Fazio: per il lavoro ci sono le risorse di Stefano Lepri

Fazio: per il lavoro ci sono le risorse Il governatore: «Siamo nell'Euro grazie alla stabilità, Scalfaro ci è sempre stato vicino» Fazio: per il lavoro ci sono le risorse «Ma bisogna avere il coraggio di fare riforme strutturali» ROMA. «Ella, signor presidente, ci è stata a fianco...»: anni di rapporti spesso non facili tra Banca d'Italia e governi stanno per chiudersi con l'ingresso nell'unione monetaria. E' molto evidente, molto sentito il grazie del governatore Antonio Fazio a Oscar Luigi Scalfaro: il Presidente della Repubblica non ha fatto mai mancare il suo appoggio quando la banca centrale era attaccata, a cominciare dallo scontro con il governo Berlusconi nel 1994. In una esplicita risposta all'accusa di euroscetticismo mossagli da Romano Prodi, Fazio rivendica che «la credibilità monetaria è stata condizione primaria» per partecipare alla moneta unica. La Banca d'Italia - è la tesi centrale del governatore - non diventa meno importante con l'Euro. Il Capo dello Stato ricambia: «L'indipendenza della Banca d'Italia rimane essenziale anche ora che è nata la Banca centrale europea». Nel salone del Quirinale, sotto gli affreschi del Lanfranco voluti da papa Paolo V, formalmente si celebrava il «trentennale di lavoro», annuale festa dei lavoratori anziani della Banca d'Italia. Con Scalfaro alla vigilia del semestre bianco, fase finale del mandato, e con la Banca prossima a diventare un pezzo del «Sistema europeo di banche centrali», l'occasione è servita per riflettere sul passato e mettere punti fermi sul futuro. Scalfaro, guardando indietro, ricorda che proprio all'inizio della sua presidenza l'Italia fu sull'orlo del crack finanziario. Nell'autunno del '92, poco dopo l'uscita della lira dallo Sme, «il governatore (allora Carlo Azeglio Ciampi, ndr) perché fossero collocati i nuovi titoli del debito pubblico dovette chiamare tutte le banche per garantire che lo Stato li avrebbe onorati. Insomma lo Stato vendeva e ricomprava: un rapporto di fiducia si era rotto. Io temetti in quei giorni il peggio». «Quanta strada si è fatta da allora, con lo sforzo di tutti». Senza Scalfaro, ha fatto capire Fazio, sarebbero stati più gravi i danni del «difficile periodo di instabilità economica e istituzionale» at¬ traversato dall'Italia. Nel '94, «particolarmente impegnativa si presentava la lotta contro l'inflazione a difesa dell'economia e del cambio»; la Banca d'Italia dovette assumere «decisioni difficili, poco comprese nell'immediato e financo osteggiate», ovvero l'aumento del tasso di sconto contro cui il governo Berlusconi aprì le ostilità. Fu decisivo l'appoggio del Capo dello Stato «quale supremo garante». «Grazie di queste parole generose» ha risposto Scalfaro. A quella scelta dell'agosto '94 Fazio fa risalire «l'inizio di una strategia che avrebbe permesso al nostro Paese di abbattere l'inflazione». E' un modo per rivendicare una primogenitura nel risanamento che ha portato l'Italia ad essere ammessa nell'Euro; specie se si ricorda che la decisione del governo Prodi di mettersi in linea con Maastricht risale al settembre '96. Ma dei dissensi, veri o presunti, nel periodo della corsa verso l'Euro il governatore ha preferito non parlare. Ora, si attende a giorni quella che sarà l'ultima decisione della Banca d'Italia sul tasso di sconto: i mercati stanno sempre più allineando i rendimenti della lira con quelli del marco. Dal 1 " gennaio non esisterà più un tasso di sconto sulla lira (si chiamerà tasso di rifinanziamento sull'Euro), e quelle decisioni, materia principale del contendere tra banca centrale e politici, non saranno più prese a Roma. Prima e dopo l'Euro «autonomia e indipendenza della banca centrale - precisa Fazio - non significano arbitrio e separatezza; gli obiettivi perseguiti si raccordano con quelli stabiliti, per la comunità nazionale e intemazionale, dai Parlamenti e dai governi». Su quali siano questi obiettivi, non sembra sussistere dissenso. In modo assai più esplicito di altri governatori europei, Fazio proclama che l'obiettivo è «un sostanziale accrescimento dell'occupazione», perché è proprio l'occupazione! «la misura ultima dello sviluppo economico e sociale». «E' un obiettivo che può essere raggiunto» se si avrà il coraggio di «completare le riforme strutturali»: ovvero di modificare lo Stato sociale perché non sia più di ostacolo all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Il messaggio è esplicito: «Esistono le risorse per un rilancio delle attività di investimento che utilizzi il risparmio. Sta ai governi e alle forze sociali ricercare livelli di produttività e competitività della nostra economia che siano coerenti con questi obiettivi»». Stefano Lepri «Tocca ai governi e alle forze sociali ricercare le strade coerenti per raggiungere gli obiettivi Da sinistra Giovanni Agnelli con Nerio Nesi Sotto il presidente Scalfaro con il governatore di Bankitalia Fazio

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