Colpi bassi in tv per il primo voto Udr di Fabio Martini

Colpi bassi in tv per il primo voto Udr Domani il simbolo in lista in quasi tutti i Comuni. Più alleanze con il Polo che con l'Ulivo Colpi bassi in tv per il primo voto Udr Mastella contro «i separati» ROMA. Da qualche giorno dagli schermi di «Telo Luna» e «Tele Benevento» il volto contrito di Clemente Mastella si rivolge ai suoi conterranei con queste parole: «Da beneventano che parla il beneventano e non il bolognese, vi dico: l'onorevole Casini è separato da sua moglie» e dunque non può essere votato dai cattolici e lo stesso discorso vale per l'onorevole Berlusconi «che mantiene due famiglie». L'Udr sembra aver affrontato il primo test elettorale della sua storia con una certa foga se è vero che, pur di strappare qualche voto in più, il suo segretario non esita a politicizzare gli affari di famiglia dei suoi nemici. Inseguiti dall'etichetta che li vuole «trasformisti» e «formazione virtuale», quelli dcll'Udr hanno accettato la sfida elettorale e domani il loro simbolo sarà presente in quasi tutti i comuni nei quali si vota. Ma l'analisi «geopolitica» delle liste Udr rivela la prima sorpresa: in giro per l'Italia il partito di Cossiga e Mastella si è mostrato ecumenico, ha stretto alleanze proprio con tutti, in un arco di forze che va da Rifondazione comunista (a Pescara) fino ad Alleanza nazionale. L'Udr è disponibile ad alleanze con chiunque, ma a conti fatti - altra sorpresa - sta più con il Polo che con l'Ulivo: sono dieci i comuni nei quali si presenta un'alleanza tra centro-destra e Udr, mentre soltanto in tre comuni e in una provincia i cossighiani si schierano con gli alleati di governo dell'Ulivo. E a Benevento, provincia natale di Mastella, si consuma un fenomeno speciale, lo sdoppiamento delle liste: accanto all'Udr «ufficiale», c'è anche l'Udm, l'Unione democratica per Mastella. Per l'Udr sarà una prima volta faticosa? «Complessivamente andrà bene - dice Mastella - anche se è da mettere nel conto un risultato a pelle di leopardo. In Campania conquisteremo risultati a due cifre, mentre altrove c'è da attendersi risultati alterni. Se non altro per un motivo: l'Udr è nata il 2 luglio e dopo neanche quattro mesi di vita non è possibile fare miracoli». Certo, quello di domani non ha il sapore di un sondaggio naziona- le, ma non è neanche un test insignificante: tra l'altro si vota a Roma (dove l'Udì- coire da sola); in due capitali del Nord-Est come Treviso e Vicenza (in entrambe l'Udì- è alleata del Polo), in due roccaforti rosse come Pisa e Massa e si vota anche nella capitale mastelliana, la provincia di Benevento. E anche se Mastella non lo dice, dentro l'Udr quasi tutti lo sussurrano: a Poma e nel Nord il nuovo partito rischia percentuali modeste. Ma questo non dovrebbe scalfire il progetto-Udr, almeno a sentire Francesco D'Onofrio, uno che conosce a memoria Cossiga e Mastella, ma che ora ne è nemico giurato: «Nell'Udr - dice il presidente dei senatori Ccd - convivono due anime: quella incarnata da Cossiga, interessata alla politica nazionale, proiettata sulle elezioni Europee e che al massimo può essere interessata dal risultato di Roma; poi c'è 1' "anima" mastelliana, radicata in Campania, Sicilia e un po' di Calabria che è interessata quasi soltanto ai risultati di queste regioni e per il futuro immagina di dividersi il territorio con il Ppi, alla maniera delle vecchie correnti De...». Eppure, se lunedì le urne dovessero rivelare un risultato in affanno per l'Udr, potrebbe esserci qualche sorpresa: «Non è un mistero - dice Gianfranco Rotondi, direttore di Quattropagine, quotidiano ufficioso dcll'Udr - che Buttigliene e il Cdu siano stati messi m ombra dall'attuale conduzione del partito e non è mistero che un partito solo parlamentare non funziona». Buttigliene e i suoi «soffrono», ma non hanno ancora deciso cosa fare, anche perche il filosofo si è fatto fior di nemici nei due approdi possibili, il Ppi e il Po¬ lo. E intanto, nella chiusura della campagna elettorale a Roma, Francesco Cossiga si è tolto un altro dei suoi proverbiali sassolini: «Un mese fa vennero da me dei miei giovani amici - Follini, D'Onofrio e Casini - a parlarmi della mia candidatura alla presidenza della Repubblica. Mi dissero: noi siamo qua, tutta Forza Italia è con te». E Cossiga ha chiuso con uno dei suoi sulfurei sfottò: «Ora vedo Casini profondamente turbato: sapendo che non avevo creduto alla sua offerta perché non conta nulla, lui ha messo tra me e il ritomo in quel tetro Palazzo, la forza del suo carisma politico». Ma con Casini può rinascere un'intesa se gli passerà «la sbronza di sentirsi forgiatore di politica italiana e fattore di politica intemazionale!». Fabio Martini «Cari beneventani non votate Casini e Berlusconi, hanno lasciato la moglie» L'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga