«L'amante giovane deve restituire i regali»

«L'amante giovane deve restituire i regali» Sentenza dà torto a una studentessa che convisse a lungo con uomo di 35 anni più vecchio «L'amante giovane deve restituire i regali» La Cassazione: se lui è anziano e soggiogato, il dono non è valido ROMA. Non tutto è perduto per gli uomini generosi e attempati, quando vengono lasciati dall'amante giovane che avevano ricoperto di gioielli: se la legge non può far tornare indietro l'amata, può tuttavia costringerla a restituire tutti i preziosi, perché non si possono considerare regali le gioie «elargite» da un uomo maturo a una studentessa col solo intento di «far proseguire la loro relazione». Questo U principio stabilito dalla Corte di Cassazione, che ha ordinato a Loredana C. di restituire a Silvio D. N. - di 35 anni più anziano - i brillanti, per un valore di mezzo miliardo, che lui le aveva regalato nei sette anni di convivenza more uxorio e nell'estremo tentativo di riunione. I giudici hanno ritenuto che in questo caso il divario di età rendeva succubo Silvio - un investigatore privato romano morto lo scorso anno che per la ragazza aveva lasciato la famiglia - e pertanto «l'elargizione di gioielli fatta da un uomo così soggiogato, allo scopo di consentire la prosecuzione di una convivenza, non è assimilabile alla liberalità d'uso». Con questo termine si indicano - spiega la Suprema Corte - i regali che è legittimo conservare, ricevuti per le ricorrenze comuni (compleanni, feste comandate) e che in ogni caso non devono «comportare un depauperamento del patrimonio di chi li fa». Il povero Silvio invece, secondo la Cassazione, non meritava di essere «prosciugato» ancora, visto che a Lory aveva già intestato un appartamento. Infatti quando ancora le cose andavano bene, Silvio aveva acquistato per la ragazza una casa elegante in Via Cortina d'Ampezzo, in uno dei quartieri residenziali della capitale. Un bene che è rimasto a Loredana, perché un atto legale attesta la liceità della donazione. Ma sui gioielli i giudici della Cassazione non hanno voluto sentire ragioni. Una causa intentata dall'uomo per ottenerne la restituzione aveva sancito che la donna non aveva compiuto alcun reato. Ma già nel '97 la corte di appello di Roma stabilì, in una causa ci¬ vile, che la donna doveva restituire i doni. 1 cadeaux contesi erano conservati nel caveau di una banca. Loredana aveva portato via la chiave della cassetta di sicurezza quando se ne andò, ma la restituì al suo ex quando i giudici glielo ordinarono. Aveva fatto ricorso in Cassazione per tornarne in possesso, ma secondo i magistrati della Suprema Corto lo «stato di dipendenza psicologica» di Silvio era tale da «indurlo» a fare regali a Loredana anche a «prescindere» da quelle «determinate occasioni» che il «costume sociale normalmente festeggia». La storia di Silvio e Loredana cominciò all'inizio degli Anni Ottanta. Lui era poco più che sessantenne, lei una studentessa universitaria di circa 25 anni. Fu una relazione «duratura» la loro, fatta anche di molta gelosia da parte dell'investigatore, che si faceva perdonare con i regali e il suo fascino, [r. cri.) La donna costretta a rendere gioielli del valore di mezzo miliardo «E' legittimo tenere soltanto i doni che non impoveriscono chi li fa»

Persone citate: Loredana C., Silvio D. N.

Luoghi citati: Ampezzo, Roma