L'Iraq: gli ispettori Onu ci vogliono provocare di E. St.
L'Iraq: gli ispettori Onu ci vogliono provocare Settecentomila bimbi morti di sanzioni L'Iraq: gli ispettori Onu ci vogliono provocare «Chiedono documenti che non esistono» Gli Usa: siamo ancora pronti all'attacco BAGHDAD. Saddam Hussein ha ripreso le sue punture di spillo contro l'Unsocom, la commissione Onu incaricata di verificare l'eliminazione delle armi di distruzione di massa irachene. Appena una settimana fa il dittatore di Baghdad aveva evitato per un soffio il devastante attacco militare americano (secondo il settimanale «Newsweek» sarebbe stato Clinton a far avvertire l'ambasciatore iracheno all'Onu, Nizar Hamdoon, tramite il suo collega britannico Jeremy Greenstock). Ma ora, puntualmente, Saddam ricomincia la guerra dei nervi. E' successo che l'Unsocom ha chiesto a Baghdad un registro dell'aviazione irachena relativo alla guerra combattuta contro l'Iran (1980-88), i piani militari della guerra del Golfo (1991) ed altre carte sui programmi delle armi biologiche, compresi i registri carcerari, per verificare se detenuti furono utilizzati come cavie umane. «Vuole accesso agli interi archivi governativi», ha tuonato ieri il vice-premier iracheno Tarek Aziz, sostenendo che quei documenti «non esistono», e definendo «estremamente provocatorio» il capo dell'Unsocom, l'australiano Richard Butler: il suo vero obiettivo sarebbe «o di creare un pretesto superficiale per giustificare un'aggressione, o di far confusione in vista della revisione» delle sanzioni imposte all'Iraq dopo la guerra nel Golfo. Sanzioni che, secondo «The New York Times», hanno già provocato danni per 190 mila miliardi di lire in mancate esportazioni di petrolio, e la morte di 700 mila bambini (un milione soffrirebbe la fame). Tutto questo mentre Saddam spreca «centi- naia di milioni di dollari in nuovi palazzi adorni di marmo». Sta di fatto che nella lettera di risposta alle richieste di Butler, il vice ministro degli Esteri iracheno Riyadh al Qaisi ha ammesso che il registro dell'aviazione contiene un elenco delle armi chimiche usate contro l'Iran, e per la prima volta ha sostenuto che l'ordine di eliminare le armi di distruzione di massa fu dato da Aziz a voce, cosicché non ne esistono copie scritte. Particolare che ha rafforzato i sospetti dell'Unsocom. Mentre a Baghdad la stampa di regime rilancia le accuse contro Butler e i suoi ispettori («spie di Israele e degli Usa»), il ministro degli Esteri Mohamed Said al-Sahhaf ha detto che l'Iraq ha già consegnato due milioni di pagine di documenti, ed ha accusato l'Unsocom di «chiedere l'impossibile in modo da dimostrare che l'Iraq non rispetta le risoluzioni» Onu. La prima reazione del presidente Usa Bill Clinton, in viaggio nella Corea del Sud, è stata cauta: «Penso sia importante non avere reazioni esagerate in questo momento», si è limitato a dire, mentre il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Samuel Berger, ha definito «irragionevoli» le obiezioni di Baghdad. Da Washington però David Leavy, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, è stato netto: «La risposta irachena è insufficiente». Ed ha aggiunto: «Se ci renderemo conto che l'Iraq non vuol rispettare gli impegni e che l'Unsocom non può fare il suo lavoro, siamo ancora pronti» a sferrare l'attacco. Una minaccia che l'arrivo della portaerei Enterprise nella regione del Golfo ha ieri reso più pesante. [e. st.]
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