Lira del Polo

Lira del Polo Lira del Polo «Il governo dica che non darà asilo» ROMA. Il Polo soffia sul fuoco riolla vicenda Ocalan, attizzato dall'ultimo clamoroso episodio, tinello del responsabile Esteri di Rifondazione che ammette di essere stalo .sull'aereo del leader del Pkk. E sfida il govenio in un dibattito parlamentare, tentando di far esplodere le contraddizioni della maggioranza in politica estera. Un dibattito già t'issato per mercoledì, annuncia Berlusconi, che chiede esplicitamente a D'Alema di dire «formalmente e definitivamente)) che non darà asilo politico al capo del Pkk. «In Parlamento potranno emergere tutte le ombre di questa storia», spiega. E illustra i «particolari inquietanti» dell'affare: il fatto che «ben tre partiti della maggioranza sostengano a spada tratta Ocalan, che questi sia venuto in Italia con la sicurezza di Irovaivi appoggio» e che la sua difesa sia stata assunta «dall'ex membro della commissione giustizia e ria un altro autorevole parlamentare Ds», Allusione appena velata a Giuliano Pisapia e all'avvocato Saraceni. Gianfranco Fini non è da meno. Ironizza sul «soccorso rosso internazionale che ha esposto l'Italia a seri rischi», eli pare «ormai assodato» che un comunista, Mantovani, «lo è andato a prendere a Mosca» e un altro comunista, l'attuale ministro di Giustizia Diliberto «in qualche modo lo agevola rifiutando di espellerlo». E giù. «Il premier sapeva o no della missione del deputato Mantovani?», incalza l'azzurro Marco Taradash. Mentre Domenico Contestabile parla di «trappola di Bertinotti» in cui D'Alema sarebbe «caduto come un pollo. Bertinotti ha usato i suoi legami con Mosca per portare Ocalan in Italia e mettere in imbarazzo il premier. E' uno scherzo fra comunisti». 11 Polo cerca insomma di approfittare dell'imbarazzante situazione in cui si è trovato dopo poche settimane di vita il governo D'Alema Ma il premier continua a ostentare tranquillità. Spiega di aver affrontato la vicenda alla luce di due principi, la lotta al terrorismo e la difesa dei diritti umani («non ci piace la pena di morte, né la tortura»). «1 retroscena li leggerò con curiosità», taglia corto D'Alema, aggiungendo che la sua responsabilità si limita al l'atto che «una volta giunto in Italia, Ocalan è stato posto sotto sorveglianza, applicando la legge». Ad ogni buon conto Diliberto prende le distanze da Bertinotti («nel partito succedevano cose strane, tant'è vero che ce ne siamo andati»), il quale gli risponde giudicando «inaudita» la diffamazione di un partito «che era anche il suo». Il leader Ds Veltroni bacchetta Prc giudicando «inopportune» le parole di Mantovani. Ma ne Ppi ne Udr accettano le polemiche. Cossiga tace e Manzione si limita a parlare di «gesl o grave» di Prc Mentre il popolare Pistelli incita a mantenere i nervi saldi. [m. g. b.]

Luoghi citati: Italia, Mosca, Roma