Cavaliere «conteso» di A. Rap.

Cavaliere «conteso» Cavaliere «conteso» Braccio di ferro Ppi-Ds sulla riforma elettorale ROMA. Chi lo tira di qua (Cesare Salvi, Ds), chi lo tira di là (Franco Marini, Ppi). Berlusconi sta facendo la figura della «bella» per cui i focosi corteggiatori si accapigliano in mezzo alla piazza. La diplomazia segreta dei diessini sta lavorando alacremente per convincere il leader di Forza Italia ad aderire alla riforma elettorale del doppio turno di collegio (che favorisce i partiti maggiori). Mentre i popolari cercano di trovare in Berlusconi un alleato per ripiegare verso il doppio turno (darebbe potere ai partiti minori). Se non, addirittura, al proporzionale. L'allarme dei popolari lo ha scatenato ieri Salvi annunciando di avere trovato, sul doppio turno di collegio, «una disponibilità a discutere più ampia di quanto appaia» da parte di autorevoli esponenti di Forza Italia e Lega, ossia La Loggia, Urbani, Pera e Calderisi. Tutti interessati al doppio turno di collegio, che favorirebbe Forza Italia come più forte partito del Polo. Ma anche dubbiosi sui modi per convincere Berlusconi che sarebbe la via più favorevole. La strada per arrivare al cuore del presidente di Forza Italia, in verità, pare essere sempre il problema della Giustizia. Ed ecco che Salvi dice che è una «questione preminente» la necessità di dare parità tra accusa e difesa, spiegando che è, però, possibile solo mia «marcata distinzione delle funzioni» tra pm e giudice. Mentre «non ci sono le condizioni» per la separazione delle carriere. Di pari passo, i diessini hanno annunciato ieri di «condividere» la proposta degli avvocati di dedicare una sessione speciale in Parlamento alla riforma della Giustizia. Si dovrebbero inserire nella Costituzione, spiega Carlo Leoni, responsabile per la Giustizia dei Ds, «le garanzie della convenzione europea dei diritti dell'uomo alle persone accusate di reato». A queste sollecitazioni ha risposto ieri Berlusconi con una controproposta: «Una sola legge elettorale per tutte le istituzioni e per tutto il Paese. Oggi se ne contano 18. E' la partitocrazia e il dominio dei piccoli partiti. Solo su questo attendo il governo e sono pronto a trattare». I diessini trovano che non è un'idea campata in aria, ma non lo dicono ancora. Solo la Lega ha risposto, incuriosita, a Berlusconi dicendo che l'unica legge elettorale possibile per tutte le istituzioni è il sistema proporzionale «con sbarramento al 5%. Berlusconi sia più esplicito». I popolari invece accusano Salvi di essersi «fatto prendere la mano, ancora una volta, da un attivismo fuori luogo». Si metta in testa, dicono, che Ppi, Verdi e Si sono contrari al doppio turno. Intanto Marini chiede udienza direttamente a Berlusconi «per trovare ascolto anche dalle sue parti». E dice al ministro Amato che non si azzardi a pensare a fare le riforme a colpi di maggioranza: ci va il consenso di tutti. [a. rap.]

Luoghi citati: La Loggia, Roma