IL VOLTO NUOVO DI LONDRA di Mario Ciriello

IL VOLTO NUOVO DI LONDRA IL VOLTO NUOVO DI LONDRA E, giorno di festa, per chi rispetta e ama l'Inghilterra, per ehi vuole questa nazione all'avanguardia nella difesa dei diritti umani. La sua Corte Suprema, la Commissione Giustizia della Camera dei Lords, si è pronunciata sul -«caso Pinochet» e ha stabilito che l'ex despota cileno non gode di alcuna immunità e può essere tenuto in stato d'arresto fino alla sua estradizione in Spagna o altrove. Vero è che la decisione poggia su un solo voto di maggioranza due dei cinque Law Lords hanno espresso parere contrario - ma ciò non diminuisce l'impatto della sentenza. Londra presenta adesso un volto nuovo. Tre dei suoi supremi magistrati hanno accettato la nuova filosofia della "globalizzazione» delle responsabilità penali di chi commette crimini contro l'umanità; in altre parole, questi individui devono essere perseguibili dovunque si trovino, non devono più usare le leggi per evadere la giustizia, devono divenire i «Wanted Men» dell'intera comunità mondiale. E' la filosofia che ha ispirato la recente creazione del Tribunale Penale Internazionale, e che ha già reso possibile alcuni processi all'Aia per crimini di guerra in Bosnia. Pochi avevano previsto questo epilogo. J più erano convinti che l'Inghilterra avrebbe fatto del suo meglio per permettere a Pinochet di decollare per Santiago su quell'aereo militare cileno che lo attende pazientemente vicino a Londra. Poi vi era la vigorosa campagna prò-Pinochet condotta da robuste forze conservatrici, nella stampa e nel partito. Ancora ieri Lady Thatcher ha lanciato un appello affinchè il «vecchio e fragile» senatore possa tornare a casa. E non bisogna dimenticare altresì la prima sentenza sul «caso Pinochet», quella emessa dalla Corte d'Appello di Londra e che dava via libera al prigioniero. Ma fu proprio la vacuità di quella sentenza a indignare militi cittadini e a indurre il governo ad appellarsi alla Camera dei Lords. Il giudice aveva ignorato la carta del Tribunale di Norimberga e la legislazione proposta dall'Onu in materia di torture, aveva concluso che Pinochet aveva diritto all'immunità perché capo di Stato durante gli anni della fenice repressione: e «uno Stato sovrano non impugna la condotta di un altro Stato sovrano in relazione ad atti sovrani». Il magistrato giustificava la decisione affermando che, in caso contrario, Clinton potrebbe essere arrestato in Inghilterra per crimini di guerra, o la Regina potrebbe essere fermata e processata altrove per reati commessi da soldati britannici nell'Irlanda del Nord. Ovviamente l'Inghilterra sarà adesso la beniamina di tutte le organizzazioni impegnate nella lotta per i diritti umani, che l'esorteranno a farsi paladina della «globalizzazione» della giustizia. Già si cita il caso di Poi Pot, morto tranquillamente in Cambogia senza che nessuno avesse tentato di portarlo dinanzi a un foro internazionale. Comunque si è sulla buona strada. Fra la creazione del Tribunale Penale Internazionale e il «caso Pinochet» si può anche sperare che, in futuro, despoti e tiranni staranno più attenti a non macchiarsi le mani di sangue. Mario Ciriello

Persone citate: Clinton, Lady Thatcher, Pinochet