietà di interessi e una così prensile capacità di subordinare a una visione di insieme fenomeni apparentemente lontani. In questo volume, Caillois delinea una teoria del mito essenzialmente psicologica. Le rappresentazioni mitiche sono interpretate come proiezioni di conflitti psicologici universali e l'eroe come colui che li affronta, dando loro una risposta e assumendosi così il peso della colpa. In tal modo il mito giustifica, sostiene e ispira l'esistenza e l'azione di una comunità, rappresentando una sorta di «precedente», nel senso giudiziario del termine. L'aspetto più interessante della teoria di Caillois sta però nella asserita analogia di struttura - che rinvierebbe a un comune sostrato biopsicologico - tra certi fenomeni del mondo naturale e certe costruzioni mitiche. I capitoli sulla mantide religiosa e sul mimetismo animale ne sono una dimostrazione. Come si sa, la mantide femmina divora il maschio durante o dopo l'accoppiamento. I miti intorno alla mantide la rappresentano come una figura fernminile estremamente potente, che può essere benefica ma che più spesso è pericolosa e distruttiva. Comportamento sessuale Roger Caillois della mantide e timore dell'uomo di essere divorato dalla femmina demoniaca da cui è stato sedotto coincidono. Il fantasma della vagina dentata e, più in profondità, la paura mista a desiderio di rientrare definitivamente nel seno della madre, cioè nell'incoscienza prenatale (che corrisponde al tema panteistico della fusione dell'individuo nel tutto), sono la base su cui si sviluppa l'emozione che la figura della mantide comunica all'uomo, provocando l'accensione^ . della immaginazione " mifiqa. I, costumi sessuali della mantide sono per così dire un mito in atto; ciò che nell'animale è comportamento, nell'uomo diventa mitologia. Ma, secondo Caillois, non si tratta solo di proiezione sulla mantide di una paura umana; è un comune orientamento biologico che organizza il parallelismo e determina le convergenze. La differenza starebbe in ciò: che nell'uomo le leggi biologiche che condivide con l'animale non condizionano più l'azione ma soltanto la rappresentazione. La teoria di Caillois presenta curiosamente dei punti in comune con la dottrina junghiana degli archetipi, considerati come equivalenti immaginali di processi istintivi. Del pari richiama alla mente ciò che Kerényi scriveva all'incirca negli stessi anni sull'esperienza religiosa intesa come «evidenza di immediata commozione». Il libro è del resto ricchissimo di stimoli e suggerimenti. Quanto alla sua tesi centrale, non bisogna dimenticare che lo studio del mito tiene più dell'evocazione che dell'analisi, e quindi genera a sua volta dei miti. Si può quindi prestar fede a Caillois, ma tenendo conto di ciò che Kafka dice a proposito del mito di Prometeo: «La leggenda tenta di spiegare l'inspiegabile. Siccome proviene da un fondo di verità, deve terminare nell'inspiegabile». Traduzione tendenzialmente sciatta e in qualche caso impropria. Augusto Romano L MITO E L'UOMO Roger Caillois Rollati Boringhieri pp. 126 L. 38.000 Roger Caillois

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