Nella scatola c'è un neonato

Nella scatola c'è un neonato Biella: nuovo caso di abbandono, dopo quelli di Milano e Bergamo. Un genitore è forse extracomunitario Nella scatola c'è un neonato Una donna lo salva dall'assideramento BIELLA. L'Ila abbandonato in una scatola di cartone tre o quattro ore dopo averlo partorito: avvolto in una coperta, ma ancora sporco di sangue e con il cordone ombelicale chiuso dall'elastico delle mutandine. Il piccolo ò stato salvalo da una settantenne che andava in chiesa. Una vicina di casa, madie di un figlio di 11 mesi, l'ha poi lavato, riscaldato e coccolato, in attesa di un'ambulanza. Ora Antonio Tiziano (in ospedale lo hanno chiamato con i nomi degli infermieri che lo hanno soccorso per primi), due chili e 670 grammi, (uno dei genitori è forse extracomunitario), è ora in un lettino dei reparto di pediatria del «Degli Infermi» di Biella ed è in buona salute. Dopo la videoteca di Milano e i marciapiedi dell'ospedale di Bergamo, il terzo bimbo abbandonato in pochi giorni ha avuto come culla lo scatolone di una saldatrice per officina meccanica. E, come sala parto, un angolo appartato del cortile di una cascina di frazione Battiana a Cossato, vicino ad un bidone dell'immondizia che i ragazzi del posto hanno dipinto con vernici multicolori. Lo ha salvato il fatto che ieri alle 15 Pierina Bertolone, 70 anni, residente con il figlio nella cascina (un complesso di vecchi alloggi rac- chiusi intorno ad un'antica chiesetta), doveva andare in parrocchia a pregare. «Sono uscita di casa per aspettare le mie amiche che dovevano passare a prendermi con l'auto - racconta l'anziana -. Appena fuori dall'androne della cascina ho sentito un pianto. Ho visto una scatola, ho pensato: "Ma cosa c'è, un cagnolino o un gatto?". Mi sono avvicinata, c'era una coperta multicolore. L'ho sollevata e sono rimasta senza fiato: "Oddio, ma questo è un bambino!"». Aggiunge la donna: «L'ho anche detto ai carabinieri: ho vissuto il periodo della guerra, ho perso mio marito, ma il trovare per strada un bambino ti fa perdere la ragione. Ho chiesto aiuto, è arrivata l'Agnese che ha un figlio di 11 mesi ed è pratica». Agnese Pitaccolo, 37 anni, ha preso quel fagottino in braccio e l'ha portato in casa. «L'ho svestito - racconta -. Indossava una maglietta ed un paio di mutandine. Era ancora sporco di sangue, il cordone ombelicale avvolto nelle mutandine: mi è sembrato fosse strappato. L'ho lavato con un po' di acqua calda anche per riscaldarlo, perché aveva i piedini molto freddi. Mentre lo pulivo, gli parlavo, e lui mi guardava con quei due occhioni. Chissà, mi ha quasi dato l'impressione di capire tutto, di aver compreso che per lui la vita si era fatta difficile fin dall'inizio». Continua la donna: «Lo ammetto, quando sono arrivati i medici con l'ambulanza, mi è dispiaciuto che lo portassero via così presto. Avrei voluto coccolarlo ancora un po', dargli ancora un po' di quell'affetto che la madre gli ha negato. Ho il dubbio che lo abbia abbandonato qui perché pensava che potessi prendermi cura di lui. Ma che io sappia, qui intorno non c'era alcuna donna incinta. E poi, se non vuoi un figlio, ci sono altri modi più semplici e sicuri: vai in ospedale, partorisci e dici che non lo riconosci..Ma lasciarlo lì fuori... se non passava la Pierina, sarebbe morto per il freddo». Ora i carabinieri stanno cercando la madre. «Con discrezione - dice il capitano Roberto Grassi -, perchè comprendiamo anche il suo dramma». Daniele Pasquarelli il La cascina in cui è stato trovato il neonato abbandonato

Persone citate: Agnese Pitaccolo, Antonio Tiziano, Daniele Pasquarelli, Pierina Bertolone, Roberto Grassi

Luoghi citati: Bergamo, Biella, Cossato, Milano