Maradona, notte in procura

Maradona, notte in procura Interrogato per tre ore a Torino da Guariniello, alla Malpensa accolto da centinaia di tifosi Maradona, notte in procura «Il giudice scoprirà se ci fu un complotto» TORINO. L'interrogatorio finisce con il Pibe de oro redivivo che si affaccia dalla finestra del magistrato e saluta. Anche la moglie Claudia, stretta a lui, agita la mano. Non si era mai visto sotto un ufficio giudiziario. Ma Maradona è Maradona. E a Guariniello «e venuto a dire cosa sa dell'ambiente del calcio italiano», assicura il suo avvocalo, Vincenzo Siniscalchi, il solo a fermarsi con i cronisti, li il complotto? «Sarà il magistrato di Torino a dire se c'è stato un complotto contro Diego». Alle cinque delia sera, mentre Maradona si arrampica sulla scaletta di un volo Klm da Amsterdam per Malpensa, il suo procuratore GuiUermo Coppola si materializza alio scalo di Caselle e spara la parola complotto. Lo show mediaticogiudiziario di Diego Armando Maradona va in scena in ritardo e il vecchio manager provvede a riempire l'attesa. E quando finalmente il Pibe sbarca alla Malpensa sembra che ci metta del suo anche il Fisco spedendo un funzionario a consegnargli mia cartella esattoriale. Siniscalchi più tardi smentirà: «Era solo la notifica della convocazione a Torino» Dal magistrato che, part-time con la Carrà, ha riportato ^(Incommensurabile» sul suolo italiano. A 7 anni dalla fuga. E si riparte da quel giorno - 1" aprile 1991 - e dalle parole consegnate da Maradona ai posteri su un'altra scaletta di aereo: «Possibile rimanere positivo dopo 25 controlli? Un giorno la verità verrà fuori». Siniscalchi ha conservato la memoria difensiva di 11 cartelle che allora venne presentata alla Disciplinare per tentare di evitare la squalifica di Maradona, trovato positivo ai controlii antidoping dopo Napoli-Bari del 17 marzo precedente. E aggiunge: «La stranezza fu che Diego prendeva cocaina sino al giovedì e così fece anche quella settimana. Era il suo modo di restare nel gioco4 're giorni dopo, al momento dell'eventuale prelievo di urina, le tracco del consumo di cocaina dovevano essere pressoché scomparse». Il professor Donicke fu chiamato da Siniscalchi ad assistere alle controanalisi della pipi di Maradona nel laboratorio Coni dell'Acquacetosa, allora al di sopra di ogni sospetto. Tanto al di sopra che le obiezioni sollevate da Donicke «sul metodo di conservazione e trasporto delle provette non conforme ai regolamenti internazionali» si immersero nell'indifferenza generale. I titoli sui dubbi chi; le provette fossero state manipolate si esaurirono in fretta. Il Reprobo aveva o non aveva il vizietto del «tiro»? 15 mesi di squalifica. «Niente tappi a vite, né sigilli alle provette, quale garanzia di un'ineccepibile procedura. Ma, sette anni fa, parlare di regole sgangherate non fu possibile». L'avvocu'o Siniscalchi ha accompagnato Diego alla porta eh Guariniello come chi ha da consegnare al magistrato non solo un testimone, ma anche l'eredità della vecchia inchiesta. Aveva già portato la perizia di parte di Donicke al pm romano Roselli, ma qui a Torino si doveva mettere in scena l'atto primo della resurrezione del Pibe. «Chiederò alla Procura di Roma di acquisire il verbale dell'interrogatorio di Guariniello», conclude su! far di mezzanotte il legale. E' il suo modo di rivelare che l'attacco alla gestione del laboratorio dell'Acquacetosa è stato duro. Stasera a «Carramba», accanto al caschetto svolazzante della Carrà, il resto delia piccola catarsi mediatica in programma. Per il futuro, un po' più prosaicamente, Siniscalchi ha in serbo mia causa di risarcimento danni alla Federcalcio. Una cosina da 80 miliardi di lire Ispessito, persino bolso, ma sempre pronto allo scatto (magari contro i cronisti, come giovedì notte all'aeroporto di Buenos Aires). E comimque personaggio. «Sono molto contento di tornare a parlare con un magistrato italiano», aveva anticipato per cellulare da Amsterdam, in attesa di imbarcarsi con la moglie Claudia per l'Italia. Il volo prenotato dall'Argentina resta a terra, per «motivi tecnici» e, mentre lui aspetta, a Torino c'è chi si affanna a organizzargli un'alternativa per essere almeno a sera nell ufficio di Guariniello. Via la Mercedes monovolume con vetri osatati. Si noleggia all'istante un areo-taxi da Malpensa a Caselle (a spese della Rai che già gli paga un lauto cachet e il volo privato per Roma?). E ancora di corsa «non parlo, non parlo» - entra in procura alle 21. Per sentirsi chiedere da Guariniello se ha conservato qualcosa di più di un sospetto per quella storia lontana di pipì e provette, di analisi e controanalisi. Il magistrato ha già ùìterrogato Peruzzi e Carnevale, fra i pochi altri calciatori «pizzicati» dall'antidoping più farsa che si possa immaginare. Nell'inchiesta c'è ormai un capitolo sui figli e figliastri di quei controlli «all'Acquacetosa». Ma l'inchiesta e anche altro e il magistrato, che pesca in Internet notizie sul calcio-doping dal mondo, ricorda di aver letto di «centinaia di iniezioni antidolorifiche e diete dimagranti» cui si sottopose Maradona da calciatore. Ieri sera gli ha domandato pure di quelle cure. Così come in agosto chiese a Ronaldo del Voltaren e degli altri medicinali presi per guarire in fretta. Sempre più in fretta. Solo Guariniello non ha fretta. Due ore e mezzo resta il Pibe nel suo ufficio ed 6 notte vera quando i due escono e ricomincia la sarabanda di telecamere e tifo da stadio. Guariniello va a dormire. Maradona al ristorante con i vecchi amici del Napoli, Ciro Ferrara e Luciano Moggi. Dice appena: «Non cerco vendette». Guariniello? «Un tipo interessante». Alberto Gaìno Un funzionario del Fisco gii ha consegnato una cartella esattoriale Il campione: «Non cerco vendetta» Stasera nuovo show dalla Carrà