Il secolo sexy è di taglia forte di Gabriele Romagnoli

Il secolo sexy è di taglia forte Le cento bellissime secondo Playboy: in testa Marilyn e le maggiorate Il secolo sexy è di taglia forte ALL'IMBRUNIRE del «secolo greve», Playboy lo archivia a modo suo e ci propone la passerella delle 100 donne più sexy del Novecento, sperando le regga, giacché prodiga di carne e additivi è la scelta dei giurati, irta di curve la strada dei desideri, forte la taglia delle fantasie. S'avanzino, dunque, le regine dell'immaginario onanistico di cinque generazioni, generose compagne di notti solitarie. Le guida, va da sé, Marilyn Monroe. E che vuoi dire? Forse che non era neppure sexy, ma sesso e basta. Allo stato puro, incarnato per dovere, liberato per diritto. Ma dietro di lei s'avanza un esercito di bionde maggiorate specchio dei bi-sogni d'un popolo condannato dalla carenza di latte materno. Al numero 2 la «carrozzata Potemkin» Jayne Mansfield. All'8 la «bagnina gonfiabile» Pamela Anderson. Al 14 la «f atona di Trevi» Anita Ekberg. E ancora, in un tripudio wondebra: al 18 Kim Novak, al 19 Ursula Andress, al 22 Jane Russell. Tutte davanti a Grace Kelly, appena ventiseiesima, distante anche lì, come al cinema e nella vita, quando scendeva dal piedistallo soltanto di nascosto per sciogliere la parete di ghiaccio della sua apparenza e disvelare sconosciuti fuochi che solo un pompiere dell'eros spegnerebbe per accorrere al capezzale di Kim Basinger (numero 12). Gli uomini, si conferma, preferiscono le bionde; gli americani, le tante. Entra perfino Anna Nicole Smith: 68", come la misura di reggiseno che porta. Anche quando cade l'occhio sull'Italia, finisce nella scollatura e s'adagia sul luogo comune: Sofia e Gina. La Loren (numero 6) e la Lollo (numero 20), eterne fantasie «broccoline» : pizza per tutte le stagioni e posteriore a mandolino. Wonderful, paisà. Vane furono di splendore Silvana Mangano e Carla Bruni. Che se aggiornassero le loro visioni da zii, certo a Playboy inserirebbero la «bombola»; Valeria Marini. Per trovare mìa rossa bisogna scendere al numero 11 (Rita Hayworth), per trovare una nera al 41 (Josephine Baker), per un'asiatica bisogna andare in Giappone. Per Sonia Braga, chiudere gli occhi. Che poi queste classifiche dei «100 più» siano uno sciocco gioco da spiaggia è superfluo e snob affermarlo: sono trappoloni e ci caschiamo tutti, al riparo eh contegni meritevoli di miglior causa. Per dire, eccovi il podio. Al numero 3 Jacqueline Bouvier in arte Kennedy, regina di picche e sangue, capace di vendersi e mai di darsi, nera, ferale e unica. Al primo posto ex aequo: Alice e EUen Kessler, piovute dadaumpando nel puberale sguardo e divenute nel tempo il simbolo dell'impossibilità di volere una sola donna e dello struggente desiderio che l'altra sia infinitamente uguale alla sola che sappiamo amare. Gabriele Romagnoli

Luoghi citati: Giappone, Italia, Sofia, Trevi