«Milosevìc tiranno»: clima da secessione in Montenegro

«Milosevìc tiranno»: clima da secessione in Montenegro Attacchi anche dal capo di Stato Maggiore destituito «Milosevìc tiranno»: clima da secessione in Montenegro ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «L'attuale regime non va d'accordo con chi pensa con la propria testa, per questo ritengo illegale la mia rimozione»: questa la dura risposta del generale Momcilo Perisic, l'ex capo di Stato Maggiore dell'esercito jugoslavo silurato due giorni fa dal presidente Milosevic. In un'intervista all'agenzia di stampa indipendente di Belgrado, Beta, il generale ha inoltre dichiarato che rifiuta il nuovo incarico di consigliere militare del premier jugoslavo Momir Bulatovic, fedelissimo di Milosevic. «Rimango a disposizione dell'esercito e del mio popolo» ha detto Perisic. In carica dal 1993, l'ex comandante in capo delle Forze armate jugoslave è stato destituito perché si era opposto all'intervento dell'esercito federale nel Kosovo. Non solo, ma nel gennaio di quest'anno aveva rifiutato di mandare i suoi uomini nel Montenegro. 11 presidente Milosevic aveva infatti l'intenzione di proclamare lo stato d'emergenza nella piccola Repubblica che insieme con la Serbia costituisce la Federazione jugoslava per impedire l'insediamento al potere del neoeletlo presidente montenegrino, il riformista Milo Djukanovic. Quest'ultimo, che ha votato contro la rimozione del generale, ha dichiarato ieri che le recenti purghe a livello politico e militare effettuate dal presidente Milosevic «mettono in discussione l'esistenza stessa della Federazione», aggiunendo che il pericolo non viene dai popoli di Serbia e Montenegro, ma dal regime di Belgrado. «Milosevic è un uomo che vuole il potere assoluto e per questo vede lo Stato come una sua proprietà personale». Anche il presidente del Parlamento montenegrino, Svetozar Marovic, ha accusato Milosevic di aver «ùùziato la fase tinaie della distruzione della Jugoslavia: per questo caccia coloro che non gli sono fedeli al 100%». Ingrid Badurina

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Kosovo, Montenegro, Serbia, Zagabria