Bimbo ucciso, caccia a un giostraio

Bimbo ucciso, caccia a un giostraio Frosinone, ancora in foga anche il ragazzo minorenne. Il supertestimone ora vive sotto protezione Bimbo ucciso, caccia a un giostraio Sarebbe lui l'adulto del gruppo PROSINONE DAL NOSTRO INVIATO Il capobranco è in fuga, i carabinieri all'inseguimento. «Siamo alla ricerca dei complici», avvertiva nei giorni scorsi il procuratore di Cassino, Gianfranco Izzo. E infatti da alcuni giorni i carabinieri sono sulle piste di due persone (un minore e un trentenne) accusate di aver partecipato alla spedizione mortale contro il piccolo Mauro. Le ricerche sono state allargate anche all'estero. L'uomo, originario della provincia di Latina, è un giostralo. Sarebbe scomparsa anche la station-wagon scura ben descritta nel racconto del giovane pentito e supertestimone. Si chiama Erick, ha 18 anni ed è peruviano. Ora vive blindato, protetto dai carabinieri per sfuggire alla vendetta di tre persone, che aveva sentito parlare del progetto assassino ma, ha detto ai magistrati, non aveva preso sul serio. E' lui l'ultimo a essere stato visto con Mauro. Ma non ha mai ceduto a emozioni: dopo l'omicidio, non dice nulla a nessuno. Fino alle testimonianze contraddittorie seguite alla scoperta del cadavere. E alla confessione. E' dalla sera del 25 novembre, quando Erik fa la sua prima deposizione d'accusa, che gli investigatori conoscono l'esatta composizione della banda (presunta) assassina. Il mattino dopo veniva arrestato Denis Bogdan, lo zingaro. Poi è toccato a Claudio, il quattordicenne. Immediatamente partivano anche le ricerche del secondo uomo. Il quale, però, fiutato il pericolo, s'è dileguato. I carabi- nieri comunque sembrano tranquilli. «E' questione di giorni», dicono. Anche se per mestiere l'uomo è un girovago, e ha conoscenze in molti posti, lo acciufferanno. E a quel punto sarà interessante ascoltare il suo racconto. La stessa fuga suona come indiretta ammissione di colpa. Ma potrebbe anche trattarsi del panico di chi, magari perché gravato di alcuni precedenti penali, si sente ingiustamente accusato. Oggi, intanto, è prevista una nuova serie di interrogatori. Sarà sentito il quattordicenne Claudio, che da due giorni è chiuso a Roma nel carcere minorile di Casal Del Marmo. Il suo avvocato è in preallarme. La ricostruzione dell'accusa l'ha letta sui giornali. Attende di sentire le contestazioni dirette. Altre persone saranno sentite nel palazzo di giustizia di Cassino. Verrà convocata Concetta Lupo, la giovane di Piedimonte che sostiene di aver incrociato Mauro la sera di mercoledì, intorno alle 19, sul corso principale del paese. A quell'ora, sostiene la procura, il bambino era già morto. Secondo i carabinieri, che hanno fatto accertamenti, la donna potrebbe confondere le date: non era mercoledì, ma martedì il giorno in cui quasi investì Mauro con il suo motorino. Lei però insiste. E i magistrati vogliono sentirla di persona. Da notare che sul tavolo della procura è arrivato un rapporto dell'anagrafe dove si registra la parentela che lega Concetta Lupo al giostraio ricercato in queste ore. Sono cugini. Resta ancora misterioso il movente del delitto. Cosa c'è sotto? Quale è questa causa gravissima, agli occhi dei balordi, che ha fatto decidere una punizione così grave per Mauro? Ufficialmente ci si trincera dietro i «futili motivi». Ma se si vuole chiudere definitivamente il caso, oltre a ricostruire la dinamica dei fatti, bisognerà dare una spiegazione plausibile a questa esecuzione. E così verrà sentito nuovamente il pentito - che adesso è sotto la protezione dei carabinieri - aspettando da lui i chiarimenti che finora sono mancati. La madre del ragazzo, da parte sua, cerca di fargli da schermo come può: «Mio figlio non c'entra niente - ripete da giorni - e non ha raccontato nulla. Ha visto Mauro, quel mercoledì, in piazza come tutti. Sbagliate a pensare che lui sia coinvolto. E' un bravissimo ragazzo, lavora saltuariamente come cameriere in un ristorante, studia». Ieri sia Rosa Forimi che Franco Iavarone, madre e padre di Mauro, sono andati al cimitero. Hanno scelto orari diversi per evitare d'incontrarsi. Mamma Rosa non vuole vedere nessuno. Nemmeno Annamaria, la mamma di Claudio, il quattordicenne fermato, che si dispera: «Quella sera mio figlio stava a casa. Sono malata da tempo e questo fatto mi fa stare peggio». [fra. gri.] La madre del quattordicenne fermato «Quella sera mio figlio era con me»

Persone citate: Concetta Lupo, Denis Bogdan, Franco Iavarone, Gianfranco Izzo, Mamma Rosa, Piedimonte

Luoghi citati: Cassino, Frosinone, Latina, Roma