Cossutta delta la linea «Compagni, al lavora» di Antonella Rampino
Cossutta delta la linea «Compagni, al lavora» L'assemblea per la costituzione del Pdci Cossutta delta la linea «Compagni, al lavora» No secco al referendum: inammissibile E presto un documento sul futuro Dpef ROMA. «Avanti, compagni, al lavoro, alla lotta!». Dura una manciata di secondi, l'intervento conclusivo di Cossutta e nella sala dove si tiene l'assemblea per la costituzione del partito dei comunisti italiani, si alzano tutti in piedi. Che forza, l'Armando, mormorano due dei 333 del nuovo - ma provvisorio - comitato centrale. Anche perché l'intervento di apertura di Cossutta, per solito uomo di poche parole, era durato qualcosa come due ora e mezzo. Il tempo di prendersela con Bertinotti, infilzare l'Udr, «presenza ingombrante, ma noi contiamo nel governo quanto loro». Il tempo che ci è voluto per polemizzare con Bassolino, bacchettare il «nascente bipartitismo» e il referendum di Di Pietro e Segni, marcare il territorio sulla scuola, tratteggiare il nuovo partito, e soprattutto, lanciare «un grande lavoro», l'elaborazione di im programma che possa essere comune a tutta la sinistra. Questa è la novità più grande: i comunisti elaboreranno anche un proprio documento di programmazione economica e finanziaria, in previsione del Dpef governativo della primavera del '99. La prima riunione per elaborarlo, è già fissata al 2 dicembre. Il «compagno Bassolino insiste a mettere l'accento sull'elasticità del lavoro», mentre più il lavoro è precario - ha detto Cossutta - più chi non è precario si difende. E comunque, «il governo deve capire che gli scioperi sono legittimi: non possono essere vietati, non possono essere puniti». Il referendum vedrà schierati i comunisti in una campagna per il «no»: ma, a giudizio di Cossutta, «difficilmente la Corte si pronuncerà per la sua ammissibilità, perché il testo è puramente manipolativo della legge attuale, si limita a togliere ima frase qui, una frase là». Sulla scuola, linea dura, niente oneri per lo Stato nella realizzazione della parità scolastica: «Abbia¬ mo sottovalutato la portata dell'emendamento Villetti». Il plurale, era palesemente maiestatis: nell'interlocuzione usata nel suo discorso, Cossutta ha più volte detto frasi come «correggetemi se sbaglio», «se siete d'accordo», «forse non abbiamo valutato bene». Naturalmente, con lui sono sempre tutti d'accordo, e le ragazze della segreteria continuano a consegnargli mazzi di fiori. Ma la leadership è «morbida», e il partito che uscirà dal congresso primaverile, a meno di sorprese, avrà una «segreteria collegiale». Le nomine per ora sono quelle previste, l'Armando presidente, Marco Rizzo coordinatore, Gianfranco Pagliarulo all'organizzazione, un comitato di presidenza con tutte le eminentpersoti, da Diliberto a Nesi, e l'ingresso di Adalberto Minucci come responsabile alla cultura, col mandato di progettare il nuovo settimanale politico. E poi una direzione allargata a 104 membri, compresi molt. giovani: anche la giovanissima Antonella, che era segretaria di Bertinotti, ma dovendo scegliere non ha avuto dubbi. E compreso Luciano Canfora che stavolta prenderà la tessera. Ma non c'è dubbio che la new entry di maggior peso è quella di Adalberto Minucci, che era sodale di Cossutta ai tempi della segreteria Berlinguer. Minucci ha ricordato a Nerio Nesi i tempi lontanissimi in cui era un compagno della sinistra socialista, e lavorava con Adriano Olivetti. Ti ricordi, gli ha detto, che certe sere ti telefonavo di non tornare a casa, che era pericoloso, troppi fascisti in giro? Me lo ricordo benissimo, gli ha risposto Nesi: in quei casi me ne andavo a dormire dal imo segretario. Beh, caro Nerio, devi sapere che quelle informazioni mi venivano dal ministro degli interni del Pei di allora, da Cossutta. Antonella Rampino
Luoghi citati: Roma
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