Bonn ripete
Bonn ripete Bonn ripete «Non chiediamo V estradizione» BONN NOSTRO SERVIZIO Alla fine ha parlato il vicecancelliere e ministro degli Esteri tedesco, il verde Joschka Fischer, ma il messaggio di Ponti su Ocalan - più o meno veloto - è sempre lo stesso: la Germania non vuole in casa il capo del Pkk per paura di disordini e quindi, per il momento, non presenterà alcuna domanda di estradizione nonostante sia stato la sua stessa magistratura ad emettere il mandato di cattura. Al tempo stesso pero il nuovo capo della diplomazia tedesca si è schierato a difesa dell'Italia ammonendo che i toni ili minaccia di Ankare l'allontanano dall'Europa. «In qualità di candidato all'Ile non ci si può abbandonare a minacce nei confronti di membri dell'Ut? quali l'Italia», lui detto Fischer iil quotidiano «Frankfurter Rundschau» oggi in edicola. «Questo ha aggiunto - l'Ue non l'accetterà». Simili atteggiamenti bellicosi, questo il suo ammonimento, compromettono li! prospettive turchi! di adesione all'Unione Europea. D'altro cauto, pur avendo ribadito anche nel corso della giornata che non vi sono ripensamenti sulla posizione tedesca di rinunciare per ora alla richiesta di estradizione del leader curdo, il ministro lui detto iil giornale di Francolbrte che con una «paziente» opera di chiarificazione «troveremo comprensione anche presso i nostri amici italiani». Dopo questi! parole del capo della diplomazia di Bonn pari escluso che quidt'.oia-.pp^sa^jijgdit^ii-si nella posizione tedesKaìinffi'ìV. sino all'incontro di venerili prossimo sulle rive del Reno tra il presidente del Consiglio Massimo D'Alema e il cancelliere Gerhard Schroeder. Se pur tra le righe, Fischer inoltre ha ammesso quello che tutti sanno: la Germania teme per la sua «quiete pubblica» qualora Abullah Ocalan venivi estradi»!o in terra tedesca, dove come e noto vivono oltre un milione e mezzo di turchi e circa cinquecentomila curdi, di cui diverse migliaia attivisti ilei l'kk che già anni or sono hanno causato ondate di disordini. 1,'equilibrismo tedesco tra questi due focolai di tensione etnica e stillo spiegato ieri anche da un altro autorevole quotidiano, la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» che pur lui ditto piena ragione all'Italia nella sua «logica» richiesta di scaricare Ocalan alla Germania: nei confronti del l'kk scrive il giornale da qualche tempo le autorità tedesche sono «prudenti» ili fine ili «tenere lontano il terrorismo» dal suolo tedesco «senza mettere in pericolo» le relazioni tra Homi e Ankara. Si tratta di unii delicata st rategia che l'arresto «romano» di i loalan di due settimane fa mette ora a repentaglio. In un colloquio con il collega turco, il ministro della Giustizia tedesco signora 1 letta Daubler-Gmelin sarebbe stata esplicita: «La Germania avrebbe detto secondo indiscrezioni - desidera che questo problema sia risolto Ira Italia e Turchia», quindi si tira Ino ri. E ciò in parte contrasterebbe con l'esortazione venuta dagli Usa, e non commentata ufficialmente a Bonn, di collaborare fra partner Nato ad un;i soluzione del problema. Sicuramente più per coerenza che non per giocare al bastian contrario, le Unioni cristiane (CduCsu) un tempo dell'ex cancelliere Helmut Khol, hanno chiesto ieri che il governo rosso-verde fornisca ad una commissione parlamentare le risposte sul perché Bonn rinunci all'estradizione di Ocalan: non si può impedire alla giustizia di fare il suo corso per motivi di opportunità politica, ha detto ad un giornale il portavoce della Cdu per gli Affari Interni, Juergen Ruettgers, aggiungendo chi; in Germania non si può lai- finta che il leader curdo non sia stalo arrestato, E invece si, C,li ribatte indirettamente il presidente della Commissione Esteri del Parlamento, il socialdemocratico Hans-Ulrich Klose. non c'è solo il mandato di cattura tedesco vi è anche quello turco e la Germania «non dovrebbe comportarsi come se fosse qui per risolvere tutti i problemi del inondo». Rodolfo Calò
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