«Nucleare, occasione sprecata» di Maria Corbi

«Nucleare, occasione sprecata» Il ministro Zecchino: sì alla fissione sicura. I Verdi insorgono. L'Enel attacca Ronchi sulla carbon tax «Nucleare, occasione sprecata» Bersani e VAuthority riaprono la polemica ROMA. Dieci anni fa la conferenza nazionale Energia e Ambiente sanciva l'uscita dal nucleare. Ieri dallo stesso palco la parola «nucleare» ò stata rilanciata dal ministro dell'Università e della ricerca scientii'ca Ortensio Zecchino. «La ricerca itaLiana - ha sostenuto il ministro - deve prestare attenzione al trattamento e smaltimento dei rifiuti radioattivi, senza trascurare la possibilità di giungere a reattori di fissione sicuri». E il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas Pippo Ranci ha affermato senza mezzi termini che «l'abbandono del nucleare è stato per il nostro Paese mia sconfitta tecnologica che ha cambiato completamente la prospettiva di sviluppo di un settore chiave per l'economia nazionale». Anche per il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani è ora di riparlare di nucleare incominciando dalla soluzione del problema dei rifiuti radioattivi e del «decommissioning». «Per i rifiuti - ha detto Bersani - abbiamo cominciato a discutere sulle linee di indirizzo per il sito nazionale». E per aiutare gli italiani a familiarizzare con la parola nucleare Bersani lancia un ironico progetto: «Dovremmo organizzare - dice dei pullman in Francia e Spagna - per far vedere come si vive tranquilli accanto ad impianti di stoccaggio dei rifiuti nucleari». In questo settore, ha aggiunto il ministro, è necessario che l'Italia segua «una strada ordinata, dopo che siamo rimasti fermi un po' di anni». Dichiarazioni a cui il ministro dell'ambiento Ronchi risponde con un no comment e che Legambiente boccia senza appello. «Non riusciamo a capacitarci - ha dichiarato il direttore generale di legambiente, Francesco Ferrante - di come, men¬ tre il resto d'Europa di appresta ad abbandonare il nucleare, Zecchino chieda di invertire il corso della storia». In serata Bersani ha rettificato le sue affermazioni, sostenendo di essere stato frainteso: «Sul nucleare il Paese ha già deciso con il leferendum, anticipando orientamenti che sono in discussione in molti altri Paesi». Ma si apre anche un altro terreno di scontro. Sulla carbon tax è guerra. La conferenza nazionale Energia e Ambiente riaccende gli animi. Il ministro dell'ambiente Edo Ronchi difende quella che definisce «una delle misure più innovative e importanti sia sul piano delle politiche ambientali, sia su quello delle politiche industriali». Dalla sua parte anche il presidente del Consiglio Massimo D'Alema secondo cui «la carbon tax è una scelta coraggiosa che avvia una sostanziale riforma della tassazione dei prodotti energetici». Ma il presidente dell'Enel Chicco Testa attacca con decisione: «La carbon tax non è proporzionale al contributo che ogni combustibile dà alla produzione di Co2 e quindi è discriminatoria». «Prendiamo due carburanti come il carbone e il metano», spiega Testa, «per la stessa unità di energia prodotta il primo emette 100 di Co2, il secondo emette 40-50, cioè un pò meno della metà, ma se si mette sul metano una tassa quattro volte inferiore a quella del carbone è evidente che l'obiettivo non è la riduzione dell'anidride carbonica, ma diventa quello di discrirninare un combustibile rispetto ad un altro». Per Testa l'Italia «non può diventare una caldaia a gas», dipendere cioè per la produzione energetica solo dal metano. Altrimenti addio effetto concorrenza tra le fonti sui prezzi. «Dopo aver rinunciato al nucleare ha detto ancora il presidente dell'Enel - non si può rinunciare anche al carbone». La carbon-tax farà lievitare di circa il 30% i costi dei kilowattora prodotti da centrali a carbone. «Con la carbon-tax a regime - ha detto il ministro Ronchi - il kwh a carbone costerà 50,5 lire contro le 35 lire attuali». Maria Corbi B Il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi

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