CHE FATICA DEFINIRE JUNG di Tilde Giani Gallino

CHE FATICA DEFINIRE JUNG PSICHI CHE FATICA DEFINIRE JUNG Un dizionario con 700 voci N un panorama editoriale che nei tempi nostri non presenta grandi avvenimenti culturali, fa tanto più piacere la sorpresa da segnalare subito ai lettori interessati a questi argomenti che ci ha riservato la Casa Editrice Bollati Boringhieri con il suo Dizionario junghiano dovuto alla fatica di un unico autore, Paolo Francesco Pieri, fiorentino, membro didatta del Centro Italiano di Psicologia Analitica e allievo di Mario Trevi. Di un'opera di sistematizzazione e sintesi dei concetti espressi dalla psicologia analitica, che potesse eguagliare - pur con le debite differenze dovute ai rispettivi autori - le iniziative elaborate e portate a termine ormai da molto tempo da chi ha curato dizionari ed enciclopedie relativi alla psicoanalisi, si è sempre sentita la necessità. Fino ad ora, tuttavia, avevano a disposizione unicamente un Dizionario di psicologia analitica tradotto dall'inglese e pubblicato in Italia nel 1987 dall'editore Raffaello Cortina che, per quanto redatto da autori di prestigio come Samuels, Shorter e Plaut, appariva però come un'opera limitata a causa dei suoi stessi obiettivi, che si proponevano di fornire un'opera di consultazione atta ad offrire un compendio e una spiegazione dei termini difficili, a cominciare da una loro corretta definizione. A proposito di definizioni non si devono tuttavia neppure dimenticare quelle, dovute a Jung che, «a scanso di malintesi», aveva provveduto per tempo egli stesso a fornire una specie di glossario ragionato, raccogliendo le «Definizioni» dei termini da lui usati in riferimenti alla propria ricerca teorica e alla pratica terapeutica. Per molti anni, queste «definizioni» che Jung aveva steso in ordine alfabetico, sottolineando di non pretendere con questo di spiegare una volta per tutte e nell'unico modo possibile, i propri concetti psicologici fondamentali, sono state l'unico strumento offerto agli studiosi, e la stessa Bollati Boringhieri, oltre a pubblicarle nella loro sede naturale, il volume sesto delle Opere che contiene il libro Tipi psicologici, le aveva raccolte in un volumetto a parte, del 1977, intitolato appunto Dizionario di Psicologia analitica. Ben altre sono naturalmente le intenzioni di Pieri a proposito di quest'opera di ampio respiro. Ma prima di vederne le caratteristiche specifiche, relative ai contenuti, occorre premettere che il volume risulta accompagnato, questa è l'altra grande e ulteriore novità della Bollati Boringhieri, da un Cd-Rom che contiene le oltre ottocento pagine del Dizionario junghiano, ne segue fedelmente i rimandi ad altre voci ed i percorsi tematici, e consente anche, in un apposito «Blocco Appunti», di prendere qualche annotazione, sottolinearne eventuali punti di interesse o aggiungere osservazioni, esattamente come si fa di solito con un libro, uti- lizzando i margini del foglio a stampa per le proprie note a matita. I volumi contenenti le opere di Jung, la cui traduzione è stata ormai completata dalla medesima casa editrice, sono ben 18. Si può dunque facilmente immaginare quale mole di lavoro ci sia dietro l'opera di Pieri, che avrà certo richiesto un impegno di numerosi anni. L'autore ha infatti studiato attentamente tutti i testi junghiani, ricavandone oltre settecento «voci» che sono state esaminate e rielaborate nei loro diversi significati concettuali, ma anche cronologici, poiché Jung, scrittore non sistematico e organizzato, considerato in genere di difficile lettura, non soltanto ha spesso espresso il suo pensiero in forma non del tutto piana, ma ha anche dato talvolta, con il trascorrere del tempo, una forma diversa o diversamente articolata alla sua espressione e alle proprie concezioni. Per Jung si è parlato infatti spesso di una descrizione secondo un «flusso di immagini», e addirittura di una narrazione, più che di una esposizione ben articolata di concetti che permettesse al lettore di compiere un percorso mentale logico, e alcuni studiosi sono ancora oggi convinti che i tentativi di rendere più razionale il pensiero junghiano, rapportandolo alle esigenze e prospettive attuali, comporti dei rischi che devono essere preventivamente valutati. Pieri ha dunque compiuto una lettura trasversale delle Opere di Jung, anche per raccogliere i significati di certe voci e concezioni, che pur presenti in tutto il discorso psicologico analitico, non sono mai state chiaramente espresse in termini ben definiti. Inoltre ha introdotto vari raggruppamenti di lemmi secondo impianti disciplinari, e indici tematici che fanno capo ad altre forme del sapere e a temi generali, con riferimenti a diverse discipline, dalla psicologia alla psicoanalisi alla psichiatria e psicoterapia, da un lato, e alla filosofia, all'antropologia e alla storia della scienza dall'altro lato. La spiegazione/interpretazione di ogni voce del dizionario rimanda poi naturalmente a numerosi altri termini, cui è affidato il compito di approfondire e ampliare le varie possibilità dell'«intendere psicologico», che si manfestano all'interno di quei concetti, modelli e immagini che, tutti insieme, formano il linguaggio della psicologia analitica. Si può osservare da ultimo che in questo Dizionario non trovano molto spazio certe concezioni junghiane o certe loro interpretazioni troppo divulgate - in particolare il discorso relativo alla psicologia archetipica e all'inconscio collettivo - che sono invece quelle che hanno dato a Jung buona parte della sua fama presso l'ampio pubblico. Tilde Giani Gallino Un prezioso strumento di ricerca e di studio per la psicologia analitica. Una singolarità: poco spazio per i concetti più. noti, gli archetipi e l'inconscio collettivo DIZIONARIO JUNGHIANO Paolo Francesco Pieri Bollati Boringhieri pp. 832 L 150.000 compreso Cd-Rom

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