Atterraggio in Palestina di Aldo Baquis

Atterraggio in Palestina Arafat: un giorno questi jet scenderanno a Gerusalemme. Il 14 dicembre la visita di Clinton Atterraggio in Palestina Inaugurato l'aeroporto di Gaza TEL AVIV^ NOSTRO SERVIZIO «Signori e signore, allacciate le cinture, stiamo per atterrare all'aeroporto Yasser Arafat, a Gaza splende il sole e la temperatura a terra...»: parole che per anni sembravano per i palestinesi dei Territori pura fantascienza sono divenute ieri una tangibile realtà quando alle 8,30 locali un Airbus egiziano ha poggiato le ruote sulla pista di Dahanye, nel Sud della striscia di Gaza, fra gli applausi scroscianti di una folla di migliaia di persone e mentre le fanfare si esibivano in marce militari palestinesi. «11 nostro aeroporto - spiegava ieri uno striscione teso dall'Autorità nazionale palestinese nei pressi della palazzina degii arrivi - è un simbolo di sovranità nazionale e la nostra porta verso il mondo esterno». Visibilmente emozionato, lo stesso Arafat ha parlato di «giornata storica» per il suo popolo e ha formulato l'auspicio che un giorno non lontano gli aerei diretti verso l'Autonomia palestinese «possano atterrare anche a Gerusalemme», ossia all'aeroporto di Kalandya costruito già mezzo secolo fa. Per giungere all'inaugurazione dell'aeroporto Arafat i palestinesi hanno sofferto non poco, anche perche solo il mese scorso - dopo anni di estenuanti trattative - è stato possibile per loro raggiungere un'intesa che garantisse al massimo le esigenze di sicurezza di Israele. 1 passeggeri e i bagagli saranno dunque ispezionati da personale israeliano, in borghese. Saranno inoltre le autorità israeliane a stabilire le rotte degli aerei in arrivo e in partenza - che comunque non potranno sorvolare lo Stato ebraico - e a garantirsi la prerogativa di negare il permesso di atterraggio ad aerei di «Paesi nemici», fra cui Siria, Libia e Iraq. Ancora così Israele resta inquieto: teme che, grazie all'aeroporto, i palestinesi riescano a trafugare a Gaza armi o personalità sgradite e che, mediante il sistema radar, seguano troppo da vicino le attività della sua aviazione militare nel deserto del Neghev. I palestinesi non hanno lesinato sforzi per garantire ai visitatori un atterraggio il più gradevole possibile. L'aeroporto è costato 70 milioni di dollari, è composto da tre grandi edifici (eretti in stile marocchino), uno dei quali sovrastato da una cupola che ricorda quella della Moschea di Omar a Gerusalemme. La pista - lunga 3 chilometri, larga 60 metri - dovrebbe essere capace di accogliere anche i Boeing 747. Sarà messa alla prova il 14 dicembre, quando vi atterrerà il presidente Bill Clinton nella sua prima visita ufficiale nelle zone di Autonomia. Finora la «Palestine Airlines» sono poca cosa: due elicotteri, due Fok- ker-50 e un Boeing 727, con cui contano di raggiungere II Cairo, Amman, Atene, Jeddah. Ma per il milione e mezzo di palestinesi stipati nei 300 chilometri quadrati della striscia di Gaza l'aeroporto di Dahanye rappresenta innanzi tutto un'importante valvola di sfogo, un modo di superare i valichi di confine israeliani da cui possono transitare solo quei 20-30 mila che detengono permessi speciali. Ieri dunque, mentre sulla pista si susseguivano gli attcrraggi di aerei egiziani, marocchini, giordani - nonché di un aereo privato con a bordo il mediatore europeo Miguel Angel Moratinos - a Gaza è stata per ore festa grossa. Nel frattempo a Gerusalemme il premier Benjamin Netanyahu cerca di rafforzare la coalizione di governo - indebolitasi per la forte opposizione di destra agli accordi di VVye Plantation - e sembra sul punto di trovare un'intesa con David Levy, che dieci mesi fa aveva abbandonato la carica di ministro degli Esteri ritenendo che il governo israeliano era ormai «un aereo senza pilota». Levy è disposto a rientrare come ministro delle Finanze o delle Infrastrutture nazionali. Ieri Netanyahu ha organizzato una conferenza stampa per annunciare l'intesa: ma richieste dell'ultimo minuto da parte di Levy hanno obbligato il premier a riferire che «i contatti proseguono, e lasciano ben sperare». Aldo Baquis Netanyahu annuncia un minirimpasto per far rientrare l'ex ministro degli Esteri Levy Nella foto grande, un pilota scende dall'aereo con la bandiera dell'Anp A fianco. Arafat passa in rassegna il picchetto d'onore all'aeroporto