Cella pronta a Madrid di Gian Antonio Orighi

Cella pronta a Madrid Cella pronta a Madrid Nel carcere militare dove fu rinchiuso Tejero MADRID NOSTRO SERVIZIO A 13 giorni dalla probabile luce verde del ministro degli Interni inglese Jack Straw sulla estradizione in Spagna di Pinochet, il governo Aznar si sta già preparando per «accogliere» l'ex dittatore cileno. Il ministero della Difesa ha ordinato di approntare il carcere militare di Alcalà de Henares, a 30 km da Madrid, e l'ospedale militare «Gómez lilla», a Sud della capitale. Intanto la Svizzera ha richiesto ulteriori dati al giudice Baltasar Garzón per bloccare eventuali conti bancari di Pinochet, embargo richiesto con una rogatoria spiccata il 22 ottobre scorso. Secondo il madrileno «La Hazon», i preparativi sono condotti con la massima discrezione ed in segreto. «Approntare il carcere di Alcalà si giustifica in quanto Pinochet è militare. E se la sua salute lo richiedesse, il senatore a vita sarebbe vigilato nell'ospedale dell'Esercito Gómez Ulla», scrive il giornale. Il carcere di Alcalà de Henares, la cittadina che ha dato i natali a Miguel de Cervantes, e notissima in Spagna perché vi furono rinchiusi altri golpisti, i militari del fallito colpo di Stato dell'81, dal generale Jaime Milans del Bosch al tenente colonnello Antio Tejero. E' un grande complesso con 350 celle suddivise in quattro padiglioni. Inoltre ha il vantaggio di essere vicino alla base aerea militare Nato di Torrejon de Ardoz ove è probabile atterri Pinochet se viene estradato, ed è ottimamente collegato al Tribunale di Madrid grazie all'M-30 e all'M-40, i raccordi anulari della capitale. Il «Gómez Ulla», sito in calle del Ejército del popolare quartiere «rosso» di Carabanchel, è tra i più attrezzati ospedali di Spagna. Due giganteschi torrioni di 24 piani con 900 posti letto. Fortemente vigilato dalla polizia militare, è dotato di un gigantesco eliporto che funziona 24 ore su 24. Potrebbe dunque essere raggiunto comodamente, se ce ne fosse bisogno, dall'aeroporto di Torrejon. Garzón, il magistrato che léce arrestare Pinochet a Londra accusandolo di «genocidio, terrorismo e torture», continua a lavorare alla sua istruttoria. Secondo «El Periodico de Catalunya», il portavoce del ministero della Giustizia elvetico Viktor Schlumpf ha risposto alla rogatoria di Garzon richiedendogli ulteriori informazioni prima di procedere al sequestro dei beni di Pinochet, perche «non si sa neppure se tali beni esistono». Di parere nettamente contrario il governo di Berna il deputato socialista, storico e docente di sociologia all'ateneo di Ginevra Jean Ziegler, grande accusatore del segreto bancario elvetico. Annunciando per lunedì prossimo una interrogazione parlamentare in cui richiederà che venga tolto il segreto bancario e che si indaghi sui beni del sanguinario tiranno cileno, l'autore di La S\n.zzera, l'oro e i morti ha assicurato al quotidiano barcellonese: «Gli indizi di conti correnti di Pinochet sono considerevoli. Me ne resi conto per le assidue visite dell'ex dittatore in varie città del mio Paese ed in imprese belliche. Se il governo o le autorità elvetiche non daranno corso alla mia interpellanza, mi recherò molto volentieri da Garzón per testimoniare». E l'avvocato cileno Eduardo Contreras, autore della prima denuncia in Cile contro l'ex dittatore, ha dichiarato a Madrid che, se Pinochet ritornasse in patria, è possibile processarlo togliendogli l'immunità. Gian Antonio Orighi