EQUILIBRIO AL RIBASSO di Roberto Beccantini

EQUILIBRIO AL RIBASSO PAULA PRIMA PAGINA EQUILIBRIO AL RIBASSO campo tende sempre più verso picchi romanzeschi. Fuori casa, si continua a non vincere. Rispetto a un anno fa, dopo undici giornate, i successi ih trasferta sono precipitati da 31 a 11. A costo di ripeterci, segnaliamo che, con il bottino attuale (ventidue punti), la Fiorentina sarebbe stata terza, a tre lunghezze dalla Juventus e a cinque dall'Inter, entrambe allora - felicemente imbattute. La capolista conserva le tre incollature di margine che aveva accumulato. Il Parma (miglior difesa) scavalca Juventus e Milan e aggancia la Roma al secondo posto. Che sfida, all'Olimpico: e che cuore, la Roma di Zeman. La Lazio si appisola e sperpera un'occasione colossale. Sotto gli occhi di Maradona, Roberto Mancini firma una straordinaria doppietta e sorpassa Roberto Baggio (152 reti a 151). Il Parma era reduce dal brutto ruzzolone di Cagliari, il Milan dalla stimolante vittoria a spese della Lazio. Il faccia a faccia del Tardini si consegna ai dioscuri di Alberto Malesani, la pregiata ditta Chiesa & Crespo. Zaccheroni, lui, ha smarrito i gol di Bierhoff, cinque squilli nei primi quattro turni e poi stop. In trasferta, la Fiorentina aveva perso le ultime tre partite: con la Roma, a Parma, a Piacenza. Il Bari è una signora squadra e Fascetti un signor allenatore. Le parate di Toldo infilano in tasca a Trapattoni un punto d'oro. La Juventus è ormai un caso clinico. Ci può stare di perdere a Bologna (soprattutto contro questo Bologna, in serie positiva da sedici gare, coppe incluse), ma non così. I campioni d'Italia non vincono da un mese, 2-0 alla Sampdoria il 1° novembre. Profittando del ko della Fiorentina a Parma, si erano portati addirittura al comando. Una domenica. Quella domenica. Da allora, due punti in quattro partite. E senza Del Piero, un pareggio e zero gol in tre. Per tacere della dote in classifica (meno sette), del fatturato offensivo (meno tredici) e dell'incrementò delle sconfitte (da zero a tre). I turbamenti sollevati dal caso Istanbul mascherano negligenze ben più capillari. Dato atto a Lippi degli infortuni che il destino gli ha rovesciato addosso, non si possono tacere alcuni rilievi: i rincalzi non valgono i titolari (elementare, Watson); l'ultimo mercato è stato filosoficamente sbagliato (elementare, Moggi). Già la Juve non disponeva dell'organico più sgargiante, figuriamoci se le vengono meno lo spirito e le spinte. E adesso, a Istanbul. Giocare peggio che a Bologna non è facile, ma è pure difficile immaginare una Juve che, nel giro di tre giorni, sappia, possa e voglia trasfigurarsi. Visto l'andazzo moviolesco del gruppo di testa, il campionato non è ancora compromesso. Viceversa, l'Europa è fortemente a rischio. Un pareggio nella tana del Galatasaray potrebbe anche non' bastare. E nel corso dell'attuale Champions League, la Juventus ha dimostrato di sapere soltanto pareggiare (4 su 4). Roberto Beccantini