Cossiga, ultimo duello con Aznar di Giovanni Cerruti

Cossiga, ultimo duello con Aznar Il premier: non merita alcun commento. L'ex Presidente: maleducato Cossiga, ultimo duello con Aznar SAN SEBASTIAN DAL NOSTRO INVIATO «Cossiga? Non merita nessun commento...», sbuffa José Maria Aznar da Madrid. Francesco Cossiga, che è quasi sull'aereo per il ritorno a Roma, ha un fremito. Come ha detto? Proprio così, che non merita nessun commento. Ahi! Per Cossiga che si è definito «gattone selvatico» questo è un altro graffio. E allora, con dotto argomentar di ricordi e parole, il signor Aznar si prenda pure del cafone: «Frequento la Spagna dal '76, li ho conosciuti tutti, e se questa dichiarazione di Aznar è vera è il primo uomo politico scortese che ho conosciuto in Spagna. Forse il giovane Aznar deve sapere che in politica la cortesia e la buona educazione contano molto. Impari questa lezione da un vecchio». E' che Aznar, in questa quattro giorni nel Paese Basco, era sempre riuscito a tacere. Ma ieri, D'Alema accanto e i giornalisti italiani davanti, no. Il gattone, o «el Tigre» come lo chiama l'accompagnatore ufficiale Giorgio Rebuffa, ne approfitta per dare l'ultimo saluto al premier spagnolo. Alla sua maniera: paragoni, allusioni, metaforici ceffoni. Tanto, come ha detto D'Alema interpellato in materia, «le iniziative politiche personali non vanno confuse con il rapporto tra governi», no? E il contrasto, lo scontro tra Cossiga e Aznar, è vicenda che riguarda gli affari interni del Partito Popolare Europeo, non c'entrano il Paese Basco e tantomeno l'Italia. Dunque, esaltato D'Alema «uomo di governo responsabile e persona educata», ecco qualche altra lezione al giovane Aznar. Una frase buttata lì: «E' come se polemizzassi con Aznar dicendo che vuole essere il capo dei Popolari Europei: una cosa che non esiste...». Nel senso che Aznar sì che lo vorrebbe, ma «non esiste» perché Cossiga organizza la resistenza. La buona educazione vuole che si colpisca solo dopo aver speso pa- role di rispetto. «Per Aznar ho grande considerazione, è consapevole delle sue qualità, freddo, buon calcolatore, conservatore con qualche sussulto di post-franchismo». In questa tenzone tutta interna al Ppe, per la millesima volta Cossiga nega intromissioni nelle faccende interne di Spagna. «Sarebbe un'intromissione se mi mettessi a trafficare con un banchiere spagnolo su chi far entrare nel Ppe o su Canale Cinco, Seis o Siete...». Che è, secondo Cossiga, esattamente quel che sta combinando Aznar con e per Berlusconi. Ha saputo di una solidale telefonata di Prodi ad Aznar: «Se il mio viaggio non avesse avuto altro effetto che accendere una minima simpatia tra i due sarebbe stato benefico. E' come se Prodi venisse in Sardegna per l'anni far la pace con Aznar!». Per Madrid Cossiga non meriterà commento, ma a parte lo scambio di graffiate con Aznar resta aperta la questione basca. Cossiga ha lasciato il segno, ha infastidito Madrid mettendo la sua autorevolezza a disposizione della causa basca, «problema europeo». Ieri mattina l'ha ricevuto José Maria Setien, il monsignore di San Sebastian che per Madrid è il «vescovo dell'Età». Segnali che creano qualche evidente imbarazzo al governo Aznar. Una settimana fa il vescovo Setien si era offerto come mediatore tra l'Età e il governo. «La Chiesa si occupi delle preghiere», aveva risposto Mayor Oreya, il ministro dell'Interno. Ma Cossiga è favorevole «ai buoni uffici della Chiesa». E prima di andarsene lascia un ultimo pensierino: «E' bene non respingere mai l'aiuto della Chiesa. Perché può sempre venire il momento, specie sul letto di morte...». Giovanni Cerruti Prima del rientro complimenti a D'Alema e un rimbrotto a Prodi L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga

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