Trentino, l'Ulivo si veste da margherita

Trentino, l'Ulivo si veste da margherita Trionfa la lista civica del sindaco Dellai, e le forze di centro-sinistra sfiorano il 50 per cento Trentino, l'Ulivo si veste da margherita La Svp domina in Alto Adige TRENTO DAL NOSTRO INVIATO Rinasce l'Ulivo nella terra di De Gasperi dove i partiti che sostenevano Prodi incassano quasi il 50 per cento dei voti grazie al successo della lista «Margherita» guidata dall'ex sindaco di Trento Lorenzo Dellai, 39 anni, Partito popolare, che per far capire la fatica politica nel costruire il suo progetto ha rivelato di quando Franco Marini disse no a una Usta che non conteneva il simbolo del Ppi. E ora? «Visti i risultati, è contentissimo». Un po' «partito dei sindaci» (ce n'erano dieci in Usta oltre Dellai), più Ppi, più comitati Ulivo e Uste civiche di ispirazione cattoUca. Questa la ricetta della «Margherita» (22 e rotti per cento) che fu benedetta anche da Massimo Cacciari e dal suo movimento del Nordest. La Usta era però unita in un patto (o tutti al governo o tutti aU'opposizione) con gli altri partiti del fu centro sinistra di Prodi: i Ds (che nel simbolo avevano anche la scritta «per l'Ulivo»), Trentino domani (con socialisti, repubbUcani e laici), la «bicicletta» di Verdi e Rifondazione. In Alto Adige/Sud Tirolo fa il pieno la Sudtiroler Volkspartei (oltre il 56 per cento) che incorona il suo presidente Luis Durnwalder quasi come un monarca: più di centoquattronùla voti di preferenza personali (nel '93 erano 80 mila). Un elettore altoatesino su tre ha scritto il suo nome sulla scheda. Durnwalder ci ha riso di gusto: «Mi alzo tutte la mattine alle 6, alle 7 sono in ufficio, smetto di lavorare a mezzanotte: potevo fare di più?». Difficile. Per quanto scontato, il successo deUa Svp raggiunge però dimensioni esorbitanti e segna in qualche modo una piccola svolta storica incassando anche il voto di molti italiani (qualcuno ha calcolato 5-6 mila). E' il sintomo deUa «normalità» raggiunta per il partito che fu di Silvius Magnago e che ad autonomia ampiamente conquistata non è più soltanto il partito dei tedeschi. E' il partito del potere e deUa ricchezza. Ci ha detto Eva Klotz, imperitura leader deU'Union fur Sudtirol: «Comprano tutto con i soldi, hanno in mano tutta l'informazione, scambiano la fiducia a tutti i governi di Roma con promesse e denari...». La Klotz, sempre aU'opposizione, ha preso comunque più del 5 per cento. Mentre i FreiheitUchen, l'altra formazione di radicaU «pantirolesi», sono croUati dal 6 al 2,5 pagando forse anche l'intrigo dell'omicidio di Christian Waldner, U consighere regionale ucciso dall'ideologo degli Schuetzen Peter Paul Rainer. Un giallo su cui è calato nei giorni scorsi l'inquinamento di un falso documento del Sisde che attribuiva l'omicidio ai servizi segreti itaUani e scagionava l'opaco mondo degh estremisti tedeschi. Segno che di queste storie la gente non ne può più: un'altra conquista della «normalità» sudtirolese. Intrighi e deviazioni appartengono ad un mondo sempre più marginale. In Alto Adige Gianfranco Fini (alleato con i liberali) mantiene, più o meno, i voti che aveva nonostante la svolta poUtica (sì aU'autonomia pur daU'opposizione aUa Svp), ma a destra la Fiamma di Rauti conquista un seggio e raccoglie l'estremismo itaUanista. Forza Italia, nonostante il trionfale comizio di Berlusconi aUa Fiera, non arriva al 4 per cento con la «Usta civica» di Franco Frattini che pur si dice «soddisfatto» e promette che il Polo si «ricomporrà». Come, non è chiaro perché per statuto Durnwalder deve includere nel suo governo provinciale tre «itaUani». Chi saranno? Il presidente-fcaiser non scopre le carte: «Io ho sempre le idee chiare, ma non lo dico. Di sicuro resterà fuori An: non è accettabile per noi». Dall'alto deUe sue 104 mila preferenze può scherzare fin che vuole. E Frattini dovrà scegUere: o rifare il Polo o andare al governo. Erano elezioni «regionaU», ma la parola ha qui un significato virtuale perché il Consiglio regionale è la somma aritmetica (ma non poUtica, né amministrativa essendo la Regione vuota di poteri) dei consigU deUe due Province autonome, Trento e Bolzano. L'unico dato clie accomuna le due realtà è il croUo della Lega: dal 3 aho 0,9 in Alto Adige (dove però non ha mai avuto né senso né seguito); dal 16 (e addirittura U 20 deUe poUtiche del '96) aU'8,8 in Trentino. Una débàcle che il leader locale Enrico Boso ha tentato di esorcizzare con la soUta battuta: «Ha vinto il partito degli affari». La vittoria deUa «Margherita» è stata salutata con bicchierate e piccole feste dei paesi deUe valli. I centristi, messi insieme, arrivano più o meno ai valori storici della grande De trentina e forse la «Margherita» è riuscita a ridare un'identità politica smarrita. Ma il timbro ulivista è forte. Se n'è raUegrato Walter Veltroni. Anche l'ombra del nascente «partito dei sindaci» è presente e lo ha sottolineato il sindaco di Roma RuteUi. Mentre D'Alema ha visto nel voto trentino un consenso aUe «forze di governo». Nelle stanze dei bottoni, tutti contenti. Cesare Martinetti Eva Klotz attacca la Volkspartei «Comprano tutto con i soldi, barattano promesse con Roma» Un sudtirolese su tre vota per Durnwalder E seimila italiani si schierano con il partito atesino COSI' ALLE URNE TRENTO lOvica AAor^ìerita VOTI SEGGI p^r pr BOLZANO I Svp I Àn-Liberaii | Verdi' jTu?T~ | Lisfa Civica fTadins-Dps Centro Sinistra Popolari AA | Freiheitlichen | Unitaiia-Fiamma I II Centro-UDA | Rifondazione Com fTega Nord y