L'imbarazzo del ministro comunista di Antonella Rampino

L'imbarazzo del ministro comunista Il cossuttiano Diliberto, Guardasigilli del governo: non sapevamo nulla L'imbarazzo del ministro comunista MROMA A Diliberto sapeva? No, Diliberto non sapeva. O almeno, non sapeva proprio tutto. «Perché un conto è la solidarietà al popolo curdo - spiega il ministro - un conto è il caso Ocalan». E insomma quello che oggi è il Guardasigilli, ministro in carica per il partito dei cossuttiani, all'ex compagno di partito Bertinotti che sostiene «Cossutta e tutta la segreteria di Rifondazione comunista» sapevano del caso Ocalan, non risponde nettamente, «no, non sapevo nulla». Ma spiega che certo, in segreteria politica si parlava dei curdi come di tanti altri movimenti di liberazione nazionale... In un comunicato emesso da via Arenula aggiunge poi: «Non ho nulla da nascondere né oggi come Guardasigilli, né ieri come capogruppo». E chiede di «smetterla con le insinuazioni». Il Guardasigilli parla tramite portavoce: «Nella vicenda Ocalan mi sono scrupolosamente attenuto esclusivamente alle mie competenze istituzionali, e ho la ferma intenzione di non farmi trascinare in risse da stadio». E a smen- tire Bertinotti, il quale dice in buona sostanza che essendo Diliberto nella segreteria nazionale di Rifondazione, all'epoca, non poteva non sapere cosa si stesse preparando per Ocalan, è Armando Cossutta. E' a Pisa per un comizio, e quando ascolta il segretario di Rifondazione che parla al Tg3 quasi si mette a ridere: «Ma dice delle cose da pazzi, ma quando, ma dove... Noi non sapevamo nulla, di nulla, di nulla. In segreteria, prima dell'estate, noi parlammo del pacifista Frisullo, di come dargli una mano. Ma la parola Ocalan non è mai e poi mai stata pronunciata in ima riunione di segreteria, lo dico nel modo più netto». Per la cronaca, Frisullo è il pacifista che fu arrestato in Turchia per aver manifestato in favore dei curdi: tornato in Italia, si iscrisse a Rifondazione dopo la scissione dei Comunisti italiam, iscrizione che ha rimesso proprio ieri pomeriggio nelle mani di Bertinotti, per dissensi con Ramon Mantovani, il deputato bertinottiano che ha riportato Ocalan in Italia. Dunque, quello del leader del Pkk resta un giallo, ma a scatole cinesi. Come in un poliziesco, sarebbe importante stabilire, se non l'ora, almeno la data, l'epoca approssimativa in cui partì «l'operazione Ocalan». Perché i contatti per instradare il leader curdo ver- so l'Italia richiedono non settimane, ma mesi. E quello che Cossutta e i suoi temono, è proprio che Bertinotti e Mantovani abbiano «varato» l'operazione a loro insaputa, quando il partito, ancorché lacerato e «con le riunioni di segreteria in cui più che discutere si arrivava a un passo dal tirarsi le sedie», come dice Marco Rizzo, era ancora un partito unico. Su questo, Diliberto si è perfino lasciato andare, con i suoi collaboratori e amici più stretti. «Quelli sono avventuristi» ha detto. «E un conto è se la cosa è stata preparata adesso, ma se l'avessero progettata prima, senza dirci niente, beh, sarebbe la cosa più grave che hanno fatto, delle tante che hanno caratterizzato i cattivi rapporti interni». E in verità, che da un anno almeno Bertinotti tenesse all'oscuro di molte cose Cossutta è una cosa di cui il presidente si è molto lamentato, da tempo, e anche pubblicamente. Di certo però è che quello che era un unico Partito della Rifondazione Comunista è stato a lungo un partito bicefalo, di qua Cossutta, di là Bertinotti. O forse, Rifondazionc era un vero e proprio Kurdistan. I cossuttiani, infatti, accusano Bertinotti di qualcosa in più che il semplice avventurismo. Non avvertire il governo D'Alema, e poi annunciare come ha fatto Ramon Mantovani di aver «gestito» l'arrivo di Ocalan a Roma, è stato come lanciare un siluro, dice Marco Rizzo. «Questa vicenda nuoce all'Italia e al suo governo. E al governo ci siamo anche noi: Bertinotti vuole sempre nuocere ai cossuttiani», aggiunge. Ha un bel restare olimpico, Oliviero Diliberto, e fedele al suo motto, «sa com'è - dice - più le cose si complicano, più io resto sereno». Il guaio è che tutto quel che sfiora il comune passato in Rifondazione scatena sempre il Kurdistan d'Italia. Antonella Rampino «Nulla da nascondere stop alle illazioni» «Grave se l'intervento è stato premeditato» Il ministro Oliviero Diliberto

Luoghi citati: Italia, Kurdistan, Pisa, Roma, Turchia