«Ristoranti spaccatimpani»
«Ristoranti spaccatimpani» Sotto accusa gli allestimenti minimalisti che non insonorizzano «Ristoranti spaccatimpani» Sos-da Londra: livelli sonori dafabbrica LONDRA DAL CORRISPONDENTE A cena con i tappi nelle orecchie. Sarebbe forse poco cortese nei confronti dei commensali, ma può diventare una difesa contro i pericoli della moda. Perché quella dice, in Inghilterra, che per avere successo un ristorante dev'essere un'ode al minimalismo: pareti nude, pavimenti di marmo e legno, lastre di vetro e pietra. Con il risultato che le chiacchiere fra commensali rimbombano anziché venire attutite dalla moquette vecchia maniera. I ristoranti più alla moda diventano infernali babeli: in decibel è peggio che essere in certe fabbriche. L'indagine, fonometro alla mano, è stata svolta dal «Sunday Times» a Londra, Manchester e Birmingham. Di 30 ristoranti presi in esame, 7 hanno registrato oltre 85 decibel, un livello a cui le leggi vigenti impongono da parte dei datori di lavoro l'installazione in fabbrica di cartelli di avvertimento e la fornitura di assistenza medica, nonché di tappi per le orecchie. Quando oltre alle chiacchiere degli avventori, che per farsi sentire parlano a voce sempre più alta moltiplicando il problema, c'è anche la musicha di fondo, il problema si aggrava. In un ristorante molto «in» di Londra, Henry's a Piccadilly, si toccano i 90 decibel, livello a cui in fabbrica la legge impone l'uso di protezioni. E' un male comune. Nei ristoranti post-moderni di Terence Conran, cattedrali dell'architettura e dell'arredamento di fine millennio, si è accolti da un boato: 83 decibel sia al Mezzo sia al Quaglino's, con punte di 93. Il rumore va a ondate: cresce fino a diventare assordante, nel tentativo degli avventori di far¬ si sentire dai commensali; e a quel punto tutti, vista l'impresa quasi impossibile, tacciono. Per poi riprendere dopo pochi secondi. «Sono livelli di rumore che uno trova negli stabilimenti dove si stampano lamiere», commenta Philip Hassel, responsabile del dipartimento di audiologia al Birmingham City Hospital: quasi 87 decibel all'Atlantic Bar and Grill di Londra, 88 al TGI Friday's di Birmingham. Caro, vecchio polveroso (e moquettato) Savoy Grill: tutto è perdonato. Osserva Adrian Gill, il «food critic» del giornale: «Sovente mi si chiede quale sia l'inconveniente a dover fare il critico di cucina. La gotta? L'indigestione? Il vero pericolo è di diventare sordi», [f. gal.] Un'indagine ha svelato che i ristoranti inglesi sono rumorosissimi
Persone citate: Adrian Gill, Philip Hassel, Savoy, Terence Conran
Luoghi citati: Birmingham, Inghilterra, Londra, Manchester
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