Un prete: ho aiutato prostitute ad aborrire

Un prete: ho aiutato prostitute ad aborrire La decisione di un sacerdote genovese: erano giovani donne albanesi, prima ho consigliato loro di non farlo Un prete: ho aiutato prostitute ad aborrire «Costretto a scegliere il male minore» GENOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Sì ho aiutato prostitute albanesi ad abortire. Ho consigliato loro di non farlo, ma quando mi hanno detto che intendevano, comunque, interrompere la gravidanza, le ho indirizzate da un medico amico, che ha eseguito l'intervento». Don Andrea Gallo, 70 anni, fondatore e animatore da quasi trent'anni della Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero dei tossicodipendenti, ha ancora una volta pronunciato una «scandalosa verità». Nessuna reazione ufficiale per adesso dalla Curia. 11 portavoce del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo del capoluogo ligure, ha fatto sapere che il cardinale «se avrà qualcosa da dire, lo farà direttamente con l'interessato». Era al corrente dei fatti, invece, l'assessore comunale all'Assistenza, Pippo Ros¬ setti, esponente del Ppi, il quale ha detto di «comprendere don Gallo» e ha anche annunciato che «si sta mettendo a punto un progetto di assistenza per le giovanissime prostitute albanesi che costituiscono ormai un caso, ma che don Gallo non può ospitare per non metterle a contatto con i tossicodipendenti in via di recupero». Don Gallo, alcuni anni fa, aveva «scandalizzato» (le sue sortite polemiche sono docce fredde, ma sono ormai abituali a Genova) gli ambienti più conservatori del mondo ecclesiastico, annunciando che un mini-bus della sua Comunità, che di notte gira nelle zone di ritrovo di tossicodipendenti e spacciatori, avrebbe distribuito preservativi a chi ne faceva richiesta, per limitare, nei limiti del possibile, i danni del contagio da Aids. Don Andrea Gallo ha precisato di essere, come sacerdote, contrario, per princi¬ pio e per fede all'aborto. Infatti, in passato ha aiutato prostitute a partorire e ad allevare i loro bambini, trovando loro aiuti materiali e assistenza. E' stato però categorico sui casi delle ragazze albanesi minorenni, «importate» come «carne da macello» in Italia e messe incinte quasi sempre da loro clienti occasionali che non facevano uso di contraccettivo. Solo quando le ragazze hanno insistito per abortire e non è stato possibile trovare altra soluzione, ha preferito trovare il canale «comprensivo, umanitario e amico» di alcune strutture ospedaliere pubbliche all'interno delle quali l'aborto è stato praticato, fornendo ogni assistenza alle giovanissime sventurate. In parole povere, don Gallo ha optato per il «male minore», sulla base del medesimo criterio che lo aveva spinto a distribuire i preservativi, [p. 1.] «Lucciole» albanesi in una strada di Genova

Persone citate: Dionigi Tettamanzi, Don Andrea Gallo, Gallo, Pippo Ros

Luoghi citati: Genova, Italia