Pay-tv, la Moratti dal ministro di Roberto Ippolito

Pay-tv, la Moratti dal ministro La manager: non vogliamo il monopolio. Ma per Cardinale «il rischio c'è». Ue e Antitrust: due piattaforme Pay-tv, la Moratti dal ministro La Rai punta all'ingresso in «Canalplus» ROMA. C'è un via vai in Largo di Brazzà, a due passi sia dal Quirinale che da Montecitorio. Ieri mattina ha varcato il portone al numero 86 Letizia Moratti, da quarantott'ore presidente della filiale europea del re della tv Rupert .Murdoch. La Moratti ha preso l'ascensore, è salita al primo piano ed è entrata nello studio del ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale. Martedì è toccato a Franco Bernabò, da pochi giorni amministratore delegato della Telecom Italia, incontrare Cardinale. 'Sì, proprio Cardinale, il ministro che ha bocciato la progettata intesa Telecom-Murdoch (pilotata dalla Moratti e con la partecipazione della tv francese Tf 1 ) per la piattaforma digitale, la struttura per la tv a pagamento via satellite e via cavo. Cardinale teme che, con la sua potenza d'urto e i suoi miliardi, Murdoch soffochi il mercato e diventi monopolista. Queste cose sono state ovviamente ripetute negli incontri del ministro. Ma il fatto che i colloqui si siano svolti sembra testimoniare che si è avvertita la necessità del dialogo. Così Cardinale ha spiegato i timori, Bernabè ha in¬ dicato le opportunità che si presentano alla Telecom per sviluppare la rete e le competenze tecnologiche, la Moratti ha illustrato l'operazione negando qualsiasi volontà monopolista. Se non altro, un chiarimento è avviato. Ma 10 scenario non appare stravolto. Le riserve di Cardinale restano, come resta concreta la possibilità che l'alleanza sia sottoscritta presto: non si esclude che il progetto di intesa sia discusso martedì prossimo 1° dicembre dal consiglio di amministrazione Telecom. Del resto pur continuando a manifestare un giudizio negativo, per il ministro «i privati sono liberi di fare le loro scelte». Cardinale però contemporaneamente mette l'accento sul rischio che vede: per lui Murdoch può «essere monopolista passando dal calcio all'informazione grazie alla piattaforma digitale». Le forze politiche per 11 ministro «hanno il dovere di interrogarsi». E allora come trovare una via d'uscita? La domanda ha fatto da sfondo ai colloqui fra la Moratti, Bernabè e il rninistro che precisa di non avere strumenti per impedire quello che lui ritiene un possibile monopolio: «Ma c'è una normativa - dice - che può essere applicata, l'Antitrust esiste per tutti, non per alcuni». Il problema allora diventa individuare le regole che garantiscano, come afferma il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita, «una vera concorrenza». Ed è proprio Vita a rivelare una iniziativa che sta subendo una forte accelerazione: è all'esame dei ministeri interessati il regolamento (previsto dall'Unione europea) per il decoder aperto. Il decoder è l'apparecchio da abbinare al televisore e che consente la ricezione della tv digitale; renderlo aperto vuol dire consentire a chiunque di far arrivare nelle case il proprio segnale consegnando agli abbonati una scheda da inserire nel decoder. Vita ricorda che, appena disponibili i pareri richiesti, il ministero delle Comunicazioni potrà approvare il decreto: «Il testo predisposto dal nostro ministero - osserva - si muove nella linea di un decoder più aperto possibile in conformità alle norme comunitarie». Per il sottosegretario «quello del decoder è il punto chiave, ora che si delineano due piattaforme in concorrenza, per evitare che gli utenti debbano cambiare apparecchio a seconda della piattaforma a cui si abbonano». In sostanza, un solo decoder anche nel caso di due piattaforme. Ed è questa la situazione che sembra delinearsi: da un lato ci potrebbe essere la piattaforma Telecom-Murdoch-Moratti-Tf 1 ; dall'altro quella alla quale sta lavorando la Rai che potrebbe entrare con il 10% in Telcpiù, quota già messa a disposizione dalla francese Canalplus (forte del 90%). L'operazione potrebbe essere esaminata oggi dal consiglio di amministrazione della Rai ed essere definita entro la fine di dicembre. Due piattaforme dovrebbero essere sinonimo di pluralismo. E il commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert (contrario a una piattaforma unica) ha anticipato il sì all'eventuale patto Telecom-Murdoch: «Non ci sono dubbi, il mio atteggiamento è favorevole». E Giuseppe Tesauro, presidente dell'Antitrust, è stato esplicito: «Non ci può essere una sola piattaforma. E' bene che ce ne sia più di una». Roberto Ippolito

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