Il San Paolo in terra di Francia
Il San Paolo in terra di Francia Il gruppo all'attacco. Dopo la decisione di crescere all'1% nel Santander Il San Paolo in terra di Francia Guarda al Cffe al Crédit Lyonnais MILANO. «C'è stata una discussione, e stiamo considerando l'ipotesi di un'alleanza con il Crédit Commercial de France». Con queste parole Rainer Masera, amministratore delegato di San Paolo-Imi, conferma il progetto di ingresso nella banca francese che, tra l'altro, è già legata da alleanza a uno dei grandi azionisti del San Paolo, la spagnola Santander. Contemporaneamente aggiunge che l'istituto torinese è stato anche invitato a partecipare alla privatizzazione del Crédit Lyonnais. E questo il giorno dopo la decisione del consiglio del San Paolo di salire fino all'1% nel capitale del Santander. Con il Cff, spiega ancora Masera, l'intenzione è di «valutare se ci sono possibilità di sviluppare un disegno industriale», mentre per il Crédit Lyonnais le prospettive sono diverse, trattandosi di una privatizzazione. Discorsi industriali «sia in Italia che in Europa, America Latina e Stati Uniti verranno approfonditi con il Santander», aggiunge poi Masera, ricordando che, con il gruppo presieduto da Emilio Botin, il San Paolo è intenzionato a «costruire un'alleanza solida, e l'l% può essere il cemento sul quale partire». Masera, insomma, delinea un nuovo quadro di alleanze attraverso una sempre più stretta intesa con gli spagnoli di cui l'ingresso nel Ccf dovrebbe essere un corollario. Secondo fonti del mercato, il gruppo San Paolo dovrebbe conquistare la posizione di primo azionista del gruppo francese con una quota importante vicina al 20/25 per cento. Le risorse finanziarie per questo shopping non mancano all'istituto presieduto da Luigi Arcuti anche se l'impegno è consistente. Circa 380 miliardi vale 1' 1% del Santander, e altri 2000 miliardi ci vorranno per un 20% del Ccf, nel cui capitale assai frammentato spiccano oggi due soli grandi zionisti: la compagnia elvetica Suisse Life con il 14,5% e la compagnia francese Mutuelle de Mans con 1' 11,6%. Ma proprio lunedì l'Imi ha anche deliberato la cessione alla francese Dexia del 60% di Crediop, un'operazione del valore di circa 1220 miliardi che dovrebbe portare nelle casse una plusvalenza vicina ai 700 miliardi. Occasione per le dichiara¬ zioni di Masera è la giornata di studio organizsata a Roma dall'istituto per l'Enciclopedia della Banca e della Borsa. Alla quale era presente anche l'amministratore delegato dcHa Banca di Roma, Antonio Nottola. Il quale, a sua volta, non ha potuto sottrarsi alle domande sullo stato dei lavori per l'intesa Comit-Bancaroma. «Stiamo lavorando su un piano di fattibilità e pensiamo di chiudere l'esame in tempi rapidi» ha detto Nottola, augurandosi che l'esame del piano possa concludersi entro dicembre. «Non ci siamo dati una deadline » ha chiarito Nottola «ma è certo che non andremo alle calende greche. Non ci po¬ niamo comunque il problema di qualche giorno in più o in meno per terminare l'esame del piano». Toni pacati, insomma, che quasi riecheggiano i toni calmi degli amministratori delegati della Comit che, salvo contrordini, non riunirà il consiglio di amministrazione prima del 18 dicembre. Nottola ha poi precisato che la «due diligence» sarà uno degli aspetti tecnici che verranno presi in considerazione una volta terminato lo studio di fattibilità. Ed ha concluso: Sarà solo quando avremo chiuso il progetto che valuteremo se esistono ancora le convenienze per le nostre banche e per i nostri azionisti». [r. m.] Comit e Bancaroma stanno studiando il piano di fattibilità Una decisione vicina Rainer Masera
Persone citate: Antonio Nottola, Emilio Botin, Luigi Arcuti, Masera, Nottola, Rainer Masera
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