Sangue nel sud libano di Aldo Baquis

Sangue nel sud libano Netanyahu rientra precipitosamente da Londra: 7 militari uccisi in 10 giorni. Possibile un ritiro unilaterale Sangue nel sud libano Un 'altra strage di soldati israeliani TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il premier Benyamin Netanyahu ha ieri bruscamente interrotto una visita in Gran Bretagna per il precipitare della situazione nel Libano del Sud, dove negli ultimi dieci giorni i guerriglieri filo-iraniani Hezbollah hanno ucciso complessivamente sette militari d'Israele: un terzo di tutte le perdite israeliane nel 1998. Mentre picchetti di pacifisti invocavano davanti al ministero della difesa a Tel Aviv un ritiro immediati e incondizionato dal Libano, il capo di stato maggiore, generale Shaul Mofaz, ha fatto appello alla nazione affinché «non si confonda e non si ripieghi su se stessa». Mofaz ha molto calcato su due concetti: a) in seguito ad un ritiro affrettato le perdite israeliane (militari e civili) potrebbero aumentare piuttosto che ridursi; b) nella lotta unti-guerriglia, con gli oltre mille attacchi sciiti di quest'anno, nessun altro esercito al mondo sarebbe riuscito a contenere le perdite in 22 uomini uccisi. Parole al vento, però, per i familiari dell'ultima vittima, il sergente maggiore Eyal Cohen, secondo i quali Israele dovrebbe difendere la Galilea dal proprio territorio nazionale, e non dalla discutibile «fascia di sicurezza»: la zona del Libano meridionale occupata nel 1985. Nelle stesse ore a Teheran il segretario generale degli Hezbollah, sceicco Hassan Nasrallah, è stato incoraggiato a seguire la sua «luminosa stiada.* dal presidente iraniane Me, hammad Khatami e dallu -;gui da spirituale» Hashemi Rafsanjani. «Siete i pionieri di una lot¬ ta contro un'occupazione che incarna il terrorismo e l'usurpazione», ha detto Rafsanjani. Il sostegno iraniano agli Hezbollah non si limita alla retorica: secondo fonti israeliane i guerriglieri libanesi vengono abbondantemente riforniti, con voli settimanali all'aeroporto di Damasco, di razzi anticarro Faggott, delle micidiali mine antiuomo Claymor, le cui biglie di acciaio seminano la morte in un raggio di decine di metri, e di moderni sistemi di comunicazione radio. «Non c'è dubbio che dovremo rivedere le tattiche di combattimento» ha detto Netanyahu, dopo aver ieri appreso che due militari erano stati uccisi da altrettante bombe, mentre correvano verso il villaggio libanese di Markaba per assistere l'equipaggio di un carro armato danneggiato da un altro ordigno. A peggiorare la situazione dei militari israeliani, impegnati talvolta anche a poche centinaia di metri oltre il confine con il Libano, vi è il fatto che i guerriglieri sembrano conoscere in anticipo i loro itinerari, grazie alle «talpe» nei villaggi sciiti vicini alla Galilea. In linea di principio, l'idea di un ritiro unilaterale (nel rispetto della risoluzione 425 delle Nazioni Unite) non dispiace né a ministri del Likud - fra cui Yitzhak Mordechai (difesa) e Ariel Sharon (esteri) - né all'ex premier laburista Shimon Peres. Ieri Netanyahu ha ricordato al governo libanese che è suo dovere assumere il controllo del Libano meridionale e di contenere le attività di guerriglia degli sciiti. Se ciò avvenisse, Israele si ritirebbe. Ma le speranze per un ritiro unilaterale sono condizionate alla buona volontà di Iran e Siria. «Le prospettive di una intesa sono inesistenti» ha realisticamente constatato ieri Mordechai. L'Iran - ha confermato Khatami - vede negli Hezbollah un doloroso pungolo nei confronti di Israele e un efficace strumento per estendere la propria influenza politico-sociale in Libano. Per la Siria - che ha condannato gli accordi israelopalestinesi della Wye Plantation - è necessario impedire a tutti i costi a Israele di superare la guerra d'attrito in Libano prima di aver trovato una soluzione per la alture del Golan. Aldo Baquis «Beirut deve controllare la fascia di sicurezza» Ma la Siria non vuole collaborare j$ k Lo strazio del parenti di uno dei soldati uccisi In Libano meridionale Per l'esercito israeliano le perdite stanno diventando intollerabili