IN PERICOLO 40 MILA POSTI DI LAVORO di Mario Deaglio

IN PERICOLO 40 MILA POSTI DI LAVORO IN PERICOLO 40 MILA POSTI DI LAVORO IL valore delle esportazioni italiane verso la Turchia è ili circa 7500 miliardi di lire l'anno, quasi quanto ciucilo tlelle esportazioni in Giappone, quasi il doppio delle esportazioni in Cina. Su 50 tonnellate medie di merci esportate dall'Italia, poco meno di 1 è diretta in Turchia. E sono alI'incirca 40-50 mila gli italiani, occupati soprattutto nel settore meccanico e in particolare in ciucili delle macchine tessili, utensili e agricole, il cui posto di lavoro è direttamente legato alla domanda turca. Tutto ciò significa che, anche se non terribili, le conseguenze eli un boicottaggio turco non sarebbero neppure trascurabili per l'economia italiana. Ben al di là delle cifre, però, ciò che fa venire i brividi è che, dopo quasi esattamente 63 anni, qualcuno torni a parlare di «sanzioni all'Italia». H questo anche se chi pronuncia queste parole non è un'organizzazione internazionale ma un altro Paese del Mediterraneo, in piena crisi politico-sociale, che poi subito si smentisce e si contraddice. Sempre al di là delle cifre, va rilevato che la Turchia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui le imprese italiane hanno una posizione «forte», ossia sono in prima fila nel determinare lo sviluppo locale e nella costruzione di infrastrutture eli ogni genere. Non a caso, l'Italia è seconda solo alla Germania quale fornitore dell'economia turca. Gli italiani sono - in parte e con le dovute differenze - gli «americani» della Turchia, una posizione costruita con fatica, soprattutto nell'ultimo decennio e sarebbe veramente grave se Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Cina, Germania, Giappone, Italia, Turchia