« Il mio lavoro fu corretto » di Fulvio Milone

« Il mio lavoro fu corretto » « Il mio lavoro fu corretto » Parla il pm che anni fa archiviò la prima inchiesta BRINDISI DAL NOSTRO INVIATO «Sono sconvolto, arrebbiatissimo. La avverto, non permetterò che il mio nome sia infangato da insinuazioni su una mia presunta leggerezza nelle indagini in cambio di chissà quali favori», sibila Cosimo Bottazzi, il sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi che chiese e ottenne l'archiviazione dell'inchiesta sulla morte di Vito Ferrarese, ucciso dalla polizia il 14 giugno di tre anni fa. Il caso fu chiuso per «legittimo uso delle armi», il questore Forleo e i suoi uomini furono creduti quando raccontarono di aver sparato per difendersi dalle raffiche di mitra dei contrabbandieri. Si sa poi com'è andata a finire: l'indagine è stata riaperta, Forleo è stato arrestato e i suoi sono finiti sotto inchiesta. Dottor Bottazzi, la storia della legittima difesa era una menzogna, il mitra nel motoscafo dei contrabbandieri lo mise un poliziotto... «Che ne potevo sapere? Chi immaginava che dei funzionari di polizia, a cominciare dal questore, fossero dei bugiardi? Ho la coscienza a posto. Gli atti dell'incliiesta parlano chiaro, il mio lavoro è stato più che corretto. Posso ricostruue senza timori tutte le fasi dell'inchiesta». Perché non ha mai interrogato gli uomini della questura che spararono? «Non ritenni di doverli sentire semplicemente perché ognuno di loro mi fece avere una relazione scritta sui fatti. La vicenda era chiara, anche le perizie balistiche non lasciavano spazio al dubbio. Avevo posto un quesito all'esperto incaricato di analizzare la mitraglietta trovata neU'imbarcazione dei contrabbandieri: volevo sapere se l'arma aveva sparato, e la risposta era stata positiva. Perché avrei dovuto dubitare della versione della polizia? Loro dicevano che erano stati costretti a rispondere al fuoco dopo che l'elicottero era diventato un bersaglio dei contrabbandieri, e l'esito della perizia balistica sul mitra confer- «Sono scNon pimmaginmi mendegli uin d onvolto otevo are che tissero omini visa» mava quella ricostruzione. Tutto colhmava, insomma. Con gli elementi che avevo non potevo non chiedere l'archiviazione del caso». I familiari della vittima hanno accusato la polizia sin dall'inizio di questa brutta storia. Li ha mai ascoltati? «Sì. Ma le loro dichiarazioni non erano suffragate da alcun fatto, e un magistrato per procedere ha bisogno solo dei fatti. Chiesi ai parenti di Ferrarese di danni notizie dei due contrabbandieri che erano con Vito quando fu ucciso. Sarebbero stati dei testimoni preziosi, ma non si sono mai presentati». Torniamo alle perizie balistiche. Fu accertato che il colpo mortale era partito dalla pistola del questore. Che cosa accadde allora? «Il dottor Giorgio Oliva (all'epoca commissario a Brindisi, ndr.) si assunse la responsabilità dicendo di avere usato l'arma di Forleo». Non ebbe il minimo dubbio sulla sua sincerità? «Ebbi qualche perplessità. Ma, ripeto, io dovevo attenermi ai fatti. Non ero sicuro che quel personaggio mentisse e che in quel momento si stesse autocaluimiando. E poi non dimentichiamo la mitraglietta da cui, secondo il perito, erano effettivamente partiti dei colpi. Per me non c'erano dubbi: la sparatoria c'era stata eccome. A quel punto chiesi l'archiviazione al giudice per le indagini preliminari, Buonfrate. Mi diede pienamente ragione nonostante l'opposizione dell'avvocato dei Ferrarese. Come vede, in due pensavamo allo stesso modo». Ha mai svolto indagini con Pasquale Filomena, uno dei poliziotti finiti in carcere? «No. Scriva che Cosimo Bottazzi non ha mai avuto a che fare con le malefatte vere o presunte dagli uomini della questura di Brindisi. Il veleno, ammesso che esista, potete andare a cercarlo in altri uffici giudiziari. Io con questa sporca storia non c'entro niente». Fulvio Milone «Sono sconvolto Non potevo immaginare che mi mentissero degli uomini in divisa»

Persone citate: Bottazzi, Buonfrate, Cosimo Bottazzi, Forleo, Giorgio Oliva, Pasquale Filomena, Vito Ferrarese

Luoghi citati: Brindisi