PALLIDO E' IL MISTERO di Alberto Bevilacqua

PALLIDO E' IL MISTERO PALLIDO E' IL MISTERO Bevilacqua ha perso la trama SORRISI DAL MISTERO Alberto Bevilacqua Mondadori pp. 223 L. 28.000 LBERTO Bevilacqua sembra ormai avere rinunciato a quella vocazione di grande narratore di storie padane e romane, perfettamente intrecciate di violenza e di tenerezza, di esplorazione delle più cupe tenebre del male e di ricerca di riscatto, di giustizia, di purificazione. In Sorrisi dal mistero l'abbandono del narratore segna l'approdo a un tono di conversazione, fra riflessioni, aforismi, qualche ritratto d'amici un poco bizzarri, qualche rarissimo squarcio di racconto, per lo più ricuperato dalla memoria, personaggi appena delineati, che ripropongono il motivo dell'innocenza violata, perseguitata, umiliata, qual è incarnata esemplarmente in una ragazza a cui lo scrittore offre la via del riscatto e della liberazione, con la sorridente dolcezza di un demiurgo pronto alla grazia della salvezza dal male come alla giustizia più dura nei confronti di chi di quel male è stato causa. Per questa impostazione, l'opera non ha più una vicenda ma si scandisce in una serie di spunti staccati, quali quelli che offrono gli amici dello scrittore, designati con nomi fantasiosi e ironici, e depositari di confidenze, elargitori di consigli, solleciti aiutanti nelle opere di bene del narratore, ma soprattutto significativi per le loro stranezze, i loro tic, le loro azioni fuori delle convenzioni, libere e autentiche in contrasto radicale con la banalità, la stupidità, gli inganni della società e della vita. Qua e là riaffiorano episodi di altri libri, oppure Bevilacqua si fa commentare e giudicare dagli amici le opere precedenti, come in una specie di dialogo fra il critico e l'apologetico. Meglio è quando dalla memoria Bevilacqua riprende eventi dell'infanzia e dell'adolescenza parmense, come la contemplazione dalla finestra, d'inverno, dell'interno della «casa delle puttanine», dove un'incantata meraviglia e una sospesa innocenza rendono puro e ilare il primo moto di curiosità per il mistero della vita. E anche l'iniziazione, più tardi, al sesso con una prostituta, che appare infinitamente lontana da quella quasi magica vista da dietro i vetri anni prima, è efficacemente narrata come simbolo del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, che si concreta nella mutazione radicale del punto di vista sul mondo. Al centro del libro c'è una ragazza, Amina-Laura, comparsa d'improvviso nel giardino dello scrittore, vittima dei genitori adottivi, drogata, che si dà facilmente, con rabbia e, al tempo stesso, con cruda indifferenza. Si assiste così alla vicenda, che già Bevilacqua negli ultimi tempi ha raccontato, del riscatto e della salvezza della ragazza a opera dello scrittore, prima attraverso trepidi e dolci colloqui di confessione e di incoraggiamento, poi con l'offerta di un viaggio per il mondo, in luoghi fascinosi e curiosi, da cui la ragazza invia lettere riportate con tutto il loro lirismo, le loro riflessioni spirituali e morali, i casi e le coincidenze che le accadono. Le lettere disegnano un itinerario di liberazione che a Venezia si conclude, con l'incontro di Amina-Laura con la vera madre, in un'atmosfera di sogno e morte che Bevilacqua sa creare con delicatissima purezza di toni. Ma le lettere sono troppo evidentemente scritte sul registro delle parti, troppo lunghe e non sempre originali, di riflessione del libro. E proprio il mistero a cui l'opera è intitolata non viene fuori come tema oggettivato in vicenda o situazione, se non nella conclusione. E' detto tante volte, Bevilacqua ci gira intorno con osservazioni e commenti, ma resta un motivo estrinseco, che non si traduce mai in angoscia o meraviglia o senso del sacro, se non in occasionali e brevi momenti (e non certo nella rievocazione di due amori, dove il mistero proprio non c'è, né di corpi né d'anime). Insomma, Bevilacqua, scegliendo il tono dell'esposizione e della conversazione, mi sembra tradisca se stesso, e riduce il suo discorso al livello della variazione intellettuale più o meno arguta e significativa, troppo, ahimè cara ai mezzi di comunicazione di massa. Posso sperare che ben presto ritorni al racconto puro? Lì si giocano durata e valore, quelli che gli garantiscono ben altre opere che questa. Giorgio Bàrberi Squarotti SORRISI DAL MISTERO Alberto Bevilacqua Mondadori pp. 223 L. 28.000

Persone citate: Alberto Bevilacqua, Bevilacqua, Giorgio Bàrberi Squarotti

Luoghi citati: Bevilacqua, Venezia