«Noi,i ribelli dell'oceano»

«Noi,i ribelli dell'oceano» Parla un membro dell'equipaggio che si è ammutinato durante la traversata a remi dell'Atlantico «Noi,i ribelli dell'oceano» «Ridotti a schiavi per un record» UN'AVVENTURA FALLITA EL curriculum .John Langley aveva scritto di «voler viaggiare in lungo e in largo per il pianeta» e aveva sborsato 5 mila sterline per buttarsi nell'avventura. Gli avevano promesso il massimo. «Niente spazio, niente gelati, niente docce, niente sesso, niente letto, niente terra: tutto per un mese intero». Entusiasta, aveva preparato i bicipiti e la schiena e allenato la mente. Ma una notte il turno al remo gli è sembrato d'improvviso intollerabile. «Il vento era fortissimo, le onde alte ed era sempre più difficile mantenere il ritmo di 24 colpi al minuto. Eravamo ammutoliti. Non so spiegarlo, ma ci ha colto i\ terrore di fare rumore e svegliare i nostri compagni esausti». Parla a raffica Langley, ancora preso dalla visione dell'oceano nero e del cielo nero. «Mi sentii ridotto a schiavo». II giorno dopo si sarebbe ammutinato. L'occasione è arrivata venerdì 13, tredicesimo giorno di navigazione nell'incubo. Anche per un geofisico del Connecticut esperto in correnti marine che vive ad Aberdeen, in Scozia, è un giorno infausto e proprio quel mattino il generatore si è grippato. E in quel momento e naufragata la sfida mondiale per battere il record di traversata a remi dell'Atlantico, strappandolo a una barca francese «La Mondiale» - che nel '92 aveva bruciato tremila miglia in 35 giorni. «Gliel'abbiamo detto al capitano, a quel Roy Finlay, che non ne potevamo più. Senza generatore era impossibile conti- nuare». L'«Atlantic Endeavour», il goffo 12 metri a otto remi, con tre antenne e una bandiera, modellato in materiale superleggero, era diventato un guscio cieco e inospitale. «Mancava l'energia per le comunicazioni e far funzionare i sistemi di navigazione satellitari. E non si poteva desalinizzare l'acqua. Ecco com'è nato l'ammutinamento». 1 16 rematori si sono bloccati ed è cominciata la discussione, sotto un sole da 30 gradi, a 700 miglia dal punto eli partenza, le Canarie, e ancora lontanissimi da quello d'arrivo, le Barbados. «Sprezzante, Roy ci propose di continuare: invece dei sette litri quotidiani a testa per combattere la disidratazione ci saremmo dovuti accontentare di tre. Lui, diceva, avrebbe trovato la rotta anche senza Gps. Io ero contro, mentre altri, non ricordo bene chi, forse Andy, Damian e Gary, a favore. E' arrivato perfino a dirci che si sarebbe potuto alzare una vela, per andare piti veloci, come se cosi si potesse vincere un record di traversata a remi!». Roy Finlay non ò stato messo ai ceppi solo perché alla fine ha accettato di deviare e puntare alle isole di Capo Verde per una sosta tecnica. Poi, scuro in volto, si è rifugiato in cabina, a poppa. Secondo Langley, è la cabina una delle maledizioni che hanno fatto dell'«Endevour» una zattera della Medusa. «Lui era l'unico ad averne una, mentre noi... Dormivamo, se quello è dormire, in due ambienti soffocanti, stipati uno contro l'altro come animali, otto alla volta, in modo da mantenere la velocità sempre costante, cinque nodi». Due ore al remo, due ore di sonno e poi di nuovo al remo, di giorno. Di notte, invece, turni di quattro ore. «Una fatica bestiale, mentre lui, lo skipper, stava sdraiato a poppa a bersi caffè, a fumare e ad abbronzarsi. Ci gridava di accelerare, perché già dai primi giorni non riuscivamo a mantenere la media prevista di 100 miglia giornaliere. Al quinto, Graham non ci ha visto più e gli urlato: "Vieni qui a provare, se non ti va...". Roy gli ha spiegato dove doveva metterselo il remo...». Mancavano sette giorni alla rivolta. Ma la situazione per John Langley stava già degenerando. «Tremende, le vesciche. All'inizio portavo i guanti, ma quando le mani cominciano a sudare li senti scivolare, ti manca la presa, ti scoordini e perdi il ritmo. E devi toglierteli, anche se le dita bruciano». La-barca si era rivelata meno maneggevole del previsto e, mentre la velocità scendeva, si riducevano anche le razioni. «E' capitato che ci dovevamo accontentare di frutta secca e cioccolato, perché cucinare prendeva troppo tempo e al capitano dava fastidio il trambusto. Ma così le seimila calorie indispensabili a tentare il record andavano a farsi benedire». «Le nostre vite erano nelle sue mani e lui sapeva essere perennemente sgradevole. Perdeva le staffe per niente. Spegneva ogni fiducia. Finché il massimo l'ha toccato a Capo Verde: Roy avrebbe dovuto andare alla ricerca dell'olio e di un meccanico per la riparazione, al più presto possibile. Invece è sparito per ore, finché il mattino seguente l'abbiamo visto uscire dalla cabina, la famosa cabina, con una prostituta». Era il 17, un giorno come un altro per uno del Connecticut e per il furibondo equipaggio, in maggioranza scozzese, più un sudafricano e un australiano e una bionda irlandese. «L'abbiamo mollato lì, lui e la sua maledetta "Atlantic Endeavour"». Hanno preso l'aereo e sono fuggiti. «Così è andato in fumo un anno di preparazione»: John Langley e gli altri 15 avevano attraversato fiumi su corde sospese, corso di notte fino allo sfinimento, camminato per ore tra i rovi, pagaiato sulle rapide. «Masochisti? Non scherziamo. Ci dicevano che eravamo pazzi, ma noi volevamo vincere, finire sui giornali e in tv, entrare nella storia». John Langley si ferma di colpo e la telefonata dal Connecticut s'interrompe. Sui giornali è finito lo stesso. Anche la sofferenza e la sfortuna, quando sono da record, possono rendere famosi. Gabriele Beccaria La barca era partita dalle Canarie e avrebbe dovuto raggiungere le Barbados coprendo 100 miglia ogni 24 ore per 30 giorni «Abbiamo abbandonato il capitano perché scarseggiavano cibo e acqua e i turni erano così massacranti da piagare le mani Noi faticavamo e lui stava a poppa a bere e abbronzarsi» 'LI AMMUTINA?! 1° NOVEMBRE LA SPEDIZIONE SALPA DALLE CANARIE . 13 NOVEMBRE L EQUIPAGGIO DECIDE DI DEVIARE PER LE ISOLE DI CAPO VERDE SUD AMERICA 1 \ \ \ \ . 1 a. I | lì 17 NOVEMBRE L'EQUIPAGGIO ABBANDONA LA NAVE I i ìl L'«Atlantic Endeavour», protagonista dello sfortunato tentativo di record nell'Atlantico. Sotto, le isole di Capo Verde dove finita l'avventura

Persone citate: Gabriele Beccaria, John Langley, Langley, Roy Finlay