Casi umani di tutta la tv unitevi

Casi umani di tutta la tv unitevi Nasce il sindacato degli attori che «recitano» nei programmi verità Casi umani di tutta la tv unitevi Ipersonaggi fasulli della tv verità hanno un'anima sindacale, sono disposti a scendere in piazza se non si riconoscerà loro lo status e la retribuzione di attori professionisti. Una folla sterminata di padri afflitti, madri lacerate, figli problematici si sta unendo a drappelli di coppie scambiste, mogli bastonale, malati incurabili, litiganti di condominio, parenti ritrovati, prostitute oscurate e poveri disoccupati. Assieme e in spirito con coppie lesbiche, cubiste pentite, maschi trasformati, si muovono compatti esigendo rettoscopie, tac, analisi del sangue, certificati ai morte presunta, ricevute di strozzini, lettere d'amore, biglietti di transatlantico e atti notarili. Nessuna fiction televisiva ci ha visceralmente appassionato quanto lo spettacolo della realtà che essi hanno interpretato per noi, sono la vera ossatura portante del nostro immaginario. Sulle loro facce segnate ora dal dolore, ora dalla rabbia, ora dall'estasi si è costruito il nostro bagaglio emotivo. Sono loro le tracce simboliche dell'autoavverarsi di ogni profezia, su di loro si sono spesso articolate analisi e riflessioni sulle derive della nostra società. Sono tutto questo ed anche di più. Un sistema ipocrita e perver- so li ha sempre costretti a dissimulare la loro identità, ma ora hanno detto basta e al grido: «Giù le barbe!» hanno deciso di mostrarsi a viso aperto. I segnali visibili del loro coming out sono apparsi dapprima impercettibili, poi via via più decisi. 11 primo è stato il signore siciliano che in una sera televisiva fece palesemente intravedere al pubblico appassionato la sua barba finta. Sotto il posticcio si celava il meraviglioso interprete di un appassionante conflitto tra padre e figlio. Ciò è bastato, il segnale è stato interpretato come il grido d'avvio di una rivolta e altri hanno seguito. «Chi scrive è un attore che in diverse trasmissioni televisive ha interpretato la storia di un caso umano...». Gino Abbatiello lascia la sua missiva vergata con grafia incerta nella cassetta della posta di Ippoliti. La lettera rivela il dramma di ima categoria del cui lavoro «si parla solo quando qualcuno si smaschera...» e quindi annuncia il progetto dell'uscita dalla semiclandestinità. Il Golem del Giornale Radio legge uno stralcio della lettera e cominciano ad arrivare le prime autosegnalazioni. Alessia laureanda in medicina svela la presenza di un regista che avrebbe diretto lei e la sorella rispettivamente nei ruoli di dog-sitter e padrona di cane per la somma di un milione a testa. «L'unica cosa vera erano i nostri nomi, la storia era del tutto falsa, ci hanno detto - a questo punto dovete litigare - abbiamo fatto una prova davanti a loro, abbiamo litigato un pochino e ci hanno detto che andava bene...». Vinicio invece è specializzato in vari ruoli di litigiosità urbana, ha un'officina nel centro di Roma e preferisce muoversi sull'immaginario meccanicomotoristico nei tribunali di cartapesta della giustizia catodica, gli viene meglio. Lui parla addirittura di uno psicologo che aiuterebbe i figuranti a entrare nella parte. Un solo cruccio il ruolo si sta inflazionando e la paga è dimezzata: «La prima volta ho preso un milione e due, poi un milione, poi seicentomila lire...». E' aumentata l'offerta ed è calato il prezzo, forse per questo i mesti interpreti della più illusoria delle verità stanno confusamente cercando di coordinarsi. La loro protesta avrà però senso se la televisione stessa deciderà di renderla visibile, ma il meccanismo creatore di realtà così false da essere verosimili non potrà mai ammettere pubblicamente il proprio segreto di Pulcinella. Se per assurdo ciò accadesse significherebbe che anche le nostre esistenze sono fiction e ogni ambiguità sarà sanata in nome dello spettacolo infinito. Questo è un altro film, ma di sicuro da quel momento in poi per i fasulli eroi del quotidiano artefatto non ci sarà certo né soldo né fama. Gianluca Nicoletta Padri afflitti madri lacerate e coppie scambiste si autodenunciano a «Golem» Un meccanico che viene pagato per essere litigioso e una studentessa per fare la dog-sitter

Persone citate: Casi, Gianluca Nicoletta Padri, Gino Abbatiello, Ippoliti

Luoghi citati: Roma