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E A BONN FA COMODO E A BONN FA COMODO E, patetico attenderci che il governo tedesco ci dia una mano a risolvere il caso di Ocalan, dando esecuzione politica alla richiesta di estradizione avanzata dalla magistratura. Una tale iniziativa dovrebbe contenere nel contempo l'invito a tutti gli Stati europei a spostare il caso dal piano della giustizia a quello della politica. Implicherebbe un salto di qualità nella gestione del problema curdo, che è superiore alle risorse di Schroeder. E' solo l'ingenua sinistra italiana che crede alle belle parole sulla nuova corresponsabilità politica europea, in nome della svolta socialista di alcuni Paesi. Schroeder e Fischer non faranno nulla in questa direzione, perche sono politicamente troppo deboli per mettere a repentaglio su un tema così spinoso il faticoso inizio del loro governo. Nel caso Ocalan è in gioco un interesse nazionale nella sua forma più elementare: la sicurezza e l'ordine interno. Il governo tedesco non può permettersi di trovarsi nelle condizioni di quello italiano, sia per il numero elevato di turchi e di curdi presenti sul suo territorio, sia per la gravità delle imputazioni elevate dalla magistratura tedesca nei confronti di Ocalan. La coppia Schroeder-Fischer sarebbe costretta a confrontare il suo colore rosso-verde con una realtà dura e opaca. Le fa quindi comodo la soluzione italiana e la sua liberalità. Di fronte all'Italia il governo tedesco si comporterà in modo vetero-nazionale: non si immischierà negli affari interni di uno Stato amico ed eserciterà il suo diritto di sovranità nel dar seguito o meno alle richieste della sua magistratura. Quando poi D'Alema farà la sua visita a Bonn, Schroeder e Fischer saranno prodighi di belle parole, di consigli, di lodi e di pacche sulle spalle. Ma per il momento è difficile prevedere le conseguenze del caso Ocalan. Certamente è stata un'occasione mancata per l'Europa politica di cui si narra tutti i giorni la favola. Gian Enrico Rusconi