«Accuso giudici e un politico» di Giovanni Bianconi

«Accuso giudici e un politico» Si apre un nuovo fronte nell'inchiesta che ha portato in carcere l'ex questore Forleo «Accuso giudici e un politico» L'ispettore Filomena: contatti coi clan ROMA. Non si parla più solo dell'omicidio di un contrabbandiere nell'inchiesta che ha portato in carcere l'ex-questore di Milano Francesco Forleo. Puntuale, come in of>ni affaire che si rispetti, salta fuori - per presunti rapporti con la mafia - il nome di un politico «che attualmente ricopre incarichi». A lanciare i sospetti ò un altro poliziotto finito dietro le sbarro, l'excapo della sezione catturandi della questura di Brindisi, ispettore Pasquale Filomena, l'indagato in divisa sul quale i magistrati hanno raccolto forse ì maggiori elementi. Quel che finora si sussurrava intorno a questa indagine, ha preso corpo ieri quando dal carcere militare di Forte Boccca è uscito - reduce dall'interrogatorio del suo assistito l'avvocato difensore di Filomena. «Ci sono atti compilati da Filomena e da altri poliziotti - annuncia l'avvocato Mario Russo Frattasi -, redatti nell'ambito di un'inchiesta del 1996, nei quali si fa riferimento a dei magistrati e a un uomo politico». Sono i resoconti di alcune intercettazioni ambientali nelle quali parlano «un esponente della Sacra corona unita (la malia pugliese, ndr) e un individuo di notevole spessore culturale. 1 due non attribuiscono al politico fatti specifici, ma esprimono la volontà di ricorrere a determinate persone per ottenere utilità. Stessa cosa per i magistrati chiamati in causa». Sulle intercettazioni eseguite da Filomena il legale precisa che «alcune erano autorizzate dal giudice, altre no». Ma chi è il politico? L'avvocato non lo dice, e poco dopo, davanti a Forte Boccea, compare il deputato di An Enzo Fragalà. Entra, parla con Filomena, esce e dice: «Io non conosco le intercettazioni, so solo che il difensore di Filomena ha preparalo un esposto-denuncia su questi fatti che sarà corredato da documenti inoppugnabili». Poi aggiunge: «Il pentito della Sacra corona unita Antonio Scroti, nel 1995, fece gravissime dichiarazioni a carico dell'onorevole Bargone (attuale sottosegretario diessino ai Lavori pubblici, ndr), con riferimento a suoi presunti rapporti con la criminalità organizzata. Oggi stesso presenteremo un'interpellanza parlamentare perché il governo ci dica qual è la posizione di Bargone rispetto a questa indagine. Insomma, vogliamo sapere se è lui il politico a cui si fa riferimento nelle intercettazioni del caso Forleo». E così ecco saltato fuori il nome. Da quel che trapela da Forte Boccea, non si capisce che line abbiano fatto quelle intercettazioni, almeno quelle autorizzate. E non si capisce nemmeno se Filomena abbia specificato meglio le sue accuse davanti al gip, oppure se tutto rimanga affidato ai sospetti seminati dal suo difensore fin dal giorno dell'arresto del poliziotto per il «caso Forleo»: «Devono terrorizzarlo per farlo tacere». Da Lecce, invece, fonti della Procura antimafia ricostruiscono la vicenda in tutt'altro modo. Quelle intercettazioni fanno parte dell'inchiesta che nel 1996 portò all'arresto di Maria Rosa Buccarella, sorella del boss della Scu Salvatore, in carcere dal 1991. Sui nastri dei registratori della polizia sono rimaste incise alcune frasi della Buccarella che, parlando con un personaggio rimasto sconosciuto, farebbe il nome di Antonio Bargone. E direbbe, la donna, che proprio Bargone doveva intervenire su un magistrato per «aggiustare» una certa situazione. Nei colloqui della donna vengono citati i nomi di diversi magistrati - sarebbero sette in tutto - alcuni dipinti come «buoni» agli occhi dei malavitosi, altri come «cattivi». Anche alla luce di quelle intercetta- zioni la Buccarella fu arrestata e poi condannata a quattro anni di carcere, con il rito abbreviato. Ma oggi il suo avvocato lamenta che le registrazioni non furono mai trascritte integralmente; agli atti ci sarebbero solo i brogliacci redatti «in diretta» dalla polizia, che però non corrisponderebbero fedelmente al contenuto dei colloqui. Il «giallo», a questo punto, è completo. Ci sono davvero delle differenze fra registrazioni e resoconti sommari? E quali punti riguardano? Che ne è stato di quelle intercettazioni? A Bari, dove c'è la Procura competente a giudicare i reati commessi dai magistrati leccesi, viene comunicato che non c'è alcun fascicolo a carico di «toghe» tirate in ballo nelle indagini svolte da Filomena e i suoi uomini. In serata l'avvocato Russo Frattasi precisa che nell'interrogatorio di ieri l'ispettore non ha fatto il nome del politico né di altri perché «teme per la sua vita». Filomena ha invece negato ogni coinvolgimento nel «caso Forleo» - è accusato di aver sistemato la mitraglietta sul motoscafo della vittima, per simulare l'avvenuto conflitto a fuoco - e il suo difensore ne ha chiesto la scarcerazione. Ma quando Forleo è stato arrestato, Filomena era già in cella da oltre un mese, accusato di essere in combutta con uomini della criminalità organizzata pugliese e di reati che vanno dalla violenza privata al falso, dal favoreggiamento all'abuso di ufficio. L'avvocato chiede da tempo che l'ispettore venga ascoltato dai magistrati di Bari, proprio perché potrebbe riferire fatti che riguardano giudici leccesi e brindisini. Giovanni Bianconi L'onorevole Fragalà (An) «Il governo dica se è coinvolto il viceministro Bargone» »

Luoghi citati: Bari, Brindisi, Lecce, Milano, Roma