Juve a Istanbul, ma sette giorni dopo

Juve a Istanbul, ma sette giorni dopo «Decisione definitiva e inappellabile» dopo 4 ore di dibattito. Matarrese: evitato il peggio Juve a Istanbul, ma sette giorni dopo Salomonica decisione Uefa, si giocherà il 2 dicembre GINEVRA. Rinvio, dunque. L'Uefa ha spostato di peso Galatasaray-Juventus, partita valida per il gruppo B della Champions League, da domani, mercoledì 25 novembre, a mercoledì 2 dicembre, sempre a Istanbul, stadio «Ali Sami Yen». A deciderlo, in capo a un burrascoso conclave di quasi quattro ore, è stato il Comitato esecutivo del massimo organismo europeo, convocato d'urgenza per dirimere lo spinosa controversia che il caso Ocalan ha generato all'improvviso e nutrito, cresciuto, ora dopo ora, manifestazione dopo manifestazione, a dosi massicce di pasticci, flirtiate, fanatismi. In uno scarno comunicato diramato al termine dell'esclusivo sinedrio, si legge che «la decisione è definitiva e inappellabile». Galatasaray-Juventus era l'unico argomento all'ordine del giorno, sull'onda delle eccezioni sollevate dalla società juventina in materia di sicurezza. «L'Uefa ha preso atto delle circostanze particolari della partita alla luce della recente tensione fra i governi italiano e turco». Per questo motivo ha scelto il rinvio, accettabile compromesso fra la rovente realtà di oggi e la speranza che di qui a una settimana l'orizzonte possa schiarirsi, il fuoco del livore anti-italiano spegnersi. L'Uefa ha altresì riconosciuto che «nessuno dei due club va considerato responsabile delle ragioni che hanno portato alla decisione assunta». Ciò premesso, il Comitato esecutivo «invita entrambi i governi ad adottare le misure necessarie affinché la partita possa essere disputata in condizioni normali». Il vertice pomeridiano era stato introdotto, al mattino, da un summit esplorativo fra il presidente dell'Uefa Lennart Johansson, il segretario generale Gerhard Aigner e i quattro vicepresidenti, l'italiano Antonio Matarrese, il tedesco Egidius Braun, il norvegese Per Ravn Omdal e il turco Senes Erzik. Si sono, così, confrontate linee di varie tendenze. Il turco Erzik, naturalmente, si è battuto per il rispetto integrale della data, ribadendo le garanzie già presentate dal Galatasaray, dalla poli¬ zia di Istanbul e dal ministero degli Interni. Per lui, insomma, la situazione era (è) sotto controllo, e la Juventus non avrebbe corso alcun rischio. All'interno dell'esecutivo, c'era anche chi proponeva un atteggiamento drastico e diametralmente opposto alla presa di posizione di Erzik: il campo neutro, la soluzione caldeggiata dalla Juventus. Alla fine, ha prevalso la linea-Matarrese: partita rinviata al 2 dicembre. «Più che della migliore scelta possibile - ha dichiarato Matarrese - parlerei della meno peggiore. L'importante è che, ades- so, si muovano ì governi in uno spirito di amicizia e di rinnovata fiducia». L'Uefa, in pratica, non se l'è sentita di dare ragione soltanto a una delle due parti. Ha accettato «il suggerimento ai cittadini italiani» dato dal ministro degli Esteri Lamberto Dini di «rinviare temporaneamente i viaggi in Turchia non dettati da stringenti ragioni professionali o personali». Un segnale, questo, di roventi turbolenze. Parallelamente, Johansson e Aigner hanno inteso salvaguardare il diritto sportivo del Galatasaray di giocare sul proprio campo. Un colpo al cerchio e uno alla botte. A chi gli chiedeva se rispondessero a verità le dichiarazioni rilasciate da Roberto Bettega, vicepresidente esecutivo della Juventus, secondo le quali la società campione d'Italia non aveva fatto pressioni, Aigner ha sorriso. Come a dire: ne ha fatte, sì, di pressioni. Dai dirigenti ai giocatori. Adesso tocca ai governi. L'Uefa è convinta di aver agito per il meglio. Non poteva non farsi carico delle circostanziate paure italiane, ma neppure gettare a mare le altrettanto legittime contro-deduzioni del Galatasaray. Una settimana, e sapremo. A Istan¬ bul, a Istanbul. Restano quelle ultime parole del comunicato diffuso ai giornalisti. Parole forti, parole chiare: decisione finale e inappellabile. E se la situazione non migliorasse? E se Turchia e Italia continuassero a guardarsi in cagnesco? Le notizie che rimbalzano da Istanbul non sono incoraggianti. Al contrario. L'Uefa vigila. Il Galatasaray freme di rabbia. La Juventus si gode la sua mezza vittoria. Diplomazie al lavoro, please. Non c'è tempo da perdere. Roger Blanc «Abbiamo preso atto delle circostanze particolari della partita, non si può ignorare che c'è tensione fra i governi italiano e turco» Il corteo di auto e taxi manifesta davanti all'ambasciata italiana ad Ankara per chiedere l'estradizione del leader del Pkk, Abdullah Ocalan