Conte promosso da «Rolling Stone» di Marinella Venegoni

Conte promosso da «Rolling Stone» Per la prima volta un italiano «consigliato» dalla prestigiosa rivista Conte promosso da «Rolling Stone» // suo disco è uno degli imperdibili del '98 MILANO. Anche gli americani, alla fine, se ne sono accorti. Per la prima volta in saecula saeculorum, un disco italiano svetta fra i cento album da non perdere di questo 1998, in un elenco stilato dal prestigioso quindicinale newyorkese «Rolling Stone» : e questo disco non è del pur acclamato ultimo divo Bocelli, che sta véndendo melodramma a milioni nella patria del rock e del jazz, ma bensì del nostro professor avvocato Paolo Conte. Attualmente domiciliato all'Olympia di Parigi, dove sta per settimane mietendo il consueto, estasiato successo autunnale. Sarebbe tuttavia inutile leggere questa piccola e preziosa consacrazione negli Stati Uniti in chiave puramente italiota; che Paolo Conte, come oggi spesso accade, appartiene all'infinitamente piccolo e all'infinitamente grande, ad Asti e al mondo intero. Hanno ben poco di italiano i colori della sua musica swingata, mentre restano fissati nella classicità i sapori dei suoi testi: tanto particolari, da aver per primi attirato l'attenzione degli yankees. Il fatto, acclarato nell'ultimo concerto di Conte a New York che ha raccolto eccellenti critiche, ha stupito non poco perfino la star che negli ultimi anni sembrava voler asciugare sempre più la parola a tutto vantaggio della musica. A finire nell'elenco degli imperdibili di «Rolling Stone» è il disco «Tournée 2», un album dal vivo uscito alla fine di ottobre: un ideale percorso attraverso l'amatissimo Paolo Conte live, che prosegue dal disco numero 1 con identico titolo, e contiene in doppio album varie perle antiche e contemporanee, con titoli in italiano, inglese ed astigiano: «Rebus», «Tua cugina prima», «Sijmadicandhapajiee» (siamo dei cani di pagliaio, espressione contadina dell'Astigiano), la musica stupenda di «Don't Throw It In The WC», «La schiava del Politeama», «L'avance», «Il Loggio¬ ne», «Luna di marmellata», la deliziosa «Chi siamo noi» e molti altri titoli ancora. Ci sono, in più, alcuni brani mai pubblicati prima su disco. Si tratta dello strumentale «Swing», e poi «Legendary» e «Irresistibile» con la voce bruna di Ginger Brew (ma cosa credete? L'ha scovata a Cuneo, come del resto il fido contrabbassista Jino Touche). E poi «Nottegiorno» e «Roba di Amilcare»: quest'ultima canzone, crediamo sia stata eseguita pochissime volte dal vivo, ed è fiorita a sorpresa durante il Premio Tenco '97, quando l'Avvocato più musicale al mondo ha voluto rendere omaggio alla memoria dei due organizzatori storici del Premio Tenco, Amilcare Rambaldi e Bigi. Ci dilunghiamo perché è un brano tenerissimo e curioso: come in una immaginaria piccola Divina Commedia, l'autore incontra i vecchi amici e ne canta il leggendario fiuto di scopritori di artisti. Resta solo da ricordare che Paolo Conte, alla fine dei Settanta affermato autore per altri, debuttò in prima persona proprio al Tenco, sulle tavole dell'Ariston con i buoni auspici dei due amici. Un genio, Conte, e pure un genio non immemore. Marinella Venegoni Paolo Conte

Luoghi citati: Asti, Cuneo, Milano, New York, Parigi, Stati Uniti