Freda, un uomo solo con settantadue film
Freda, un uomo solo con settantadue film Freda, un uomo solo con settantadue film ICCARDO Freda è un uomo solo. Solo insieme ai suoi settantadue film. Solo con i suoi ricordi di quando era un regista di successo. Di quando guadagnava tantissimo. Solo anche quando rivendica, con orgoglio e un po' di cinismo, di aver decretato la fine del Neorealismo, con i suoi film, dice, «che incassavano più di tutti». Riccardo Freda è solo anche quando non capisce come mai tutti ricordino Roberto Rossellini, che impietosamente definisce «un regista che non capiva niente». Riccardo Freda ha avuto una compagna di vita e di lavoro bellissima, l'attrice Maria Canale, protagonista di molti suoi film. Ha avuto la stima di un produttore illuminato, Riccardo Gualino, un torinese capace di essere insieme un industriale e un uomo di grande cultura (dove sono finiti i produttori come Gualino? Ne avremmo grande bisogno). Infine è riuscito a farsi apprezzare in tutto il mondo. I produttori americani gli affidavano le scene più difficili dei loro mediocri film d'avventura (molti dei loro film erano già mediocri allora). Il «New York Times» scriveva dopo l'uscita negli Stati Uniti di «Teodora imperatrice di Bisanzio»: «Cecil B. De Mille, nostro più importante regista, dovrebbe imparare da Freda». I critici francesi lo idolatravano, Taverhier lo accudiva e lo coccolava. Stefano Della Casa, che da tempo importuna Riccardo Freda con il fanatismo tipico dei cinefili e dei critici e che su di lui ha scritto anche un libro, mi ha proposto la regia di un'intervista filmata, «Riccardo Freda un uomo solo», appunto. Ho accettato semplicemente perché un giorno di molti anni fa, rientrando a casa, ho trovato mio padre con Stefano Della Casa intenti a guardare, con schietto e infantile divertimento, un film di cappa e spada. Il regista di quel film era Riccardo Freda. Dall'incontro con Freda ho imparato che si considera secondo solo al grande John Ford («Sì, lui aveva qualcosa più degli altri») e il più veloce di tutti («Facevo i film in quattro settimane, gli americani ci mettevano sei mesi»); che ha fatto ogni genere di film, dall'horror al melodramma; che ha riempito le sale e guadagnato molti soldi («Io facevo i film solo per i soldi»). Ma soprattutto ho imparato che ha avuto il coraggio di essere e restare solo, insieme alla sua cattiveria, ai suoi risentimenti, alle sue invidie e alle sue meschinità. Un uomo solo e senza ipocrisia. Per questo simpatico. Mimmo Calopresti Foto: Riccardo Freda nel film «Un uomo solo» di Mimmo Calopresti
Luoghi citati: Stati Uniti
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