«Estradizione o processo» di Maurizio Molinari

«Estradizione o processo» «Estradizione o processo» «Una Corte europea? Farebbe politica» (/«AVVOCATO DI YILMAZ» AUGUSTO SINAGRA, avvocato del governo turco in Italia, perché la Turchia afferma che la presenza di Ocalan in Italia comporta dei rischi? «C'è una situazione di pericolo. Se venisse data l'estradizione in Italia si verificherebbero probabilmente gli attentati già avvenuti in Germania. Ma in caso venisse negata non posso escludere che ambienti estremisti turchi possano fare qualche cosa. Questa è una realtà, frutto della follia di chi ha favorito l'entrata in Italia di Ocalan». Che cosa c'è nel dossier arrivato da Ankara su Ocalan? «Accuse dettagliate e documentate anche per reati che non prevedono in Turchia la pena di morte. Stiamo parlando di 4900 chili di eroina e il traffico di droga prevede pene, come da noi, fino a 20 anni» Ma una volta tornato in Turchia Ocalan rischierebbe comunque la pena capitale... «La legge è legge, ovunque. L'Italia ottenne l'estradizione di Lido Gelli dalla Svizzera per alcuni reati e non per altri. Se l'estradizione è condizionata chi riceve l'imputato deve comportarsi di conseguenza». L'ostacolo sono i dubbi sul rispetto dei diritti umani. «E' vero che Ankara deve fare dei progressi ma fu in Italia, e non in Turchia, che quel tale Salvatore Marino entrò vivo in una questura e ne uscì morto: prima di giudicare gli altri bisogna pensarci bene. Marino non morì nella questura di Ankara ma in quella di Palermo». Quando presenterete la richiesta di estradizione? «In settimana, penso mercoledì. La richiesta sospenderà immediatamente la procedura per l'asilo politico. A meno che non si decida ancora di violare le leggi. Questo dicono i codici se poi Massimo D'Alema o Oliviero Diuberto fanno altrimenti è una storia a parte...». Perché siete contro la Corte internazionale? «E' un'idea fantastico-avventurosa, inaccettabile per Ankara perché invece di processare il signor Ocalan si vuole sottoporre ad esame politico lo Stato turco. Questo è inaccettabile». Ma se l'estradizione non vi sarà concessa? «Il processo deve essere fatto in Italia. Fa testo la Convenzione- europea del 1977 contro il terrorismo, ratificata anche da Turchia, Italia e Germania. Chi è accusato di reati di terrorismo deve essere o estradato o processato. Chi rifiuta l'estradizione è obbligato a fare un processo ordinario. A meno che l'Italia non voglia violare la Convenzione del 1977. Ocalan o viene estradato in Turchia o va processato qui». Escludete un processo ordinario in un altro Paese europeo secondo la Convenzione di Strasburgo del 1972? «Per noi un giudice ordinario spagnolo, svizzero, inglese o francese sarebbe affidabile. In linea di principio non ci sarebbe alcuna obiezione. Ma resta una domanda: perché ciò che non si è fatto per Priebke o Pinochet lo si propone per Ocalan?» Che cosa sta insinuando? «Il problema vero è che in Italia c'è un governo che, come ha detto un militante del Pkk, è comunista. E che con Abdullah Ocalan, leader del partito comunista curdo, ha a che fare un ministro comunista come Diliberto che espone la foto di Togliatti, ha origini comuniste ed è ha fondato un nuovo partito comunista. Fra Diliberto ed Ocalan c'è una solidarietà di fatto. Mai prima, nella storia dell'Italia repubblicana, un ministro di Grazia e Giustizia aveva chiesto che una persona arrestata fosse rimessa in libertà». Ma se non vi fidate di Oliviero Diliberto e del governo italiano perché volete fare il processo in questo Paese? «Ci fidiamo della magistratura, contiamo sulla sua indipendenza e poi, in Corte d'Assise, ci sono i giudici popolari che, per le leggi della statistica, mica son tutti comunisti». E l'espulsione? «Sarebbe una scelta autonoma del governo, un gesto politico». Maurizio Molinari «Voi siete a rischio dovete rispettare la Convenzione Ue contro il terrorismo» Il premier turco Yilmaz