D'Alema: ora il leader è Veltroni di Fabio Martini
D'Alema: ora il leader è Veltroni E a Ginevra si cominciano a porre le basi per la candidatura di Prodi alla presidenza della Commissione europea D'Alema: ora il leader è Veltroni La «staffetta» nell'Internazionale socialista GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Nella cena dei socialisti di tutto il mondo, Massimo D'Alema presenta il suo successore con un certo piglio: «Ora il leader dei Democratici di sinistra italiani ò Walter Veltroni», anche perché «nel nostro Paese, con i governi di coalizione, il primo ministro deve essere capace di rappresentare tutta la coalizione» e ha «vincoli diversi» da quelli imposti da un sistema bipartitico o più semplice dove c'è corrispondenza tra leadership di governo e di partito. Nella «tavolata» del Presidiurn dell'Internazionale socialista, riunita in un albergone di Ginevra, ci sono personaggi come Simon Peres e Pierre Mauroy, ci sono leader progressisti di tutti i continenti e nessuno è tenuto a conoscere l'antagonismo che ha diviso per anni D'Alema e Veltroni. Ma alla fin l'ine la «staffetta in trasferta» si è consumata sobriamente, secondo i dettami del professionismo politico. E in questo viaggio a Ginevra - era in programma il Consiglio generale dell'Intemazionale socialista - D'Alema e Veltroni si sono mossi all'unisono: il presidente del Consiglio ha ospitato «l'amico Walter» sull'aereo della Presidenza del Consiglio, in volo i due hanno chiacchierato a lungo, all'arrivo si sono presentati in coppia. Anche se una volta atterrati a Ginevra, hanno scoperto che diversi leader socialisti - Blair, Jospin, Gonzalez, Lafontaine - avevano disertato l'appuntamento. L'armistizio di Botteghe Oscure tra D'Alema e Veltroni sembra dunque resistere, in vista di un test importante per entrambi: q\ielle elezioni europee che l'ultima volta sono costate la poltrona ad Achille Occhetto. Ma D'Alema e Veltroni si trovano a condividere un altro obiettivo: trovare un nuovo, soddisfacente «lavoro» a Romano Prodi. Ieri Veltroni ha pranzato con Antonio Guterres, il primo ministro portoghese diventato in pochi anni uno dei personaggi di punta del socialismo europeo, al punto che nei mesi scorsi aveva preso quota una sua candidatura alla presidenza della Commissione europea. Ma Guterres si è tirato indietro: «Ad ottobre ci sono le elezioni anticipate in Portogallo e io voglio guidare i socialisti». Un concorrente in meno per Romano Prodi die nei prossimi giorni godrà del lavorìo di uno sponsor che ha già operato per lui: «Si può immaginare che negli incontri che il presidente del Consiglio avrà con sei primi ministri europei spiega il ministro per il Commercio Estero Piero Fassino - si parlerà anche della candidatura di Prodi alla presidenza della Commissione europea». Il passaggio decisivo per decidere la candidatura socialista per la Commissione sarà il congresso del partito socialista europeo di Milano ai primi di marzo e per quella data avrà sciolto il suo dilemma anche Felipe Gonzalez, il personaggio che ha le chiavi di molte poltrone: l'ex premier spagnolo deve decidere se ricandidarsi in Spagna (come ha confidato a D'Alema), se accettare la presidenza dell'Internazionale socialista o puntare alla candida¬ tura europea, ipotesi che lui ha pubblicamente scartato più di una volta. E intanto, in vista del test delle Europee, ogni mini-sondaggio fatto in carne ossa viene analizzato al microscopio: ieri mattina Veltroni ha lasciato per qualche minuto il Consiglio dell'Internazionale e si è affrettato ad incassare il risultato trentino quando ancora facevano testo le proiezioni: «Avevo detto di ritorno dal Trentino che questo voto era anche un test per la linea sulla quale ci stiamo muovendo nazionalmente» e «il mio partito ha più che raddoppiato i voti». E visto che i popolariulivisti del sindaco di Trento sono andati fortissimo, c'è da aspettarsi conflittualità dal Ppi di Marini restato senza premier? Veltroni: «Anche se ci fosse conflittualità, Trento dimostra che c'è spazio per tutti: quando si fanno scelte coerenti con la propria ispirazione i risultati sono positivi sia per il ppi che per noi». Una volta all'Internazionale socialista, il Psi la faceva da padrone e anche se Enrico Boselli si è imposto uno stile più sobrio, non può fare a meno di sorridere: «Veltroni è felice per Trento? Che dovremmo dire noi che eravamo assenti da 4 anni e appena ci siamo ripresentati, abbiamo preso quasi la metà dei voti del Pds?». Fabio Martini
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