Marodona, uno show contro Ferlaino di Enrico Singer
Marodona, uno show contro Ferlaino Dopo la deposfàone a Torino, l'ex campione del Napoli ospite del programma di Raffaella Carrà Marodona, uno show contro Ferlaino In tv accusa: «Non mi ha difeso sul complotto doping» ROMA. I chili in più si vedono. Ma la grinta è la stessa. E anche il cuore: quando dalla piazza Plebiscito, collegata in diretta, migliaia di tifosi invocano il suo nome, Diego Armando Maradona si commuove. Proprio come vuole il copione di «Carramba» e per Raffaella Carrà è un altro successo. Questa volta non ha fatto riabbracciare un padre e un figlio separati da anni e oceani. Ha riportato il «pibe de oro» a Napoli. Sia pure via etere e per pochi rninuti. Ma le emozioni, si sa, non si misurano con il cronometro. Poi arrivano gli ex compagni di squadra, un pallone, il nipotino e il miracolo è fatto. Il clou della giornata romana di Maradona si consuma così nell'auditorium Rai del Foro Italico. A pochi passi dall'Olimpico dove il campione ha dato qualche grosso dispiacere alle squadre romane quando giocava col Napoli. E Maradona, ieri a Roma, si è mosso con la stessa velocita dei suoi dribbling. Prima tappa l'aeroporto di Ciampino, dove è arrivato alle 17,43 in punto a bordo di un jet privato, noleggiato dalla Avioim- prese di Napoli, che era partito da Caselle poco prima delle 17. Jeans, felpa nera e giubbotto di pelle, Diego si è difeso dall'ennesimo, inevitabile assalto di fotografi e camera men. Spintoni, volti tirati. L'unica a sorridere, è la biondissima moglie Claudia che gli è a fianco. Subito dietro, il manager Guillermo Coppola e l'avvocato Cosentino, decine di agenti di polizia e di carabinieri. E un carrello con nove tra borsoni e valigie che vengono caricati in fretta su un pulmino viola. Maradona si sistema sul sedile dietro l'autista e mangia un mandarino mentre parte scortato dalla polizia. Sul pulmino ci sono anche Gianni Mina, che attendeva Maradona per registrare un'intervista per la sua trasmissione televisiva Storie, e il cantante Edoardo Bennato che avrebbe dovuto partecipare al programma. Avrebbe, perché la registrazione è stata rinviata a oggi. Troppi ritardi. Sono ormai le 18. Raffaella Carrà attende e ci vuole anche il tempo per una doccia all'hotel Excelsior, in via Veneto. Non c'è più spazio per raggiungere gli studi della «Dear», sulla Nomentana, dove era stata programmata l'intervista con Mina che Raitre ha messo in palinsesto per domani sera alle 22,50. Un'intervista che doveva essere esclusiva. Almeno nei patti presi, ma non rispettati proprio alla lettera da Diego. In Rai, anzi, c'è un certo malumore perché sia la «sorpre¬ sa» da Raffaella che l'intervista con Mina sono costate molti milioni. Quanti? Uffioialmente non si sa. C'è chi dice 200 per Carramba e 200 per Storie, comprese le spese di viaggio. I giornali argentini avevano anticipato che dalla Rai Maradona avrebbe ottenuto addirittura 750 milioni scatenando l'ira e la smentita del direttore di Raiuno, Agostino Sacca: «Non abbiamo speso nemmeno un quinto di quello che hanno scritto i giornali argentini». Del resto, tutte le star-ospiti vengono pagate. Polemiche a parte, Maradona ai suoi impegni e ai suoi compensi ci tiene. Fino all'ultimo aveva accarezzato l'idea di partire da Roma subito dopo lo show con Raffaella per raggiungere Madrid e prendere l'aereo argentino delle due di notte per essere alla Bombonera di Buones Aires in tempo per tifare per il suo Boca Junior che si gioca il titolo di «campione d'apertura» con l'Independiente. Ma ha deciso di rimanere a Roma. Allo stadio, si dice, ci andrà: per il derby capitolino. Escluso che vedrà dal vivo il suo Napoli. Con la squadra partenopea, Maradona ha un rapporto speciale. E anche le sue dichiarazioni di ieri lo hanno dimostrato. <A Napoli tornerò dalla porta grande e non da quella di servizio, come è accaduto sette anni fa quando mi hanno costretto ad andare via», ha scritto in una lettera al Mattino riaccendendo la polemica con Ferlaino: «Il mio aiuto può venire soltanto dopo un discorso franco e leale con Ferlaino sul passato e sul futuro». E al Tg5 ha detto: «Se io avessi avuto un presidente vicino, tutto quello che mi è successo non sarebbe accaduto. Ferlaino è stato un presidente vincente, grazie anche alla squadra che aveva costruito, ma dopo non mi ha difeso come doveva fare davanti all'antidoping». Un chiarimento ieri è stato sfiorato, perché Corrado Ferlaino alle 14 era comparso all'aeroporto di Ciampino. «Volevo incontrare Maradona, per salutarlo. Sono contento che sia in Italia e volevo parlargli. Tutto qui», dice il presidente del Napoli. Ma tanto basta per far pensare a una pace possibile. Ferlaino, quando ha saputo del ritardo dell'aereo di Maradona, non ha potuto aspettare e ha proseguito in auto per Verona dove oggi il Napoli gioca contro il Chievo. «Poi sarò all'estero per due giorni, ma se Maradona resterà ancora in Italia, credo che potremo vederci», ha detto. Alcuni sostengono che per Diego sarebbe pronto un contratto da «ambasciatore del Napoli per il Sudamerica», primo passo di un ritorno nel clan azzurro. Questa sì che sarebbe una sorpresa degna di un «carramba». Ma i bene informati giurano che l'apertura di Ferlaino è solo diplomazia. Enrico Singer
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