«Denis uno degli assassini di Mauro»

«Denis uno degli assassini di Mauro» Frosinone: è accusato di omicidio aggravato, sul movente gli inquirenti mantengono il silenzio «Denis uno degli assassini di Mauro» Fermato il ragazzo nomade, ma una donna lo scagiona FROSINONE DAL NOSTRO INVIATO L'hanno arrestato all'alba, il nomade amico di Mauro, Denis Bogdan, 19 anni. Dopo una ennesima notte di interrogatori e riflessioni, la Procura di Cassino ha deciso il grande passo: sarebbe lui, questo diciannovenne vestito alla moda e dalla faccia pulita, l'assassino del bambino. Come e perché sia accaduto, però, resta un mistero. La procura non scopre le sue carte. Dice il procuratore capo, Gianfranco Izzo: «Sono in coreo indagini serrate. Non è finita qui. Dobbiamo individuare altri complici». Denis Bogdan è in carceri; per omicidio aggravato in concorso con ignoti. «E' gravemente indiziato. A suo carico ci sono elementi più che probanti». Si apre il capitolo Denis, dunque. Due sere fa, tornando da un ennesimo interrogatorio, diceva ai giornalisti: «Mercoledì ho visto Mauro alle 18. Ero in macchina. Lui in bicicletta. Vicino al parco. Ero andato lì per telefonare alla mia fidanzata, che era malata, e vive al Nord». Di più non gli si riusciva a strappare, li dunque ci potrebbe essere un tabulato telefonico - della cabina pubblica del parco - che può confermare o smentire le sue parole. Sennonché c'è una donna, Antonietta Testa, cugina del bambino ucciso e parente anche di quel Claudio, 14 anni, che è stato interrogato nell'ultima settimana, che si precipita a offrirgli un alibi. «La sera in cui Mauro sparì - racconta - io vidi Denis qui sotto, nella sua roulotte, che parlava al telefono con la fidanzata. Ero uscita alle 19 per gettare la spazzatura, mi sono intrattenuta con la famiglia di Denis, sotto il tendone, fino alle 21 circa. Denis era sotto i miei occhi». E insomma i tabulati importanti diventano due. E in serata il pache di Denis, Bruno Bogdan, annuncia i risultati di una sua controindagine: olire alla procura la testimonianza di un ragazzino che avrebbe visto Mauro, alle 17,30, su un motorino al bivio di Koccasccca. A guidare il motorino un extracomunitario non meglio indentificato. Da ieri all'alba Denis è in completo isolamento. Vietati i i-apporti anche con il suo legale. Solo oggi vedrà i magistrati: hanno 48 ore di tempo per interrogarlo. «Aspetteranno fino alla 47esiina», si aspetta l'avvocato, Gaetano Mastronardi. E' evidente che l'accusa spera in un crollo psicologico del ragazzo. Se questa è la strategia, si spiega anche perché le mancanze di «l'air-play» giudiziario. All'avvocato del ragazzo, ancora ieri sera alle 1H si negava la notifica degli atti. «Le nostre sono conclusioni parziali - spiega il procuratore Izzo - e le indagini sono tutt'altro che concluse. Il fermo è stato disposto por omicidio aggravalo in concorso con altre persone. Che dobbiamo individuare. Anche la posizione del fermato è al vaglio per individuarne l'esatto ruolo». E ieri mattina, di nuovo, i carabinieri sono stati spediti sul posto del delitto, insieme ai volontari della protezione civile per cercare l'arma. Inutilmente. Nelle stesse ore, la sorellina di Mauro, Teresa, 14 amii, è stata sentita dai magistrati. Subito dopo è andata all'obitorio per l'ultimo saluto al fratellino. C'è aria di mistero irrisolto, insomma, anche nel giorno del fermo di Denis. La sensazione è che s'è decisa un'accelerazione che può scuotere l'ambiente di Piedimonte e soprattutto delle case popolari dove Mauro viveva e dove il gruppo di amici e balordi staziona. Probabilmente funzionano a pieno ritmo le intercettazioni. Ed è già arrivato il momento delle recriminazioni. I ragazzi e le ragazze del rione Gescal sentono come intollerabile, più che la continua presenza di carabinieri e giornalisti, l'ostentata indifferenza del resto del paese. Avvertono l'isolamento. Beagiscono con rabbia quando vedono passare da lontano qualche bicicletta che non si ferma e anzi accelera ai loro richiami. Ma il vero mistero di questa inchiesta resta il movente del delitto. Un movente che rinvia ai luoghi, innanzitutto. E cioè la inspiegabile presenza di Mauro e del suo assassino (ma secondo la procura, come s'è visto, gli assassini sono almeno tre) lungo la strada che da Piedimonte conduce a Pontccorvo. Venti chilometri di curve, effettuati a sera, con una temperatura gelida, che davvero non si spiegano. Una spiegazione a questi interrogativi è probabilmente nelle carte che la procura si appresta a trasmettere al gip Gallo, che ha tempo fino a sabato per esprimersi. C'è quella parolina, «omicidio aggravato», che lascia interdetti, Aggravato perché? «Questo assolutamente non possiamo dirlo», dice risolutamente il procuratore Izzo. «Se sveliamo l'aggravante, sveliamo il movente e tutto il resto», dice il pm Assunta Cocumello. Tre persone, l'orse quattro, rischiano efi essere iscritte nel registro degli indagati per aver fornito clementi falsi sugli spostamenti del bambino e di altre persone il giorno della scomparsa di Mauro. Francesco Grignetti Si cercano almeno altre due persone Alcuni giovani sarebbero indagati per false dichiarazioni

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