CLIC, LEZIONI DI CORPO
CLIC, LEZIONI DI CORPO CLIC, LEZIONI DI CORPO CORPO E FIGURA UMANA NELLA FOTOGRAFIA Elio Grazioli Bruno Mondadori pp. 357 L. 38.000 A fotografia, ha scritto Susan Sontag, dà la sensazione grandiosa di poter avere in testa il mondo intero, alla stregua di una antologia di immagini, tanto che collezionare fotografie, anche solo mentalmente, è come collezionare il mondo. Non c'è dubbio che l'invenzione della fotografia ha accentuato l'insaziabilità del nostro occhio, il suo desiderio prensile, persino aptico, di impossessarsi delle cose. Nel libro che Elio Grazioli ha dedicato al Corpo e figura umana nella fotografia c'è un'immagine di Robert Doisneau, Creature di sogno (1952) in cui un uomo disteso sul suo letto osserva le immagini delle pin up seminude e in pose provocanti appese alle pareti della sua stanza; espira il fumo e si sta gustando i ritratti delle sue donnine: «sogno e fumo, ma anche carne e fantasia, hé f llid ritratti delle sue donnine: «sogno nonché, fosse pure come pallido so¬ stituto, un poco di piacere senza compiacimento», scrive Grazioli nel commento. La foto di Doisneau allude forse al nostro modo di guardare la fotografia? E mi riferimento non troppo velato al suo e al nostro voyeurismo? Dinanzi a questo libro la prima tentazione è infatti quella di sfogliarlo come un album di fotografie, come una collezione di immagini in cui il posto principale è tenuto dalle istantanee di corpi nudi maschili e femminili; lo sguardo è sempre carico di desiderio, e la fotografia rivela fin dalle sue origini il bisogno di possesso che alberga nell'occhio umano: classificare, misurare, identificare, sono gli atti che appa¬ rentano criminologia, antropologia e pornografia sin dall'esordio del mezzo fotografico. Ecco la conturbante immagine di Nadar che ritrae un ermafrodito a gambe aperte mentre offre l'immagine del suo doppio sesso e una mano maschile il medico - lo mostra all'obiettivo fotografico (e dietro, come nota Grazioli, c'è l'ombra lontana e sfuocata della donna-uomo che si copre il volto in un estremo gesto di pudore); e ancora l'immagine di un nudo di anonimo del 1855, in cui la donna maschera la sua identità indossando una maschera, una doppia maschera: quella degli occhi e quella del sesso, in mezzo il corpo nudo costruito come un «tableau», una natura morta. Il sesso e la morte, come ha scritto Roland Barthes, occupano insieme il campo della fotografia, la fanno da padroni e istituzionalizzano lì il loro rapporto con il tempo. La fotografia è sempre spiazzante, come racconta l'autore in questo volume che è una vera e propria storia della fotografia, dalle origini ai giorni nostri; quando farsi fotografare era una rarità, le persone fotografate non si riconoscevano nelle immagini che il fotografo porgeva loro: sceglievano sempre il ritratto di un altro. Le prime fotografie che sezionano il corpo umano, che escludono testa e braccia dall'immagine dei nudi femminili e maschili, sono quelle dei maestri del Modernismo: Edward Weston, Margrethe Mather, Imogen Cunningham, Alfred Stieglitz; ma è soprattutto la fotografia surrealista, su cui Grazioli si sofferma, a far esplodere in modo consapevole l'interesse per la sessualità, per l'animalità dell'uomo a cui la fotografia e l'arte successiva saranno totalmente debitrici: non c'è tecnica o sguardo sul corpo che il surrealismo non abbia anticipato nella sua ansia di sperimentazione e di ricerca, nella sua visione di una fotografia che abbatte i confini tra forma e informe. In alto al o Coco Chai in una foto di Man Ra) Qui sopra, di Paul Ou «Nudo fen con guanti da imballai di carne», tratta dal \ di Elio Gra edito da Bruno Moi «Corpo e nella fotog CORPO E FIGURA UMANA NELLA FOTOGRAFIA Elio Grazioli Bruno Mondadori pp. 357 L. 38.000
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