Sos dall'inferno di ghiaccio: stiamo morendo
Sos dall'inferno di ghiaccio: stiamo morendo Russia: l'appello via e-mail, ma da tre settimane le tempeste rendono proibitivi i voli Sos dall'inferno di ghiaccio: stiamo morendo Troupe televisiva bloccata dal gelo su un'isola nell'Artico MOSCA. Tre uomini - due giornalisti e un ricercatore - rischiano di morire assiderati, o di fame, o di entrambe le cose, nell'isola di Vranghel, sopra il 71° parallelo, 300 chilometri a Nord della costa della Ciukotka, 120 chilometri a Est del villaggio più vicino, l'unico dell'isola, che si chiama TJshakovskij e che hanno lasciato un mese fa per riprendere la flora e la fauna invernale della più sperduta, tremenda e gelida delle isole dell'artico. E' da una settimana che a Mosca è scattato l'allarme, da quando nella redazione della re- te tv giapponese Nhk è arrivato un messaggio via posta elettronica: «Venite a salvarci, non abbiamo più cibo, non possiamo muoverci, non abbiamo più neanche munizioni, uno di noi è malato». Era la «voce» - elettronica ma angosciata - di Tazukhiko Kobajasi, il cameraman della Nhk. Come siano riusciti a comunicare non è chiaro - il quotidiano Sevodnja che rac¬ conta la storia non lo dice - ma forse hanno un telefono satellitare che può collegarsi con Internet. Il che significa che avevano ancora batterie funzionanti per alimentarlo. Comunque la descrizione della situazione era vicina al panico. Kobajasi comunicava che stava perdendo la vista e aveva gravi disturbi intestinali. Il che forse aumenta le difficoltà di movimento del gruppo, che non sembra disporre di mezzi di locomozione adeguati alle tremende condizioni ambientali. Insieme con Kobajasi ci seno il ricercatore russo Nikita Ovsiannikov, che fungeva da accompagnatore, e il giornalista australiano, che lavora per la tv neozelandese, Rory Me Guinness. Dovevano tornare il 15 ottobre, ma decisero di prolungare le riprese. Poi è successo ciò che non avevano previsto: da tre settimane nessun elicottero riesce ad alzarsi dalla costa della Ciukotka per arrivare sull'isola di Vranghel. Violentissime tempeste di vento e neve stanno flagellando la regione, grande come l'intera Europa. Andare via mare, neanche a pensarci: Tutto è già ghiaccio e lo sarà fino al prossimo giugno. Quando il messaggio è arrivato i tre si trovavano vicino al promontorio di Blossom ed era il 22 novembre. Da allora non ci sono più notizie certe sulla loro localizzazione. Fatti i conti dovreb¬ bero avere riserve di cibo ancora fino a martedì prossimo. Non è nemmeno chiaro se l'unico centro abitato dell'isola, appunto il villaggio di Ushakovskij, sia in condizione di organizzare una spedizione di salvataggio. Vranghel ha un diametro di circa 300 chilometri, non dispone di strade ed è impervia. In quelle condizioni percorrere dieci chilometri è un'impresa anche in condizioni relativamente normali, E in questi giorni di tempesta la visibilità è pressoché nulla. A Mosca è angoscia. Il ministero per le Situazioni d'Emergenza ha dato ordine alla guardia costiera della Ciukotka di mettere in condizioni di allerta continua il migliore degli elicotteri di salvataggio della regione. Che attende, letteralmente con i motori accesi, il primo squarcio di visibilità per alzarsi in volo. Ma altro pare non si possa fare. Nel frattempo arrivano previsioni meteorologiche che più negative non potrebbero essere. Domani si annuncia un possente uragano proprio sul tratto di ghiacci che separa la costa dall'isola di Vranghel. Lassù questi uragani possono durare per settimane. Il che significa semplicemente che nulla può alzarsi in volo: né elicotteri, né tanto meno aerei. La notte polare si somma al cielo nero e ai vortici di ghiaccio a 100 chilometri orari, che possono scaraventare a terra anche un gigante dell'aria. I tre Robinson Crusoe dei ghiacci potrebbero non tornare mai più E' come se fossero sulla Luna. Giuliette Chiesa L'isola di Vranghel dove due giornalisti e un ricercatore sono bloccati dai ghiacci
Persone citate: Giuliette Chiesa, Nikita Ovsiannikov, Robinson Crusoe, Rory Me Guinness
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