«lo, buon samaritano per amore della vita»
«lo, buon samaritano per amore della vita» «lo, buon samaritano per amore della vita» IL DRAMMA DI UNA SCELTA SGENOVA E il cardinale mi chiamerà, andrò volentieri e gli spiegherò. Lui è stato docente a Roma di teologia morale. Sa bene quali sono i problemi morali veri. Gli dirò che ho letto nel Vangelo la parabola del buon samaritano. Di fronte al dramma di quelle povere creature, non potevo comportarmi come il sacerdote e come il levita che, alla vista dell'uomo lento e piagato tirarono oltre per motivi di osservanza formale dei precetti. Credo d'aver agito per amore. Per amore della vita, per amore delle vite». Don Andrea Gallo ha trascorso tranquillamente la domenica nella sua chiesa di San Benedetto al Porto, a fianco del Palazzo del principe Andrea Doria, con i suoi più stretti collaboratori e i suoi affezionatissimi «ragazzi». Don Andrea, dopo la distribuzione dei preservativi, adesso scoppia questa bomba dell'a- borto. Non teme punizioni da pai-te dei suoi superiori? «I casi di aborto sino a oggi sono stati quattro. Mi limito a esporre i fatti: abbiamo raccolto, in tempi diversi, queste povere ragazze, tutte minorenni, alcune poco più che bambine, raggomitolate sui marciapiedi, buttate là come stracci, affamate, disperate, senza documenti. Molte avevano già emorragie, infezioni. Io lo ripeto: sono nettamente contrario all'aborto. Abbiamo cercato di convincerle a tenere i bambini, promettendo aiuti e assistenza. Loro dicevano di no, disperate. Ci sono ragazze che vengono fatte abortire dai loro protettori a calci nella pancia. Un metodo spiccio, vero?». Non c'era dunque altra soluzione. Mancano davvero i centri di assistenza? «Ne sto studiando uno insieme all'assessore all'Assistenza Pippo Rossetti. Stiamo cercando i fondi. Comunque voglio essere ancora categorico: l'ultima scelta spetta alle madri. Quando ci siamo resi conto che loro volevano abortire a tutti i costi, io ci ho pensato su un po' e poi mi sono convinto che era meglio farlo in un ospedale, piuttosto che in un tugurio o su un marciapiede a calci e a bastonate. Me ne assumo la responsabilità e sono pronto a fornire spiegazioni ai miei superiori e anche a pagare di persona, se sarà il caso». Ma come ribelle lei ha più di un precedente. Cominciò con il cardinale Siri tanti anni fa... «Povero cardinale Sili: mi voleva bene ed è stato il primo che mi ha aiutato concretamente. A modo suo mi aveva capito. Certo, c'è stato un momento in cui voleva mandarmi a fare il parroco sull'isola di Capraia, per punizione. Poi, ci ha ripensato e sono finito a San Benedetto per fondare la mia comunità. Io sono nato come salesiano, ma, si sa, gli ordini e le congregazioni hanno una disciplina troppo severa. Sono stato sul punto di gettare la tonaca. Siri capì che la mia voglia di fare poteva essere realizzata più facilmente come prete secolare. Il mio punto debole era la disciplina, l'obbedienza...Ma io sono ancora oggi un figlio di don Bosco». Vuol dire che si sente salesiano nello spirito? «Certamente: se vivesse al giorno d'oggi, don Bosco si occuperebbe dei tossicodipendenti, delle pro¬ stitute del terzo Mondo, delle emarginazioni urbane e darebbe scandalo. Era un conservatore, per certi aspetti, ma Siri lo aveva capito». Con il suo successore, il cardinale Canestri, come sono andate le cose? «Era in carica, quando è scoppiata la polemica del pullman con la distribuzione dei preservativi. Mi ha mandato il suo segretario, il quale ha voluto da me una lettera di spiegazione. Gli ho scritto, ma non mi ha risposto. Per telefono, mi ha detto con tono paterno: lascerò la lettera al mio successore». Cioè il cardinale Dionigi Tettamanzi al quale dovrà rendere conto, adesso. «Mi piace la dichiarazione della Curia: se mi chiamerà, andrò volentieri e gli spiegherò». Paolo Lingua Ci sono ragazze che vengono fatte abortire a calci nella pancia dai protettori Se sarò convocato dirò al cardinale che la mia decisione è scritta nel Vangelo l| ip Don Andrea Gallo, 70 anni
Persone citate: Canestri, Dionigi Tettamanzi, Don Andrea Gallo, Paolo Lingua, Pippo Rossetti, Sili
Luoghi citati: Roma
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