L'Europa minaccia ritorsioni su Ankara
L'Europa minaccia ritorsioni su Ankara Il presidente della Commissione: ma solo se il boicottaggio verrà ufficialmente dal governo L'Europa minaccia ritorsioni su Ankara D'Alema a Bruxelles ottiene un 'altra prova di solidarietà BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Massimo D'Alema sbarca a Bruxelles e incassa la solidarietà della Commissione sul caso Ocalan. Una solidarietà fatta per ora di parole più che di atti concreti. «Affermo con solennità che un boicottaggio decretato dalle imprese pubbliche o dal governo turco sarebbe una chiara violazione degli accordi con l'Ile», dichiara il presidente dell'esecutivo comunitario Jacques Santer. E Santer evoca anche la possibilità di ricorrere a rappresaglie commerciali contro la Turchia, ben sapendo \ > però che a questo passo estremo - a meno di sviluppi imprevedibili non si arriverà mai. L'appuntamento tra il premier italiano e il presidente della Commissione era concordato «per ragioni assai più rilevanti», dice D'Alema, ma naturalmente il piatto torte è stata «la disgraziata (accenda che vede l'Italia come vittima». Prima i dui; ne hanno parlato in un l'accia a faccia durato tre quarti d'ora - in paite dedicato anche all'occupazione, al coordinamento delle politiche economiche e fiscali e al finanziamento dell'Ili; -, poi l'argomento è stato ripreso durante il pranzo a cui hanno partecipato anche i Commissari europei Emma Bonino e Mario Monti. Chiedeva di «dare una dimensione europea» alla crisi con la Turchia, il premier italiano, ed è stato accon¬ tentato. «Saremo solleciti di fronte a eventuali decisioni che venissero adottate per boicottare l'Italia», che del resto «ha applicato l'accordo di Schengen», dice Santer. «E se mai tale boicottaggio dovesse essere decretato ufficialmente, cosa che non mi auguro prosegue - o se dovesse essere confermato un boicottaggio delle imprese pubbliche, la Comunità chiederebbe immediatamente consultazioni con la Turchia. Se queste non dovessero pennettere un accordo, il Consiglio (dei ministri Ue, ndr) potrebbe legittimamente decidere di prendere misure di ritorsione». Parole apprezzate da D'Alema, secondo cui «sicuramente ci sono delle responsabilità del governo turco in questo clima di agitazione e in qualche caso anche di violenza», ma che lancia comunque un messaggio di pace: «Noi non auspichiamo nessuna misura contro la Turchia, ma non vogliamo nemmeno subire danni». Sarà comunque difficile, so non impossibile, che si arrivi alle misure di ritorsione. Innanzitutto perché la Commissione, prima di agire, vuole avere la prova chi; il boicottaggio sia riconducibile a una decisione del governo di Ankara, come ha precisato Santer. E ieri promeriggio il ministro turco per gli Affari europei Suruk Sina Gurel ha detto di «non sapere a cosa si riferisca Santer. Il nostro governo non ha preso alcuna decisione di boicottaggio ufficiali! contro l'Italia: se vi è una reazione dei consumatori turchi, delle aziende turche contro i prodotti italiani, in quanto governo non abbiamo alcuna responsabilità». In secondo luogo anche i boicottaggi messi in atto finora e che, corno dico D'Alema, «sono stati annunciati dai ministri e non da un'associazione di consumatori» cioè la decisione di escluderci dallo commosse per la Difesa e (niella di oscurare le nostre tv - non rientrano nel campo dei due accordi che regolano i rapporti tra Paesi dell'Ile e Turchia, e non sono quindi passibili di rappresaglie. Infine, gli Stati membri - non bisogna dimenticare elio sarebbero loro a decidere eventuali ritorsioni - si muoveranno con estrema cautela prima di andare a toccare il commercio con Ankara, noi quale l'Ile registra un surplus annuo di circa 20 mila miliardi. La speranza, dunque - a Roma come a Bruxelles - è che basti evocare lo sanzioni per raffreddalo la cani- pagna anti-italiana. Anche perché sarebbe suicida per il governo turco impegnarsi in uno scontro con l'Europa a tre settimane dal vellico di Vienna, dove i Quindici dovrebbero riportare la Turchia al rango di Paoso candidato all'adesione all'Ilo. Con uno scontro di tale portata in corso, intani, Ankara vedrebbe sfumare questa opportunità cui tiene disperatamente. Francesco Manacorda Immediata replica del governo turco: «Non capiamo a che cosa si riferisca Santer: non c'è nessuna rappresaglia anti-italiana ma soltanto una reazione dei consumatori e delle aziende» \ > j D'Alema con il presidente della Commissione Ue. Santer A sinistra, rogo anti-italiano ad Ankara e il presidente di Confindustria, Fossa
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