Conso: il processo? Si può fare

Conso: il processo? Si può fare Conso: il processo? Si può fare «Il Consiglio d'Europa nomini una corte» IROMA L «processo europeo» ad Ocalan si può fare. Giovanni Conso, già presidente della Conferenza istitutiva del Tribunale Penale Internazionale, spiega quali sono le possibilità: processo in Italia o in Germania, Tribunale ad hoc del Consiglio d'Europa, trasferimento del processo in uno dei Paesi che ratificarono la Convenzione di Strasburgo del 1972. Perché il processo e non l'asilo o l'espulsione? «Il caso Ocalan pone un problema di giurisdizione intemazionale. Asilo politico ed espulsione sono ipotesi opposte, da tenere in sospeso in attesa che venga definita la vicenda giudiziaria internazionale. Occorre prima chiudere il processo». Un'estradizione potrebbe evitare il processo? «Ocalan non si può estradare in Turchia perché lì c'è la pena di morte. La Corte Costituzionale stabilì il principio negando l'estradizione di Pietro Venezia verso gli Usa. E Ocalan non si può estradare in Germania se non lo chiedono. Ma attenzione, la Germania rinnovando il mandato di arresto internazionale ha prorogato i termini per chiedere l'estradizione al 23 dicembre. Potrebbe farlo ancora, guadagnando altro tempo». Ma ci sono gli estremi per un processo? «L'unico atto che puntualizza i reati è del magistrato tedesco, che nel mandato di arresto indica fra l'altro fatti di terrorismo. Dunque bisogna applicare la Convenzione Europea sul terrorismo del 27 gennaio 1977 a Strasburgo e ratificata in Italia il 26 novembre 1985. La Convenzione di Strasburgo prevede o consegna o processo del ricercato: è una regola generale e chiara per quei reati incluso il terrorismo». Abdallah Ocalan potrebbe dunque essere giudicato in Italia o in Germania? «La Germania potrebbe fermarsi a metà strada e non chiedere l'estradizione per esigenze di ordine pubblico che contano quando c'è di mezzo il terrorismo. In Germania infatti vivoiu. grandi comunità di turchi anche curdi che potrebbero entrare in conflitto. Resta l'ipotesi di un processo in Italia, a parte analoghe esigenze di ordine pubblico. C'è un'altra strada da seguire...». La Corte Intemazionale? «Per un caso di diritti umani e che coinvolge l'Europa la cosa migliore sarebbe affidare la competenza ad un organo sovranazionale. Visto che il Tribunale Penale Internazionale ancora r m è in funzione l'esempio da prendere sono i tribunali ad hoc simili a quelli istituiti dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sull'ex Jugoslavia e sul Ruanda. Trattandosi di un problema europeo bisogna guardare al Consiglio d'Europa che in breve tempo potrebbe, avendo la volontà politica, dar vita ad un Tribunale ad hoc sulla vicenda Ocalan». Il Consiglio d'Europa ha questi poteri? «Non sono esclusi, è da ritenere che li abbia. Quando il presidente del Consiglio dice che Ocalan è una questione europea ha ragione». Gli Stati Uniti ci chiedono un'«invenzione giuridica». Quale potrebbe essere? «C'è una convenzione europea del 15 maggio 1972 stipulata a Strasburgo sul "Trasferimento dei procedimenti penali nell'ambito del Consiglio d'Europa". E' possibile trasferire un processo delicato in uno dei Paesi europei che l'hanno ratificata. Gli Stati che l'hanno fatto sono finora Austria, Danimarca, Olanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e la Turchia che non può essere presa in considerazione per la pena di morte. Ognuno degli Stati potrebbe dichiararsi disponibile ad accettare lo spostamento del processo su richiesta». [m. mol.] Giovanni Conso