Visco paga le tasse e s'infuria di Stefano Lepri

Visco paga le tasse e s'infuria Visco paga le tasse e s'infuria «Contribuenti esasperati dai disservizi» ROMA. «Qualche giorno fa ho pagato la mia autotassazione di novembre e mi sono arrabbiato»: e dalla platea giù applausi. Davanti a una assemblea di artigiani, il ministro delle Finanze ha confessato un tratto di sana normalità che molti non gli sospettavano: anche a lui non fa piacere pagare le tasse (il versamento è stato di 16 milioni, pare). Uomo introverso, moralista, e poco tagliato per la tv, rischiava di passare alla storia con l'immagine perfida del vampiro cucitagli addosso dal suo nemico numero uno, l'ex ministro berlusconiano Giulio Tremoliti. Ieri, ha cercato di provvedere. Nella tradizione italiana non è tuttavia nuovo che il respon¬ sabile delle Finanze protesti per le troppe tasse. I ministri politici erano bravissimi a scaricare il barile: la colpa è degli altri, dei ministeri di spesa che chiedono sempre più, del Parlamento istigato dalle lobbies che inserisce costosi favori per questo e per quello, degli imprevisti, dei terremoti. Magari per buona creanza tacevano sul caso personale i ministri tecnici che, essendo arrivati lì dal vertice della carriera del tributarista (come Tremonti, Fantozzi, Gallo) figuravano già nella lista dei contribuenti maggiori. Il ministro delle Finanze più famoso, Bruno Visentini ('74'76, '83-'87) era uomo troppo raffinato per parlare di denaro. Ma fu lui a definire il fisco italiano «uno schifo», che quanto a cercare di immedesimarsi negli umori dei contribuenti era suppergiù lo stesso. Seriamente, Visentini denunciava l'impossibilità di «inseguire con crescenti tributi una spesa pubblica sempre più fuori controllo». Il ministro dal linguaggio più fantasioso, Rino Formica ('81-'82, '89-'9D definì il fisco «una forma di groviera tutta smozzicata, dalla quale ciascuno ha portato via il suo pezzo». Si paga troppo, e per giunta si fa fatica a pagare? Visco, tecnico e politico insieme, ha un'idea articolata che ha esposto ieri ai suoi interlocutori: 1 ) una grossa parte del carico paga i debiti degli sconsiderati Anni 80; 2) in ogni caso «l'Italia è al nono posto in Europa come pressione fiscale»; 3) l'esasperazione degli italiani contro le tasse, il «fateci campare» o «fateci lavorare», è soprattutto un riflesso dell'inefficienza della pubblica amministrazione. Pagare le tasse piace ancora meno che altrove perché si ha l'impressione di ricevere dallo Stato «non servizi, ma altri costi». La funzione fa l'uomo, e li- nora è stato normale che il ministro delle Finanze se la prendesse con i colleghi, a cominciare da quello del Tesoro, che non frenano le spese. Non sarà più così, forse, in futuro. Dovrebbe essere un solo ministro a prendersi la responsabilità se tagliare le spese o aumentare le tasse, come è in tutti gli altri grandi Paesi europei. D'accordo, Ciampi e Visco hanno cominciato a studiare l'unificazione: i dipartimenti per la riscossione dei tributi sarebbero trasformati in una agenzia gestita con criteri privatistici e ciò che resta fuso con il Tesoro in un unico ministero dell'Economia. Stefano Lepri Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco

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