Baschi in piazza al grido di «viva Cossiga» di Gian Antonio Orighi

Baschi in piazza al grido di «viva Cossiga» SPAGNA Il leader dell'Udr aveva chiesto che le pene dei militanti Età fossero scontate nelle carceri locali Baschi in piazza al grido di «viva Cossiga» A Bilbao 50 mila sfilano in favore dei «prigionieri politici» MADRID NOSTRO SERVIZIO Aspramente criticata dal governo popolare del premier José Maria Aznàr e dal principale partito d'opposizione, i socialisti di Josep Borrell, stigmatizzata dai giornali madrileni, dal conservatore «Abc» al progressista «El Pais», la visita di quattro giorni (da lunedì a giovedì scorsi) nei Paesi Baschi spagnoli di Francesco Cossiga sembrava essere stata un flop. Fino a sabato sera, a Bilbao, quando l'ex presidente della Repubblica si è presa una grande rivincita. Davanti a più di 50 mila persone - scese in piazza per rivendicare l'avvicinamento dei 535 assassini «etarras» incarcerati in lontane galere della Penisola - le dichiarazioni di Cossiga sono state citate nell'intervento di un rappresentante di «Senideak», il «fronte carcerario» della organizzazione indipendentista Età. Non solo: «Euskadi Informacion», il braccio giornalistico della «galassia etarra», dedicava ieri una pagina alla censura della visita di Cossiga nei tg regionali della tv di Stato, ordinata da Madrid. Il portavoce di «Senideak», Juan Antonio Madariaga, ha preso la parola al comizio, dopo la gigantesca manifestazione che è sfilata per due ore nel capoluogo della Vizcaya dietro lo striscione «I prigionieri politici in Euskadi per Natale» e con i familiari degli «etarras» che portavano su cartelli le foto dei detenuti. Presenti i comunisti regionali, i sindacati nazionalisti e i dirigenti del democristiano Pnv (da una cui organizzazione giovanile nacque l'Età nel '58), il partito, al governo nella regione dal '77, che ha invitato in Spagna il senatore a vita. «Uno Stato che impedisce ad un prigioniero di vedere la sua famiglia, non compie giustizia bensì vendetta. E' un'affermazione che non proviene né dal mondo nazionalista, né dall'Età - ha esordito Madariaga, ex dirigente dell'Età -. Proviene da un osservatore che ha recentemente visitato il nostro popolo, l'ex presidente Cossiga. Ma l'avrebbe potuto dire qualsiasi persona dotata di buon senso». L'Età, come è noto, ha proclamato una storica tregua «indefinita ed incondizionata» lo scorso 17 settembre. «Euskadi Informacion» mercoledì scorso aveva dedicato tutta la prima pagina a Cossiga riportando a caratteri di scatola un'altra sua frase polemica: «Il processo di pace non solo deve dare una soluzione politica al problema della violenza, ma anche al problema politico basco». E ieri gli elogi a Cossiga sono stati ancora una volta incondizionati. «L'ex presidente italia¬ no Cossiga - scrive Itziar Izeta, uno pseudonimo che dà la linea della direzione strategica dell'Età - è stato in Euskadi invitato dal Pnv e boicottato in modo vergognoso dai popolari. Il veterano politico democristiano ha constatato quanto la sinistra nazionalista ripete in modo quasi testuale da moltissimi anni. Cossiga infatti ha detto: "La violenza dell'Età è la febbre. La febbre è il sintomo della malattia. Chi crede che la malattia si curi con l'aspirina commette un grave errore perché la febbre può tornare"». L'esecutivo di Madrid aveva espresso ripetutamente l'opinione secondo la quale la visita «non era necessaria perché non era necessaria nessuna mediazione internazionale», giudizio che l'ex Presidente ha respinto sottolineando l'opportunità di una mediazione come quella del senatore statunitense George Mitchell in Irlanda. Per i socialisti la «quattro giorni» era «estemporanea». «Abc» ha evidenziato: «I suoi servigi sono inutili». Per «El Pais», «l'operato di Cossiga come ministra degli Interni non passerà ai posteri né per l'efficacia riè per le misure umanitarie nei confronti delle centinaia di prigionieri politici che allora popolavano le carceri italiane». Ma per l'Età là visita è stata utilissima. E se i terroristi cercassero un «Mitchell» per trattare con Madrid, le lodi dimostrano che Cossiga è in pole position. Gian Antonio Orighi Francesco Cossiga circondato dai giornalisti dopo il suo arrivo a Bilbao per la visita di quattro giorni: l'invito al senatore a vita era arrivato dal partito democristiano Pnv, da una cui organizzazione giovanile nacque l'Età nel 1958